CAPITOLO XVIII

14 2 1
                                    

Spazio ignoto, luogo ignoto

Uso si ritrovò nel luogo dei suoi sogni ricorrenti, aspettando con malinconica attesa la prossima visione.
Annoiato, si sedette sul nulla, a gambe incrociate, pensando a tutto quello che successe fino a quel giorno.

- Guarda come ti sei ridotto. La paura di perdere ti ha reso uguale alle persone che odi. - disse una voce uguale alla sua.

Uso si girò di scatto, ma non vide nulla.

- Tu chi saresti? Il mio subconscio? - chiese, tornando alla posizione precedente.

Nessuna risposta. Più volte pensò che se lo fosse solo immaginato, ma si sentì osservato per tutto il tempo.
D'un tratto sentì, sulla sua schiena, un lieve peso che vi si appoggiò.

- Ci sei andato vicino. Vuoi ritentare?

Al sentire quelle parole, si girò lentamente, osservando un altro se stesso, uguale in tutto e per tutto a lui, anche nella posizione, il quale indossò l'uniforme del suo liceo.

- No grazie, ho altro a cui pensare. Sai dirmi cosa ci faccio qui ogni notte? - domandò, con un sorriso curioso.

- Ogni cosa a suo tempo. Prima voglio parlarti di altro.

- Dimmi pure. - continuò Uso, girandosi dall'altra parte e ascoltandolo attentamente.

- In questo momento tutti quanti i giustizieri corvini stanno combattendo l'esercito di Wolong.

- Lo so, dunque? - chiese, con fare indifferente.

- Sarà un massacro.

- Lo so.

- Mi fai schifo. - prosegui l'altro Uso, con tono disgustato.

- Lo penso anche io.

- Almeno su questo non siamo cambiati. Perché non provi a combattere anche te, sarà più divertente.

- Perché, comunque vada, moriremo. - continuò Uso, grattandosi la testa.

- Stare tutto il giorno ad aspettare l'abbraccio della morte non ci si addice.

- Hai ragione, però preferisco non fare nulla e aspettare piuttosto che sprecare energie inutilmente. Tanto in entrambi i casi io, Yori e Tasuke moriremo, le visioni non mi hanno mai mentito.

- Che motivazione stupida. Sai meglio di me che le visioni possono non avverarsi. - riprese l'altro, con tono disgustato.

- Ormai tutto questo ha smesso di divertirmi, quindi smetterò di recitare la parte del paladino della giustizia.

- Ormai Lair è un simbolo, chi prenderà la sua maschera con la tua morte?

- Nessuno. Lair morirà con tutti i giustizieri corvini e con i suoi ideali. - continuò Uso, pervaso da una grassa risata.

- Dunque hai scelto di morire senza neanche provarci. Sei patetico.

- Lo so. Quando accadrà non rimpiangerò nulla. - disse, alzandosi per un attimo, per posi sdraiarsi dietro all'altro se stesso.

- Neanche la morte di Daiki Tenaga, Lidojuma Skala, Ranik Sneje e altri milioni di civili? Noi li abbiamo uccisi.

- Le scelte di Lair lo hanno fatto.

- Cosa cambia? Diretta o indiretta, la colpa della loro morte è nostra. Sono morti per nulla? - chiese l'altro, pacato, guardandolo con disgusto.

- Se dovrò morire, sì.

- Solito di Uso Tsuki. Dimmi, non rimpiangerai neanche la morte di Yori e Tasuke?

- Tanto li rivedrò tutti nel regno dei morti.

I giustizieri corvini [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora