CAPITOLO XXVIII

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Alucard per la prima volta non voleva risolvere un problema con la violenza. Sperava di potere riavere Elena indietro facendo breccia nella sua mente e nel suo cuore senza dover ricorrere ad un combattimento fisico. Non voleva aggredirla e farle del male per poterla catturare, ma l'unico modo per riuscirci era provocarla fino al punto in cui avrebbe dato sfogo a tutti i suoi poteri pur di eliminarlo; e allora una volta portata allo stremo delle forze, l'avrebbe portata al sicuro nei sotterranei dell'Hellsing e avrebbe fatto l'impossibile per ridarle i suoi veri ricordi.

Elena era seduta su una panchina di legno nel St James's Park; aveva appena finito di nutrirsi di un bel ragazzo che appariva un po' intontito e con l'aria assente ma per niente spaventato di essere appena stato morso, quando di nuovo Alucard fece la sua comparsa e si sedette di fianco a lei.

«Gradito la cena amore mio?» Alucard accavallò le gambe e si mise comodo appoggiando le braccia sullo schienale della panchina. Sembrava perfettamente disinvolto e a suo agio, sexy e misterioso, con il cappello che gli nascondeva in parte il volto.

«Non chiamarmi di nuovo in quel modo. Tu non sai neanche cosa sia l'amore» disse lei scostandosi subito, a disagio da quella vicinanza.

«Sai che non sono l'unico che ti segue e controlla ciò che fai. Non dovresti farti vedere mordere degli umani» disse facendo finta di non aver sentito il suo commento.

«Non l'avrei né ucciso né trasformato. Non gli ho fatto nulla di male.»

«Sono più che sicuro che loro non la pensano allo stesso modo.»

«Non mi importa e soprattutto a te non dovrebbero importare cose simili.» Gli scoccò uno sguardo sospettoso e infastidito.

«Mi importa perché la vera Elena non avrebbe mai soggiogato qualcuno e indotto a farsi mordere senza un suo reale consenso. Non dopo quello che ha subito in passato.»

Elena si alzò in piedi di scatto «quello che TU mi hai fatto subire, sadico pervertito! TU mi hai torturata da umana, TU mi hai trasformata in vampiro! È colpa TUA se sono diventata un mostro come te!» Tremava dalla rabbia.

«Dentro di te lo sai che non è così che è andata veramente» si alzò anche lui molto velocemente e in un secondo era di fronte a lei, una mano a tenerle stretto il mento in modo da costringerla a guardarlo nei suoi occhi infuocati e profondi. Sembravano dimentichi del povero spettatore che continuava ad osservarli intontito.

Elena gli sibilò contro e tentò di mettere distanza fra i loro corpi. Aveva gli occhi rossi e i denti affilati di fuori «non smetterai mai di cercare di convincermi ad essere tua in modo da avere il mio sangue a completa disposizione per sempre! C'è un solo modo per essere libera dalla tua ombra...»

Ma Alucard la obbligò a stare a contatto con lui afferrandola per la vita con il braccio libero, mentre con l'altra mano ancora la teneva ferma per il mento «Si ammetto che non smetterò mai di desiderare il tuo sangue, non mi abituerò mai a quel profumo irresistibile. Ma non ti desidero solo in quel modo. Ti amo, Elena, e ti voglio al mio fianco. Rinuncerei completamente al tuo sangue se me lo chiedessi.» Le labbra di Alucard impattarono contro quelle di lei e la baciò, infondendo in quel bacio tutto l'amore, il desiderio e la disperazione che provava a vedere che non c'era modo di farle ricordare niente. Non avrebbe dovuto baciarla sapendo che lei soffriva a causa di falsi ricordi, ma non aveva potuto farne a meno.

Dopo aver spalancato gli occhi ed essere rimasta sorpresa da quel bacio così intenso e passionale, Elena gli artigliò metà viso e lo spinse via con tutta la forza che possedeva «Ancora! Come osi parlare di amore tu che un cuore non ce l'hai più da molto tempo!»

Si avvicinò al ragazzo che era ancora seduto sulla panchina e osservava intontito la scena davanti ai suoi occhi senza capire nulla «Vattene Mark, non è il caso che tu assista a questo. Dimentica quello che hai visto e dimentica me.» Le sue pupille si dilatarono; sembrava lo stesse ipnotizzando con lo sguardo.

HELLSING: LIGHT AND SHADOWDove le storie prendono vita. Scoprilo ora