CAPITOLO III

50 14 25
                                    

Regione Iku Nembelas, base dei terroristi, 15:55

Nella sala riunioni, luogo dove vi erano un lungo tavolo rettangolare ed uno schermo al plasma da cinquanta pollici, si riunirono le tre persone più importanti del gruppo:
Nije Zapove, un uomo alto un metro e ottanta, snello, dai capelli lunghi, lisci e neri, e dagli occhi azzurri, il quale indossava lunghi pantaloni neri attillati ed una maglia blu, dai dettagli di un giallo acceso. Egli si sedeva, solitamente, a capotavola.
Alla sua sinistra, Ranik Sneje, il generale che il giorno prima parlò con Uso, dalla folta barba e dai capelli corti e arruffati, ambedue di colore rosso e gli occhi castani. L'abito che indossava in ogni occasione era una divisa mimetica e portava sempre con se un fucile a pompa ed una scatola di sigari.
Alla sua destra, Yori Tsuyoi, una ragazza dalla carnagione pallida e di bassa statura, dagli occhi verdi e dai capelli corti e neri. Ella indossava dei jeans attillati, una maglietta rosa ed un paio di occhiali da vista.

– Mancano ancora cinque minuti alla chiamata di questo fantomatico Lair. Avete altro da dirmi? – chiese il primo, poggiando il cellulare, fornitogli da Uso, al centro del tavolo.

– Continuo a ripetervi che non mi fido di lui. – rispose il generale Ranik, accendendosi un sigaro.

– Eppure vi ha aiutati entrambi in una situazione problematica. – ribatté Nije.

– Non è questo il punto. Non sappiamo chi sia e che faccia abbia, in più potrebbe aver piazzato un dispositivo di localizzazione sul cellulare, così che le forze dell'ordine possano attaccarci. – prosegui l'uomo, dopo un colpo di tosse.

– Ci avrebbero già attaccati di notte se sapessero la nostra posizione.

– Magari succederà proprio durante la chiamata. – continuò Ranik, balbettando parole indecifrabili.

– Non succederà nulla di tutto ciò. – disse Yori, intromettendosi.

– Come fai ad esserne così sicura?! – sbraitò l'uomo, facendo cadere accidentalmente il sigaro sul tavolo.

– C'è un motivo se ha fatto tutto ciò, quindi dobbiamo concedergli il beneficio del dubbio.

– Anche se non ne sai nulla? – chiese Nije, incuriosito dalla scelta della ragazza.

– Questo non ha importanza. Importa che senza di lui le nostre forze sarebbero state dimezzate, se non completamente annientate. In più ci ha fornito innumerevoli frame. – rispose, mantenendo un tono calmo.

– Magari era tutto un piano e lui fa parte delle forze dell'ordine! – urlò il rosso, alzandosi dalla sedia.

– Ti dico che, per il momento, dobbiamo fidarci di lui! – ribatté la ragazza, imitandolo.

– Ora basta urlare. Yori, sai qualcos'altro? – li interruppe Nije, facendoli sedere.

– Quando gli ho detto che Daiki si trovava all'associazione Varanje su di un mech, ha detto che avrebbe preso lui il comando. Quindi lui sa cosa gli è successo di preciso.

– Lo sapeva perché glielo avranno detto i suoi superiori. – riprese Ranik.

– È probabile che possegga l'occhio arcano Neif. – disse Nije, sorprendendo i due. – Pensateci. Sapeva di Daiki perché poteva trovarsi all'associazione Varanje, mentre il modo in cui vi ha comandati, sembrava proprio che conoscesse tutte le vostre posizioni.

– Questo non cambia che... – riprese il comandante, prima di essere interrotto dallo squillo del cellulare.

– Mettilo in vivavoce. – riprese Nije, riferitosi a Yori.

I giustizieri corvini [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora