CAPITOLO XX

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Clam, uscita dalla sala riunioni, si appoggiò alla porta e si prese qualche istante per riflettere e per asciugarsi le poche lacrime che gli rimasero in volto, per poi avviarsi in camera di Uso, in cerca di risposte.
Arrivata davanti alla porta, bussò ripetutamente e, dopo qualche secondo, un lieve sussurrò la invitò ad entrare.

Uso, ancora seduto sul divano, aveva delle evidenti occhiaie e fissava costantemente il pavimento. Sul tavolino davanti al divano, vi erano il casco e l'occhio arcano.

- Posso disturbarti? - chiese Clam, rimasta sull'uscio, notando i capelli spettinati che si intravidero dal divano.

- Fai pure, ormai sei già entrata. - rispose, con tono cupo, il ragazzo.

Clam, una volta raggiunto, confermò che il governatore Omona disse il vero e decise di sedersi alla sua sinistra.

- Sono venuti tre governatori per parlare di te. - disse, fissando nella sua stessa direzione.

- Scommetto che vi hanno rivelato chi sono. - continuò lui, con una smorfia di divertimento.

- Sì. Hanno parlato anche della morte di Lidojuma e che tu sapevi sarebbe successo. Perché non hai fatto niente per evitarla? - domandò Clam, voltandosi verso di lui, tentando di trattenere le lacrime.

- Arrivati a questo punto, non ho molti particolari da rivelarti.
Ho avuto ben tre visioni diverse della morte di Lidojuma, la quale avveniva sempre nello stesso orario, come se fosse impossibile evitarla. Nessuna di esse, però, avveniva per causa di un utilizzatore di un artefatto divino. In tutte le visioni era sempre da sola, per questo sono andato sul sicuro e vi ho inviate insieme. - rispose Uso, fissandola negli occhi.

- Perché non ne hai mai parlato con nessuno?

- L'unico con cui ne ho parlato è Tasuke. Se un tizio che non hai mai visto in faccia ti dicesse che in un sogno ha visto che ti tortureranno a morte, gli crederesti? - continuò lui, chiudendo gli occhi e pensando a delle visioni passate.

La ragazza, stupita, rimase in silenzio. Il solo pensare a quello che Uso gli disse la lasciò di sasso.

- Ti manca molto? - domandò Uso, aprendo gli occhi e tornando con un espressione seria.

- Non faccio altro che pensarci. - rispose lei, tornando a fissare il pavimento.

- Ti senti come se ti avessero tolto una parte importante della tua vita? E' quello che provo ogni volta che penso a lei.

- Inizialmente è stato così, ma col tempo ho imparato ad andare avanti, soprattutto grazie a te e agli altri. - rispose lei, dall'espressione serena e con un tono allegro.

Uso la osservò per tutto il tempo, non sapendo cosa pensare, finché una vocina non li fermò.

- Devo dire che dal vivo sei più basso di come sembri. - disse Kashiko, attraversando il muro alla sinistra di Uso e camminando fino al divano.

Clam si alzò di scatto e si mise tra i due, pensando che la bambina non avesse buone intenzioni.

- Te chi saresti? - chiese Uso, stranito dall'areola che ella aveva in testa.

- Questo non ha importanza, quello che importa è cosa sto per dirti. - rispose lei, passando attraverso Clam e sedendosi alla sua destra.

Uso, stranito dalla situazione, tentò di toccarle la guancia, riuscendoci, e lei fece un'espressione divertita.

- Lui ha proprio ragione, sei un tipo interessante.

- A chi ti riferisci? - chiese Uso, intrigato.

I giustizieri corvini [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora