CAPOTOLO IV

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Una volta finita la riunione, Uso e Tasuke vennero accompagnati da due guardie armate in una delle stanze alla loro destra. Dal soffitto completamente bianco e dai muri verniciati di azzurro, la stanza comprendeva un armadio, completamente vuoto, una scrivania in legno scuro, dotato di sedia girevole imbottita di polistirolo, ed un letto a castello, dalle lenzuola bianche. Il tutto era lievemente rovinato dal tempo, risultando in alcuni graffi sugli oggetti di legno e in una grande ragnatela abbandonata in un angolo della stanza.

I due, dopo che Uso si tolse il casco, scelsero chi in quale letto avrebbero dormito, per poi discutere del più e del meno.

– Certo che sei proprio spregevole. – incominciò Tasuke, posando sulla scrivania una piccola borsa in pelle.

– Riguardo a cosa nello specifico?

– Per prima cosa hai nascosto la tua identità ed il tuo viso, poi hai mentito sulla tua provenienza e in fine hai mentito sulla presenza dell'occhio arcano.– proseguì, afferrando l'artefatto divino, celato sotto la sua maglietta.

– Lo sai anche tu che sono un bugiardo. – disse Uso, sdraiandosi sul letto inferiore.

– Sono anni che ti conosco e chiamarti bugiardo è anche poco.

– Prima o poi arriverà il momento di rivelargli tutto, penso di farlo prima della battaglia finale contro il Gran Consiglio. – riprese, dal tono incerto.

– E se ci scoprissero prima di allora?

Uso, al solo ascoltare quella domanda, fece un sorriso inquietante.

– Probabilmente ci uccideranno.

– Ma come faccio con te. Piuttosto, hai visto come ti osservava quella Yori? – domandò Tasuke, sedendosi sulla sedia e assumendo un'espressione divertita.

– Sì, ma quello con lo sguardo più ossessivo era sicuramente lo scimmione.

– Parlando seriamente, pensi ci siano telecamere o cimici in questa stanza? – proseguì, guardandosi intorno.

– Non gli converrebbe. Nije ha detto che non potremo utilizzare tutti i frame a nostra disposizione perché alcuni sono in riparazione, quindi presumo che non abbiano abbastanza fondi per farlo nel modo più veloce possibile. In più questo palazzo cade a pezzi e la nostra camera è un po' uno schifo, quindi scarterei in toto questa eventualità.
Anche fosse, ci basta dargli meno informazioni possibile. La maschera serve a nascondermi più dal Gran consiglio che da loro.

– Secondo te ce la faremo veramente a riprenderci il loro capo? – chiese, leggermente confuso.

– Sinceramente non so neanche se ci possa servire a qualcosa. Ho avuto una discussione con lui e posso dirti che è decisamente un idiota. Se qualcuno di loro non eseguirà i miei comandi lo ucciderò e se, dopo aver salvato quel Tenaga, vorranno ribellarsi a me ce ne andremo e spiffereremo la loro posizione alle forze dell'ordine. – rispose Uso, alzandosi e camminando per tutta la stanza.

– Non lo far... – riprese Tasuke, prima che Uso si mise un dito davanti alla bocca, per fargli cenno di tacere.

Quest'ultimo si rimise il casco ed aprì la porta della stanza.

Davanti a lui vi era Yori, dallo sguardo arrabbiato, la quale lo prese per una manica e lo trascinò con forza verso l'esterno, lasciando Tasuke a bocca aperta.
Uso, confuso dal gesto della ragazza, decise di lasciarla fare, curioso di come si sarebbe evoluta la faccenda.

Usciti dal palazzo, la ragazza lo condusse in una palazzina, situata alla fine della strada alla loro sinistra. Dalla forma prettamente rettangolare e dal tetto piatto, presentava molti segni di un luogo in rovina, come chiazze di muschio e interi mattoni crepati. Al suo interno, l'edificio disponeva di una trentina di camere, quasi tutte dotate di bagno personale, una sala grande ed una cucina.

I giustizieri corvini [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora