CAPITOLO X

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Era appoggiata alla scrivania nell'ufficio di Integra intenta a fissare il pavimento a scacchi bianchi e neri quando la porta si spalancò.

«Elena cos'è successo?? Quell'imbecille di un vampiro continuava a ripetere che-» si interruppe bruscamente quando notò quelle differenze che ormai le erano tanto familiari.

«Cosa diavolo?? Un vampiro?! Sei un vampiro??» Integra sembrava sul punto di scoppiare come una bomba.

«Alucard ti ha fatto questo? Come?» continuò a fare domande come una mitragliatrice vedendo che Elena non accennava a parlare.

«ALUCARD! Vieni subito qui, è un ordine!» urlò fuori di sé dalla rabbia.

«No, no! Non è colpa sua, Integra!» sbottò Elena cominciando a gesticolare con le mani in senso di diniego prima che la donna perdesse la testa «Sono stata io! Io ho voluto che lo facesse. E lui non ha potuto rifiutare la mia richiesta.»

«Sei forse impazzita? Cosa ti è saltato in mente per prendere una decisione simile?» Integra stava ancora urlando.

Alucard comparve nella stanza, con una delle sue solite entrate teatrali attraverso il muro. Fu subito investito da quel profumo inconfondibile e intossicante di Elena. Solo che ora inspiegabilmente era cento volte più potente di quando era umana. Nonostante fosse un vampiro il suo sangue era ancora una calamita per vampiri. In lui bruciò irrefrenabile il desiderio di sentire di nuovo il sapore di quel sangue sulla sua lingua, tanto che dovette concentrarsi e mantenere un contegno. Quando la guardò, così disinvolta in uno dei vestiti che le aveva regalato, con quelle gambe toniche in bella vista grazie alla gonna corta, le sue morbide curve, quegli occhi blu dall'espressione dolce ma vispa, il desiderio non fece che aumentare. Notò quanto la condizione di vampiro le donava; percepiva in lei la stessa bontà, la stessa determinazione e lo stesso fuoco interiore che possedeva da umana, ma in lei coesistevano e si bilanciavano luce e oscurità. Questo mix la rendeva ancora più interessante e attraente ai suoi occhi.

«Mi sembrava di aver sentito delle voci soavi chiacchierare tranquillamente. C'è qualche problema padrona?» chiese come se si stesse parlando del tempo.

«TU! Dovevi proteggerla, non trasformarla in un vampiro! Cosa è saltato in mente anche a te per assecondarla?!» Sembrava dovesse aggredirlo da un momento all'altro ma poi si calmò, andò a sedersi sulla poltrona dietro la scrivania e si accese un sigaro in tutta calma. Dopo aver tirato una generosa boccata di fumo, intrecciò le dita davanti al viso «da voi due mi aspetto una buona spiegazione che giustifichi questa follia.»

Dopo che Elena espose le sue idee nello stesso modo in cui le aveva esposte ad Alucard, Integra sospirò e si alzò in piedi andando a guardare fuori dalla finestra.

«Potevi parlarne con me prima di prendere una decisione così...drastica. Avremmo potuto trovare una soluzione migliore se avessi saputo prima cosa ti passasse per la testa.»

«Sono contenta della mia scelta... credo fossi destinata a questo» non c'era ombra di dubbio in quegli occhi blu che guardavano Integra con risoluzione.

«E sicuramente non mi avreste mai dato il permesso di fare una cosa del genere» aggiunse Elena.

«Hai ragione. Non posso dire di condividere la tua scelta, ma ormai è fatta. Cos'hai intenzione di fare adesso?» si girò verso di lei per guardarla negli occhi.

«Voglio imparare ad essere un buon vampiro. Voglio far parte dell'Organizzazione Hellsing e combattere con voi. Sarò al tuo servizio anch'io.» Si avvicinò ad Integra e si inginocchiò davanti a lei.

Integra sorrise, intenerita dal gesto «si, sei speciale Elena. Riesco a vedere perché Alucard ha deciso di trasformarti» disse porgendole una mano perché si alzasse. «Bene, lavorerai per me, ma sappi che ora fai parte della famiglia e continueremo a proteggerti. Quel vampiro che ti desidera è ancora una minaccia.»

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora