CAPITOLO XXIII

113 7 1
                                    

Elena era seduta su una sedia nel seminterrato adibito a laboratorio; le stavano prelevando una gran quantità di sangue, conservandola poi in provette. Erano passati due giorni da quando si era lasciata catturare da Gabriel. Aveva provato a togliersi il bracciale magico, ma non ci era riuscita. Appena fece un tentativo una fortissima scossa elettrica si irradiò per tutto il corpo stordendola e lasciandole una dolorosa bruciatura sul polso. Capì che ogni tentativo sarebbe stato vano e le avrebbe causato solo dolore inutile. Quel braccialetto aveva una piccola serratura e si apriva solo grazie ad una chiave che chissà dove fosse tenuta nascosta. Si sentiva come se fosse tornata ad essere una normale umana, indifesa e senza alcun potere. Non era facile inventarsi un piano per uccidere Gabriel e fuggire da quel posto nelle condizioni in cui si trovava. Non le avevano ancora dato nulla da mangiare e il suo aguzzino si era assicurato di farle pagare il suo rifiuto ad unirsi a lui volontariamente. 

Gabriel l'aveva morsa e aveva bevuto il suo sangue più e più volte. Era stato brutale e violento e lei aveva sofferto esattamente come tanti anni fa. L'unica consolazione era il pensiero che presto avrebbe potuto vendicarsi. Se non fosse riuscita a liberarsi da sola, presto Alucard avrebbe trovato il modo di rintracciarla e sarebbe arrivato in suo aiuto. Poi insieme l'avrebbero ucciso una volta per tutte.

«A cosa ti serve il mio sangue?» chiese a Gabriel.

«In questi anni combinando scienza e magia, ho potuto sperimentare molte cose. Grazie al sangue di quell'altra Incantatrice, molti miei esperimenti hanno avuto successo laddove prima continuavano a fallire. Eppure neanche il suo sangue era abbastanza forte per la riuscita di alcuni miei progetti. Quando sei diventata un vampiro ho temuto di averti persa per sempre, che il tuo meraviglioso sangue fosse diventato inutile» disse Gabriel accarezzandole il viso «ma grazie a ciò che mi ha detto Soren e alle mie successive ricerche, ho scoperto che invece era divenuto ancora più potente, mantenendo però le sue caratteristiche originarie. Perfino i tuoi potei di Incantatrice rimasti assopiti nel tuo corpo da umana si sono risvegliati grazie alla trasformazione.»

«Quindi Soren mi ha davvero tradita e in tutti questi anni lavorava di nascosto per te?» Elena voleva capire e doveva cercare di ottenere più informazioni possibili, rimanendo però a mente fredda, senza farsi prendere troppo dai sentimenti.

«Quando eri ancora mia prigioniera, Soren mi propose un patto. Disse che era a conoscenza di dove era stato nascosto e preservato l'unico libro esistente scritto dalle Incantatrici stesse, in cui erano custoditi i segreti della loro magia. Libro che tanto ho desiderato e cercato. E lui era disposto a darmelo in cambio della tua libertà.»

Rise di gusto al ricordo dell'accaduto «Povero stolto! Era così innamorato di te già all'epoca da essere disposto a tutto! Si credeva furbo, ma io lo ero di più. Gli dissi che ti avrei lasciata libera solo dopo che mi avesse portato il libro e solo dopo che avesse accettato di essere mio schiavo, sottoponendosi ad un incantesimo che l'avrebbe reso sempre rintracciabile, come garanzia che non potesse sottrarsi a me. Mettemmo in scena la sua finta fuga, la mia morte e il tuo salvataggio; dopo averti lasciato con i tuoi tutori fu obbligato a tornare da me per l'incantesimo. C'erano vampiri pronti a fermare la macchina e riportarti da me se lui avesse tentato di imbrogliarmi in qualsiasi modo. Da bravo cagnolino tornò e si fece fare l'incantesimo.»

Gabriel aveva un'aria molto compiaciuta mentre raccontava. «Fusi magicamente una goccia del suo sangue ad un cristallo e il legame che si creò permise di trasformarlo in una marionetta nelle mie mani. Non si è mai reso conto che potessi controllarlo. Quella sera gli ordinai di tornare da te e stare al tuo fianco per sorvegliarti in modo che nessun altro vampiro scoprisse il tuo nascondiglio, ma allo stesso tempo in modo da sapere sempre dove ti trovassi. Lui accettò senza problemi, perché nonostante il controllo, voleva veramente starti vicino.» 

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora