CAPITOLO XV

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Era tardo pomeriggio; Elena si era alzata, aveva fatto il bagno ed era immersa nel suo armadio cercando i vestiti da mettersi. Peccato che non si fosse accorta di Alucard, che era appoggiato alla parete dietro di lei e stava osservando con molto interesse il suo lato B rotondo. Si divertiva sempre a guardarla, ma stavolta lo faceva con ancora maggior piacere, perché lei era vestita solo di un completino intimo di pizzo viola e un paio di calze nere che arrivavano sopra la coscia.

Si girò, con in mano il suo vestito preferito color vinaccia e corsetto nero e lo vide.

«Alucard! Vattene via subito! Avresti dovuto bussare, non entrare attraverso i muri nella camera di una donna!» urlò lei cercando di coprirsi come meglio poteva.

«Ero solamente venuto a dirti che Integra ha una cosa importante di cui parlarti e ci aspetta in ufficio appena possibile.»

«Si va bene ma ora esci grazie, così posso vestirmi.»

«Così mi perderei tutto lo spettacolo. Preferisco rimanere un altro po'.» Un sorriso diabolico gli spuntò sulle labbra.

Alucard voleva giocare? Bene, avrebbe giocato anche lei, pensò. E neanche tanto onestamente.

Non sapeva neanche da dove venisse fuori tutta quell'audacia. Non era abituata a comportamenti del genere, non finché era stata umana almeno.

Si avvicinò a lui muovendosi lascivamente. Quando gli fu di fronte ,lasciò cadere i vestiti con cui aveva tentato di nascondersi, gli appoggiò le mani sul petto, facendolo rimanere con la schiena contro il muro e si strusciò contro di lui.

Gli tolse gli occhiali da sole e gli sussurrò vicino all'orecchio «Dato che vuoi restare, allora che ne dici se verificassimo la tua teoria ora, visto che sono già svestita? Faremo aspettare Integra un po', ma se ne farà una ragione.»

Lo guardò negli occhi con finta innocenza e gli diede un bacio, passando la lingua sulle sue labbra e mordicchiandogliele.

«Tu giochi sporco Elena. Non lo diresti, se non ci fosse Integra ad aspettarci con urgenza.»

La guardò dalla testa ai piedi divorandola con gli occhi; pelle di alabastro, muscoli tonici, snella ma curve generose e perfette. Desiderava ardentemente accarezzare il suo corpo facendola sospirare di piacere.

«Oh ma più tardi faremo i conti io e te, per la tua sfacciataggine. Non la passerai liscia, mia cara.» continuò lui, accarezzandole la guancia e passando il pollice sulle sue labbra carnose. Con uno sguardo pieno di promesse, attraversò il muro e la lasciò finire di vestirsi.

"Come le era mai venuto in mente di provocarlo in quel modo?" pensò subito dopo.

Ormai non era più capace di trattenere gli impulsi che la spingevano verso di lui. Ci aveva provato, ma non era più capace di controllarsi.

*****

«Elena, stamattina sono riuscita a contattare il capo clan dei licantropi di cui fa parte Soren. Mi hanno riferito che effettivamente sapevano che Gabriel non fosse morto. Non sanno molto altro perché in tutti questi anni ha sempre tenuto un profilo basso e si è tenuto ben nascosto.» Come al solito Integra era dietro la sua scrivania e fumava come una ciminiera.

«Quello che mi hanno detto è che dopo il tuo salvataggio, Gabriel scovò e rapì un'altra bambina Incantatrice uccidendone il guardiano. Non si riuscì più a rintracciarla per anni, fino a poco tempo fa. Ora quella povera ragazza è morta a causa di una malattia mortale, non si è potuto fare niente per lei. Forse anche per questo è stato facile trovarla e salvarla, ormai era in fin di vita e a Gabriel non serviva più. Per questo ora ti vuole di nuovo. Ma nessuno sa dove possa essere finito attualmente.»

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora