CAPITOLO VIII

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Era passata la mezzanotte quando Elena sgattaiolò fuori dalla sua stanza con ancora indosso il vestito azzurro con scollo a cuore e la gonna ampia che arrivava a metà coscia che si era messa per scendere a cena. I corridoi erano vuoti, bui e silenziosi; stranamente riuscì ad uscire in giardino senza troppi problemi. Corse più in fretta che poté cercando allo stesso tempo di fare poco rumore sul vialetto coperto di ghiaia e poi si diresse alla fontana. Si sedette sul bordo di marmo, in attesa del suo destino. L'aria era fresca e deliziosa, piena di aromi dei fiori notturni, la notte senza luna permetteva di vedere nitidamente ogni stella e a parte lo scrosciare della fontana non si udiva il minimo fruscio, come se tutto intorno a lei fosse vigile e in attesa di qualcosa.

«Come mai sei qui fuori tutta sola, nel mezzo della notte?» chiese una voce intono di rimprovero. Quella voce profonda, oscura e ammaliante apparteneva ad Alucard.

Lei sussultò; non aveva sentito alcun rumore. Era come se il vampiro fosse apparso dal nulla. Doveva aspettarsi una cosa del genere, lui era solito comparire in quel modo, ma non ci aveva ancora fatto l'abitudine.

"Cavolo, sono stata scoperta. Sembrava fin troppo facile che fossi riuscita ad eludere ogni sorveglianza. Cosa succederà ora?" pensò Elena.

«Non riuscivo a dormire» rispose con la prima cosa che le venne in mente facendo poi spallucce.

Alucard si palesò davanti a lei uscendo dalle ombre della notte «stavi correndo. Avevi fretta forse?» Sembrava oltremodo sospettoso.

«Non volevo farmi scoprire. Ma a quanto pare...» disse evitando lo sguardo indagatore che si sentiva addosso.

«E tu pensavi che io potessi non accorgermi di niente? Ho sentito i tuoi passi da quando sei uscita dalla tua stanza.»

«Già, i vampiri e il loro super udito» Elena sbuffò alzando gli occhi al cielo.

«Si. E il tuo cuore sta battendo all'impazzata. Sento che mi stai nascondendo qualcosa. Cosa avevi intenzione di fare?» chiese incrociando le braccia e fissandola con quelle iridi simili a tizzoni ardenti.

"Dio...quello sguardo sembra che mi stia perforando l'anima" pensò un secondo prima di rispondere.

«Niente, ti ho detto che non riuscivo a dormire e avevo bisogno di uscire... mi sentivo soffocare.» Riuscì a parlare guardandolo dritto negli occhi. Quella era una bugia bell'e buona ma sperava che lui ci credesse.

Ma Alucard si avvicinò pericolosamente a lei e la intrappolò, mettendole le braccia ai lati del suo corpo appoggiando i palmi ricoperti dai guanti sul marmo della fontana. Il volto del vampiro era a mezzo centimetro dal suo «Mi credi forse stupido? Sarà meglio che mi racconti come stanno le cose realmente.» Quella vicinanza faceva quasi girare la testa ad Elena; sentiva l'aura di Alucard imporsi su di lei ed era al contempo avvolta dal suo profumo, come di gelsomino e fiori di sambuco. 

«Dannazione Elena!» esclamò allontanandosi di scatto nel vedere che era in grado di resistergli «voglio solo proteggerti! Integra non desidera che tu stia fuori da sola dopo gli ultimi avvenimenti.»

Elena cedette; capì che non sarebbe mai riuscita a prenderlo in giro e toglierselo di dosso, era troppo furbo, con una spiccata attitudine al comando e alla dominanza. Da sotto il vestito tirò fuori la foto e il biglietto stropicciati che aveva ricevuto e lo diede ad Alucard con mani tremanti, scoppiando poi a piangere per la disperazione e lo sconforto.

Quando il vampiro finì di leggere in un istante espanse la sua aura nei dintorni, alla ricerca di qualcuno che non avrebbe dovuto esserci, ma non percepì nulla. Poi prese in braccio Elena nonostante le sue proteste e saltò. Si librò in aria finché non appoggiò Elena al sicuro sul balcone. «Cosa ti è saltato in mente?! Dovevi subito portare quel biglietto ad Integra! Non prendere iniziative idiote in questo modo!» Alucard era più che arrabbiato, i suoi occhi brillavano sinistramente rossi e furiosi. Sembrava fuori di testa.

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora