Capitolo 13 - Addison

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Scappai per la mia vita, non mi piaceva lo sguardo nei suoi occhi; il modo in cui mi aveva guardato mi aveva messo i brividi. Stavo correndo verso il cancello quando sentì che mi prese per i capelli. Piansi per il dolore poi iniziò a tirarmi verso il fienile.

Oh no, per favore non questo.

Urlai più forte che potevo e la sua mano mi colpì sulla faccia per farmi stare zitta e strinsi la guancia quando iniziai già a sentire il livido formarsi.

"Chiudi quella cazzo di bocca, puttana. Pensavo che non potessi parlare."

Il mio corpo stava tremando e non sapevo che cosa fare. Pensai a quello che stesse succedendo. Come le sue braccia erano attorno a me e come sentivo la sua disgustosa mano addosso. Non mi fece sentire al sicuro e amata come con Liam ed Asher. Non mi fece sentire felice come Kalila o Faith. Non mi fece sentire come una bambina avvolta in una coperta di sicurezza come con Lalan o Ethan.

Mi fece solo sentire paura.

Continuava a tirarmi ed io gli tirai una gomitata prendendolo allo stomaco. La sua presa diminuì ed io scappai di nuovo. Urlai come se la mia vita dipendesse da quello, perchè può essere. Prima mi aveva provato che era veloce ma io corsi il più veloce possibile per quanto mi permettessero le mie gambe.

Non eravamo neanche vicini al sentiero del fienile quando lui mi spinse facendomi sbattere la faccia contro la terra. Il dolore immediato che il mio cervello mandò a tutto il corpo, era troppo da gestire. Gemetti e mi rotolai da un lato.

Potevo sentire il sangue uscire dal mio corpo. Dei tagli erano sulla mia testa, sulle mie mani e sulle mie ginocchia.

Tutto rimase un pò sfocato per un minuto fino a quando sentì il vento colpire la mia pelle nuda. Lottai contro di lui più che potevo ma sembrò non avere nessun effetto, mi aveva immobilizzato e non riuscivo a liberarmi. Stava succedendo ed iniziai a piangere perchè non potevo fermarlo. Non potevo mai fermare niente.

Ero solo debole e spaventata, non potevo fermare nessuno dal ferirmi. Pensavo di essere al sicuro qui. Pensavo di potermi fidare delle persone che erano attorno a me e che non dovevo costantemente avere paura di essere attaccata.

Stavo migliorando! Ero al sicuro qui, ero felice qui, ma ora, ora era tutto andato. Non c'è sicurezza da nessuna parte, non sarò mai al sicuro da qualunque cosa.

La mia maglietta fu strappata dal mio corpo e mi furono tolti i pantaloncini. Spingevo, calciavo e colpivo qualsiasi cosa potevo ma questo non lo fermava. Non potevo aprire gli occhi senza che il dolore tagliente tornasse. Almeno tenendoli chiusi un pò era meglio.

Le sue viscide mani viaggiarono sul mio stomaco nudo per poi spostarsi sulle mie cosce ed io rabbrividì dal disgusto cercando di non vomitare. Piagnucolai dalla paura mentre mi strappava il reggiseno e muoveva la sua mano verso l'unico indumento che avevo addosso.

Sentì lo schiocco del bottone ed il suono metallico della cerniera. Il suo peso si spostò e poi sentì la sua pelle nuda contro la mia. Le lacrime stavano scendendo dal mio viso in modo incontrollato ed il mio corpo si scosse mentre accettai ciò che sarebbe successo, quello che non potevo fermare.

Aveva legato, Dio solo sa cosa, intorno alla mia bocca così da smorzare qualsiasi suono. E nel momento in cui mi stava togliendo le mutandine sentì un rumore. Era un suono di un cavallo e poi non sentì più il suo peso.

Tutto intorno a me stava girando ed era sfocato mentre cercai di alzarmi ma mi sentì cadere sul terreno dal dolore. Non sapevo che cosa stesse succedendo attorno a me; non avevo prestato attenzione a niente; ero solo stesa sul terreno mentre tutto diventò nero.

C'erano dei suoni di voce ma mi sentivo come se fossi sotto l'acqua, stavo di nuovo affogando e questa volta non avevo la forza di combattere. Non mi interessava più. Mi sentivo come se onda dopo onda mi spingeva sempre più giù mentre io rinunciavo a lottare. Rimasi stesa lì.

Urlai quando qualcuno mi toccò e cercai di dimenarmi.

"Addie, tesoro sono Liam, non ti voglio far del male. Non ti ferirò." Mi rilassai e lo lasciai toccarmi. Quando mi sollevò il mio stomaco si contrasse e caddi sulle mie mani e ginocchia per poi vomitare tutto per quello che mi sembrarono ore.

Con la sua mano mi strofinò la schiena. La mia testa stava urlando di dolore ed io ebbi di nuovo le vertigini.

"Woah" mi afferrò e mi prese tra le sue braccia.

Piansi come non avevo mai fatto prima.

"Addie, puoi alzare le braccia?" chiese ed io annuì lentamente. Lentamente alzai le braccia ma l'azione mi fece più male di quello che pensassi. Sentì una maglietta scendere sulla mia pelle nuda e qualcosa avvolto attorno alla mia testa prima che Liam mi strinse a lui di nuovo.

Seppellì la mia faccia sul suo petto nudo e mi rilassai. Non mi avrebbe ferito, non come Jack. Liam non mi farebbe del male. Lo ripetetti a me stessa ancora e ancora.

Piansi per quello che era appena successo, piansi per il motivo del perchè mi trovavo qui, piansi perchè mi faceva male il corpo e piansi perchè piangere mi faceva sentire più dolore.

"Shh, sei con me ora, sei al sicuro." Sussurrò nel mio orecchio.

Mi strofinò la schiena e mi accarezzo la testa cosa che aiutò a diminuire un pò il dolore.

"Liam, c'è la polizia. Vogliono sapere se le possono parlare ora o dopo all'ospedale." Sentì la voce di Ethan attraverso la confusione.

"Ora ha bisogno dell'ospedale, possono aspettare. Basta che affrontino prima quel sacco di merda." La sua voce era piena di rabbia ed io mi accascia. Sapevo che non era diretta a me ma mi aveva un pò spaventato.

Mi strinse forte "Mi dispiace." La sua voce si calmò di nuovo. "Sei al sicuro ed io non ti farò del male. Non sono arrabbiato con te. Questo non è colpa tua. Addie tutto questo non è colpa tua."

Mi sedetti lì e piansi a lungo.

"Addie, l'ambulanza è qui. Vuoi che venga con te?" chiese ed io annuì. Mi prese in braccio e mi portò fino a quando mi mise giù su qualcosa poi mi afferrò la mano. Tutto si sentiva ancora lontano.

Sentì tutti i movimenti e mi sentì anche sollevare per essere messa nel retro del veicolo. Ero a malapena consapevole di loro che mi toccavano e del lavoro attorno a me, le cose stavano svanendo velocemente e all'ultimo minuto ebbi un pensiero che mi fece ribollire il sangue dalla paura.

Non importava quanto faceva male, tolsi la mano da quella di Liam e la mossi per fare, tramite la comunicazione dei segni, l'ultima richiesta che sapevo che Liam avrebbe prestato attenzione. Alla fine tutti i suoni scomparsero completamente e tutto divenne nero.

Secrets in silence - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora