CAPITOLO XII

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Base dei giustizieri corvini, edificio centrale, camera di Clam Adphin

La stanza, interamente illuminata da delle plafoniere azzurre, aveva dei pannelli fonoassorbenti neri incollati alle pareti e un pavimento interamente ricoperto da piastrelle, anch'esse nere. Sulla destra vi era una scrivania in legno, dalle tinte scure, sulla quale erano riposti un computer di vecchia generazione e diverse audiocassette. Sul lato sinistro, invece, vi era un letto dalle lenzuola blu e ai suoi piedi un comodino sospeso, bianco e dai dettagli in legno, che reggeva uno stereo.

Clam, appena arrivata dopo la riunione, si tolse il cappello e la giacca, posandoli sulla scrivania e rimanendo in jeans e maglietta corta. Prese una delle audiocassette e si sdraiò sul letto, inserendola nello stereo. Ascoltando uno dei brani dei Purple Roses, osservò intensamente il soffitto.
Con le lacrime agli occhi, continuò a pensare a quella scena ininterrottamente, ricordando il volto di Lidojuma in modo distorto rispetto alla realtà.

D'un tratto, venne deconcentrata da un lieve rumore proveniente dalla porta.

- Entra pure. - disse, con tono cupo, pensando fosse Lair.

- Scusa se sono venuta qui senza preavviso, ma avevo voglia di parlarti. - disse Yori, aprendo la porta a scorrimento e affacciandosi dal lato destro, verso la ragazza.

Clam, alzò il busto dal letto e si mise a gambe incrociate.

- Ah sei tu Tsuyoi. Accomodati pure. - riprese, facendo segno all'altra di sedersi sul letto, con tono amichevole.

Yori, dopo aver chiuso la porta, si sedette di fronte a lei, guardandosi intorno.

- Ti ha detto Lair di venire? - chiese Clam, seria.

- Sì, ma lo avrei fatto anche senza il suo ordine. - rispose l'altra, francamente, sedendosi sul letto di fronte a Clam. - Come ti senti?

- Non ho molta voglia di parlarne. - rispose, continuando a piangere.

- Ti prometto che non lo dirò a nessuno. - riprese Yori, allungando la mano e porgendole il mignolo.

La ragazza, commossa dal suo volto dolce e delicato, non poco dissimile da quello che Lidojuma le porgeva quando erano sole, si asciugò le lacrime con la manica della maglietta e le strinse il mignolo, per poi dirle:

- In questo momento non riesco a provare altro che rimorso e paura.

- Ti capisco, è orrendo perdere qualcuno a cui si vuole bene. - continuò Yori, dalla voce triste.

- E' successo anche a te? - chiese Clam, sorpresa.

- Qualche anno fa i miei genitori sono morti davanti ai miei occhi e mio fratello finì in coma quello stesso giorno.

- Mi spiace ... - riprese la prima, dal volto incupito.

- Non affliggerti e vai avanti. Questo è l'unico consiglio che posso darti. - disse Yori, afferrandole la mani e fissandola negli occhi.

- Mi sembra un po' scontata come cosa. - rispose lei, con un piccolo ghigno in faccia.

- Eppure è l'unica cosa che puoi fare se non vuoi essere risucchiata da una spirale di dolore.

- Penso che farò come hai detto. - riprese Clam, sicura di se.

- Se te la senti, ti va di parlarmi di te e Lidojuma? - chiese, curiosa, Yori.

- Ci siamo conosciute appena quattro anni fa e sin da quel giorno, abbiamo sempre passato il tempo insieme. - iniziò, fissando il soffitto.

- Dove vi siete conosciute?

I giustizieri corvini [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora