Capitolo 18 - Liam

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Era ormai a casa da quattro giorni, e vedevo ogni giorno dei cambiamenti in lei. Ero rimasto sorpreso che non avesse permesso a ciò che è successo di deprimerla, stava combattendo attraverso le sue paure ed ero così orgoglioso di lei. Stava diventando sempre più rilassata stando intorno a tutti noi.

Trascorreva molto tempo con sua zia cucinando; l'aiutava a cucinare quasi tutti i pasti. Alcune volte le guardavo interagire tra di loro, un pò inquietante forse, ma credo che tutto questo rende ovvio che mi piace.

Ma non a lei.

Ridevano e sorridevano mentre cucinavano insieme. Potevo vedere che il contatto che c'era tra di loro era così completamente naturale. Alcune volte Lalan la urtava con l'anca o la spingeva accidentalmente, ma Addison non ha mai dato di matto, ricambiava semplicemente il gesto.

Era un fantastico spettacolo da vedere e potevo notare dal modo in cui Lalan guardava Addie, che per lei non era una nipote ma una figlia. L'amava intensamente e sapevo che lei desidererebbe che Addison restasse anche dopo la fine dell'estate, sapevo che tutti noi lo volevamo.

Sarà difficile quando se ne andrà, ma ero determinato a trascorrere tutto il mio tempo possibile con lei.

Le chiesi se voleva andare al laghetto e lei annuì immediatamente. Sapevo quanto amava stare lì. Come sempre ci dirigemmo verso il luogo in silenzio, entrambi ci prendemmo il tempo per osservare tutto ciò che si trovava qui.

Quando raggiungemmo il posto, lasciammo i cavalli pascolare nelle vicinanze.

Stava guardando il laghetto così mi diressi dietro di lei in modo da poter intrecciare le mie braccia attorno al suo bacino. Trattenni il fiato quando si irrigidì ma dopo un minuto si rilassò. Sorrisi quando appoggiò la sua testa contro di me e mise le sue mani sulle mie.

Il gesso al polso lo fece sembrare un pò strano ma non mi interessò.

Restammo così per un pò di tempo ed io la strinsi più forte per sentirla ancora più contro di me. Ero felice che si fidasse di me.

Si tolse da me per poi togliersi le scarpe e le calze con un pò di difficoltà. Sperai per lei che le togliessero quel gesto al più presto, la stava facendo diventare pazza, ma mentirei se non dicessi che la trovai tenera e divertente allo stesso tempo.

So che è orribile perchè è rotto, ma era così adorabile quando non riusciva facilmente a fare qualcosa con quel gesso sul polso.

Mise i suoi piedi nell'acqua ed io mi sedetti dietro di lei, mettendo le mie gambe ad ogni lato delle sue. Si sdraiò di nuovo contro di me. Sembrava così naturale ora e sperai di poter fare questo per sempre.

Restammo lì seduti in silenzio per un pò.

"Stai avendo una bella giornata?" chiesi e lei annuì. "Vuoi che rimanga stasera?" chiesi di nuovo e lei annuì ancora una volta.

Questo era il modo in cui comunicavamo ora, e anche io non vedevo l'ora che si togliesse il gesso.

"Vuoi anche Keisha?" chiesi e sorrisi quando la vidi annuire velocemente. Amava quel cane e lui l'adorava, era così dolce.

Dopo questo restammo lì seduti in silenzio fino a che Addie decise di tornare indietro. Ero un pò in disappunto, volevo trascorrere più tempo con lei, ma aveva caldo.

Mi chiesi perchè indossasse jeans o leggings tutti i giorni, ma pensai che avesse a che fare con le cicatrici.

Poi il ricordo di quella notte in cui li vidi mi tormentò di nuovo.

"Non ho fatto questo a me stessa."

Chi le aveva fatto quei segni? O forse non voleva solo ammetterlo. Mi fece preoccupare il pensiero che lei dovrà tornare a casa, non so quello che succede lì ma è molto peggio di quello che tutti noi pensiamo. Non ho detto mai a nessuno di quei segni e desiderai che lo sapessero, desiderai che tutti noi sapessimo ciò che succede lì.

Quella notte, dopo la cena, andai nella sua camera dopo aver aiutato mio padre e lei mi disse che sarebbe tornata subito. Ero confuso ma non la fermai. Mi distesi sul suo letto e la guardai quando tornò in camera.

La guardai attentamente e niente sembrò strano. Semplicemente Addie si distese nel letto con me e si rannicchiò, volevo chiederle così tanto dove fosse andata, ma sapevo che non erano affari miei, se lei avesse voluto farmelo sapere me lo avrebbe detto prima. Questo è l'ennesimo suo segreto.

Rimasi sveglio mentre si addormentò profondamente per metà sopra di me. Distrattamente giocai con i suoi capelli.

Pensai a tutto ciò che era successo.

La sua mancanza di comunicazione, il suo andare di matto nel primo momento in cui viene toccata, come si stava aprendo, le sue cicatrici sulle gambe e sulle braccia, gli incubi, le sue difficoltà emotive, l'attacco, tutto.

E lei diventava ogni giorno sempre più un mistero.

Era sempre più felice qui mentre i giorni passavano, ma si poteva vedere anche che la tristezza non era mai molto lontana. Ci stava provando, ma c'erano delle cose che, anche se cercava di reprimerle, tornavano ogni giorno in un modo o nell'altro.

Avevo paura che se lei li ignorasse, le avrebbero fatto cancellare tutti i suoi progressi.

Avevo paura che se tornasse a casa diventerebbe come era prima e avevo paura che non la rivedremmo più. Onestamente non penso che i suoi genitori le permetterebbero di tornare e ciò distruggerebbe tutti noi che abbiamo avuto così tanta cura per lei.

Finalmente allontanai tutti questi pensieri per addormentarmi, ma non fu facile.

La mattina successiva me ne andai per potermi cambiare e per mangiare la colazione con la mia famiglia prima di uscire per andare a lavorare. Asher stava portando Addie al suo appuntamento con il dottore e sperai di vederla tornare senza gesso.

"Allora come stanno andando le cose?" chiese mio padre.

"Bene, le cose stanno andando meglio con lei."

"Ciò è un bene. Ho bisogno di parlarti." Mio padre mise a terra tutte le cose e mi guardò.

"Certo." Dissi e feci lo stesso.

"Ora, io e tua madre ci fidiamo di te, ma ho bisogno di chiederti un paio di cose."

"Okay" non ero sicuro di dove volesse andare a parare.

"Stai dormendo con Addie ogni notte." Ecco ora lo sapevo.

"E non sta succedendo niente di male."

"No?" chiese.

"Addie è completamente inconsapevole di quello che provo per lei; tutto ciò che è successo tra di noi è stato stringerci la mano oppure si rannicchia contro di me. Nessun tocco, nessun bacio. Non è pronta per quello ed io tengo ai miei valori." Gli dissi onestamente.

Nessuna donna mi avrebbe fatto cambiare idea sull'aspettare il matrimonio, se avessi trovato la ragazza giusta, avrebbe aspettato con me.

"Va bene, volevo solo chiedertelo." Fece spallucce.

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Mio padre era frustrato e lo stesso anche Ethan. Non riuscivamo ancora ad avvicinarci al cavallo e pensai che avessero perso la pazienza con lui. Ha ferito molte persone ed ormai il cavallo è sempre passivo.

Addie tornò all'ora di pranzo, ero felicemente sorpreso di non vedere più il gesso sul suo polso, ora c'era solo una fascia.

Rimasi anche scioccato per ciò che indossava. Le sue cicatrici erano in primo piano mentre indossava dei pantaloncini, sembrò non importargliene. Si agitò quando le persone le guardarono, sapevo che stesse aspettando delle domande, ma queste non arrivarono mai.

Tutti erano calmi riguardo a ciò, anche se potevo vedere che volevano fare delle domande, ma nessuno insistette e credo che pensassero che se le avesse fatte da sola.

Ma vidi il tutto come una buona cosa, era un'altro passo avanti che lei aveva fatto nella giusta direzione.

Secrets in silence - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora