Capitolo 8 - Liam

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Era passata più di una settimana dall'ultima volta che l'ho vista. Ogni giorno andavo a casa sua e Lalan mi diceva che non era una buona giornata e che sarei dovuto tornare il giorno dopo. Ero davvero preoccupato per lei, poi un giorno non riuscivo più a resistere a non vederla e volevo sapere se stava bene.

In poco tempo avevamo avuto una discussione intensa, ero così arrabbiato per il fatto che avesse messo la sua famiglia in quella posizione, che avesse messo anche se stessa.

"Non farlo Addison." Le dissi, non aveva nessun diritto di agire così nei confronti di Lalan, e io ero furioso per questo.

Lalan boccheggiò a quello che aveva scritto Addie e io persi la testa.

"Sei un'egoista bambina viziata. Loro non sono affatto come i tuoi genitori! Ma forse dovrebbero esserlo se tu ti comporti come una stronza e una regina del dramma ogni volta, non ti chiedere perchè ai tuoi genitori non interessa niente di te!" le gridai, e un secondo dopo che le parole lasciarono la mia bocca, me ne pentì.

"Liam! Come hai potuto dirlo?" gridò Lalan ed indietreggiai dal suo tono.

Mi sentì orribile per averlo detto, perchè anche se lei si comportava come una bambina, non avevo il diritto di dirle tutto quello. Tutti potevano vedere che stava passando qualcosa di traumatico che si rifiutava di raccontare e dire quello che avevo detto, che era tutta colpa sua e che questo era il perchè i suoi genitori erano disinteressati a lei, era un colpo basso.

Avrei voluto tornare indietro, perchè ciò che avevo detto non era vero. Dopo tutto, lei era una bellissima e innocente persona. Cercava di tenersi tutto per se così da non dare un carico alle altre persone. Non era debole o una stronza, sono io l'orribile persona.

Il mio cuore si ruppe ancora di più quando lei prese la penna e scisse un nuovo messaggio.

"Hai ragione. Ora uscite fuori"

"Addison, mi dispiace così tanto. Non volevo" feci un passo avanti, lei continuava a fissarmi e puntare alla porta, non la incolpavo, ma feci un passo ancora più vicino. "Addie, per favore. Mi dispiace. Davvero, non volevo."

Sapevo che ero troppo vicino ma volevo sapere da lei che ero scusato.

Lei feci un passo avanti e mi tirò uno schiaffo in faccia. Lalan boccheggiò. Meritavo quello e di peggio. Ero sicuro che avrò di peggio da mia madre e da Lalan.

Toccai la mia guancia mentre lei scrisse, "Uscite fuori. ORA!" Non avevo nessun diritto di restare qui così annuì e mi diressi fuori dalla porta.

Non so cosa mi era successo, non ero stato cresciuto così, e mia madre si sarebbe vergognata per quello che avevo fatto, lo sapevo perchè io stesso me ne vergognavo.

Tutti i progressi che avevo fatto con Addie erano distrutti. Stava iniziando a fidarsi di me, era venuta con me al laghetto e al campo, e io avevo distrutto tutto questo. Non mi avrebbe più voluto vicino a lei.

E se avrei voluto aiutarla, avevo bisogno di ricostruire tutto di nuovo e ciò avrebbe richiesto molto tempo. Sperai che ne avessi di tempo per farlo.

Mi sedetti sul divano e aspettai Lalan, sapevo che stavo per ricevere urla o schiaffi o entrambi.

Venne giù qualche minuto più tardi e sapevo che era arrabbiata.

"Che diavolo c'è di sbagliato in te?" chiese e iniziò a camminare mentre mi presi la testa. Ero seduto sul bordo del divano con le mie ginocchia divaricate e le mani chiuse insieme. Non sapevo che cosa dire, così non dissi nulla. Secondo errore che feci oggi.

Secrets in silence - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora