CAPITOLO XIX

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Purtroppo Gabriel non era il solo vampiro pericoloso in giro e senza avere altri indizi su di lui, nel frattempo c'erano molti altri problemi che andavano risolti.

Perciò ecco che dovettero fare i conti con un gruppetto di vampiri, che avevano il loro covo in una casa sperduta in un paesino di campagna poco fuori Londra. Se avessero continuato in quel modo, avrebbero fatto sparire troppe persone, attirando l'attenzione della polizia e dei giornalisti. Integra decise che Elena avrebbe accompagnato Alucard in missione; lui era l'unico in grado di proteggerla veramente in caso di un nuovo attacco, quindi era meglio che rimanessero vicini.

Alucard ed Elena erano appostati su un albero, invisibili a qualsiasi occhio umano e non. La notte era oscura e nuvolosa, l'elettricità statica nell'aria annunciava un temporale imminente. Nella casa era presente un solo vampiro; ce n'erano altri due ma al momento erano fuori. Non avrebbero attaccato finché non fossero stati tutti presenti. Sul retro della casa c'era un fienile, con all'interno rinchiusi un buon numero di cadaveri, ormai diventati ghoul in attesa degli ordini dei loro nuovi padroni.

"Tempismo perfetto. Stavo proprio pensando che se non si sbrigavano a tornare, mi sarei impossessato di te proprio lì sull'erba di quel prato" cominciò a stuzzicarla.

"Che pensiero romantico. Per fortuna, sono tornati giusto in tempo per salvarmi dalle tue fantasie perverse." Lui adorava provocarla e lei si divertiva a tenergli testa... finché non cedeva alla tentazione.

Un vampiro uscì dalla macchina con in braccio un ragazzo semi svenuto e si diresse verso il fienile. L'altro entrò in casa.

"Andiamo prima che anche quel ragazzo faccia una brutta fine. Ci occuperemo dopo di quelli nella casa" pensò Elena. Senza aspettare una risposta scese dall'albero e corse al fienile. Alucard la seguì e spalancò la porta di legno, la sua alta figura si stagliava contro il buio completo dell'interno.

«È qui la festa?» scherzò Alucard, pregustando lo spargimento di sangue alla vista di almeno venti ghoul ammassati nell'angolo, con gli occhi rossi tutti rivolti verso Elena che si trovava alle sue spalle.

«E voi chi siete?» chiese il vampiro sorpreso, mettendosi subito sulla difensiva.

«Non importa, quando sarai morto non ti servirà sapere chi siamo» rispose Alucard.

«Morire? Tu sei fuori di testa se pensi di entrare nella nostra proprietà e fare delle minacce. Se qualcuno morirà stanotte, sarai tu e la tua graziosa amica, solo dopo che mi sarò divertito con lei ovviamente» rise il vampiro molto sicuro di sé.

«Patetico. Un altro vampiro mediocre indegno di essere chiamato tale, che non sa neanche riconoscere i propri simili» Alucard tirò fuori la pistola e mirò al cuore del nemico.

Il quale schivò la pallottola e ordinò al gruppo di ghoul che attendeva nell'ombra di attaccare.

Elena sfoderò una spada appesa alla cintura dei suoi pantaloni aderenti di pelle nera e si avventò sui mostri, cominciando a mozzare teste, mentre Alucard sparava all'impazzata, fregandosene dei ghoul che riuscivano a ferirlo. Alucard ed Elena sembravano lottare all'unisono, i movimenti coordinati come se stessero danzando.

Gli altri due vampiri in casa, avendo percepito i rumori della lotta, fecero la loro comparsa e subito si avventarono su Alucard venendo in aiuto al loro amico.

Era talmente facile per lui; erano a malapena riusciti a infliggergli qualche ferita che già uno di loro era morto con uno squarcio enorme nel petto.

Stava per sparare al secondo, quando Elena, balzandogli alle spalle, lo tagliò a metà.

«Quello volevo ucciderlo io, draculina.»

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora