Capitolo 6

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Nathan's pov
ATTENZIONE: si consiglia di leggere il prologo e di non saltarlo, per comprendere appieno questo capito essendo il seguito.

«Nathan smetti di stare sotto la pioggia a guardare quella stupida vetrina! Non so tu però non voglio prendere una bronchite!» mi richiama per l'ennesima volta Caleb, accartocciandosi su sé stesso per il troppo freddo

Io continuo ad ignorarlo non riuscendo a staccare gli occhi di dosso dalla ragazza nella fotografia.
Caleb mi aveva telefonato per farci un giro solo che tutto d'un tratto si è messo a piovere e quel negozio ha catturato tutta la mia attenzione.

«Anche se stare sotto la pioggia ha anche dei vantaggi, se mi ammalo potrò avere una scusa per saltare la scuola visto che mia madre quando fingo di non sentirmi bene, non mi crede mai» dice Caleb facendomi distogliere lo sguardo da quella vetrina e scuotere il capo divertito dalle sue ipotesi

Dopo essere finalmente tornato in me mi avvicino a Caleb sotto ad un palazzo lì vicino per ripararmi dalla pioggia.

«Ti devo dare una notizia, non crederai alle tue orecchie» gli dico e dato che non mi dà una risposta, prendo il suo silenzio come un incitamento a continuare a parlare

«Crystal lavora a casa mia» rivelo e sul suo viso si dipinge un'espressione sorpresa

«Cosa?! Che tipo di lavoro svolgerà?» mi fa un sorriso malizioso e io lo spintono scherzosamente per farlo smettere

«Aiuterà mio fratello Max con i compiti due volte a settimana perchè sono gli unici giorni in cui mamma non c'è mentre gli altri giorni lo aiuterà lei.
Quindi il pomeriggio la vedrò spesso infatti poco fa era a casa mia ma poi se ne è andata» gli spiego e il suo cipiglio corrugato assume un'espressione comprendente

«Tu e lei non vi siete incontrati per la prima volta a scuola vero?» mi chiede Caleb ancora più curioso

Sorrido perchè è l'unico che riesce a capirmi sempre fino in fondo ed è per questo che è il mio migliore amico.

«No ci siamo incontrati prima ma non avrei mai pensato di rincontrarla. Max era andato al parco con un suo amico e sua mamma ma si è distratto e si è perso, allora ha chiesto aiuto a Crystal che l'ha riaccompagnato a casa sotto l'indicazione di mio fratello, sono andato ad aprire io alla porta e l'ho vista, in seguito ho anche litigato con lei» dico ridendo ricordando la scena e anche lui ride con me immaginandosi i peggiori scenari

Ricordo ancora perfettamente quanto mi colpì non appena la vidi. Una sensazione di stupore, di meraviglia e di incanto che con nessuna avevo mai avuto.

Era perfetta, i miei occhi sondavano imperfezioni ma non ne trovarono.

Troppo, troppo perfetta.

Ma questo ovviamente non lo potevo dare a vedere e dovevo attaccarla iniziando un'accesa discussione.

Meglio attaccare le cose che ti piacciono profondamente così sei sicuro che non possono continuare a piacerti così tanto fino a farti stare male.

«Anche oggi non è andata tanto meglio, mentre litigavamo è caduta in piscina. Non sa nuotare e se non fosse stato per me che l'ho salvata sarebbe affogata» gli racconto

Che poi una che tenta di non scomporsi come lei che va in crisi per una piscina colma d'acqua.

Serro le labbra in una linea sottile e inspiro profondamente per contenermi nel ricordare i suoi abiti che sembravano una seconda pelle, lei che sembrava così vulnerabile e indifesa come se si sentisse spogliata sotto i miei occhi che aveva il bisogno innato di non lasciarsi fuggire neanche un particolare di lei.

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