CAPITOLO XIV

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La sera dopo Elena era seduta sulla balaustra di marmo del balcone. Stava facendo la guardia, avendo di fronte a sé la visuale dell'intero parco. Seras era di guardia attorno a tutto il perimetro della villa, Soren era di turno nella sala video a controllare le telecamere e Alucard era da qualche parte sul tetto. All'improvviso qualcuno si avvicinò alle sue spalle.

«Non dovresti essere a fare la guardia, Alucard?»

«Nessuno ci attaccherà di nuovo così presto, sanno che siamo all'erta. E mi sto annoiando mortalmente» rispose lui.

«E così hai pensato di venire ad infastidire me. Grandioso.»

«Non la metterei in questi termini. Ho percepito dai tuoi pensieri che ti stavi annoiando anche tu.»

«Si, ma chi ha detto che volevo proprio la tua compagnia?» disse lei voltandosi verso di lui, le gambe accavallate a penzoloni che mettevano in mostra la pelle nuda delle sue cosce. Aveva uno sguardo allo stesso tempo ingenuo e provocatorio.

Alucard la guardò, era bellissima nel suo vestitino bordeaux e gli stivali neri lunghi fin sopra il ginocchio. Lo sfidava continuamente, da quando era un vampiro era diventata più sfacciata e lasciva, ma lo faceva con naturalezza, neanche si rendeva conto di cosa suscitasse in lui ogni volta che lo stuzzicava.

«Devi sempre provocarmi in questo modo, mia draculina? Potrei prenderci gusto sai.» Si avvicinò a lei togliendosi gli occhiali da sole.

«Mi spiace contraddirti ma non ho nessuna intenzione di provocarti.»

«Allora fermami, se prima che arrivassi qui, non stavi pensando a come sarebbe se ti baciassi di nuovo» sussurrò lui maliziosamente, appoggiando sul marmo una mano ad ogni lato del suo corpo e intrappolandola. I suoi occhi brillavano luminosissimi nel buio.

«Come ti permetti di entrare nella mia mente in quel modo! Idiota, non stavo assolutamente pensando a-» Ma lui la interruppe rubandole un bacio.

Elena gli mise una mano sul petto come a spingerlo via, ma la sua forza di volontà cedette sotto a quel bacio così pieno di desiderio. Le labbra di lui erano così invitanti che non riusciva a staccarsi. Le loro lingue si incontrarono e i baci divennero sempre più voraci e ardenti. Lui si staccò leggermente, assaporando il gusto delizioso che le aveva lasciato sulle labbra.

«E così sarei io la provocatrice?» scherzò lei.

«Non potevo esimermi dal soddisfare il desiderio che ardeva così intensamente nei tuoi pensieri» disse lui, un sorriso diabolico sul viso.

Il profumo di fiori selvatici di Elena gli arrivò alle narici più intenso che mai; la salivazione aumentata nella sua bocca era segno di quanto forte era l'impulso di affondare i denti in quel collo meraviglioso e gustare il sapore di quel sangue unico. Invece si fiondò di nuovo sulla sua bocca.

Elena lo accolse circondando i suoi fianchi con le gambe e affondando le dita nei suoi capelli corvini e lui la strinse più saldamente a sé. Si baciarono a lungo, affamati l'uno dell'altra. Poi Alucard si spostò sul profilo della mandibola e scese verso il collo baciandolo delicatamente e passando la lingua sulla sua pelle d'avorio; attento a resistere dal morderla, mentre lei percorsa da brividi di piacere si aggrappò ancora di più a lui.

Fu il turno di Elena di farlo impazzire; lo baciò sul collo con intensità e passione, dandogli piccoli morsetti. Anche lui aveva un buonissimo profumo, virile, muschiato e punteggiato da un aroma di gelsomino e fiori di sambuco. Anche lei sentiva l'impulso di morderlo. Soprattutto dopo aver sognato di bere il suo sangue.

Alucard si lasciò sfuggire un gemito di piacere; poi improvvisamente la sollevò prendendola per il fondoschiena e la spinse contro il muro della casa, schiacciandosi contro di lei e continuando a baciarla. Dopo quella che parve un'eternità riuscirono a staccarsi l'uno dall'altra.

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora