Capitolo 25

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Vicky's pov
Non so se mi pentirò di quello che sto facendo, ma per adesso mi sembra la cosa giusta da fare.

Mi ritrovo alle 6:00 p.M davanti casa di Caleb, così come mi aveva proposto.

All'inizio non volevo andarci ed è per questo gli ho strappato il bigliettino davanti agli occhi nell'ora di arte.

Sono stata arrabbiata con lui per giorni e solo adesso ho trovato il coraggio di avvicinarmi.

Mi sto chiedendo se sto sbagliando perché dovrei continuare ad ignorarlo ma il fatto è che sento l'esigenza di chiarire con lui.

Vorrei dargli una possibilità dato che per la prima volta sta cercando di cambiare per me e potrei fidarmi per una volta.

Potrei non pensare male e convincermi che lui tiene seriamente a me.

Aspetto per qualche minuto fuori casa sua e di lui neanche l'ombra.

Mi avrà presa in giro?!

Beh io non penso che dopo avergli strappato il bigliettino con uno sguardo assassino, lui pensi che tu venga.

Prendo dei sassolini da terra e glieli comincio a lanciare verso la finestra sperando che si affacci.

Entrare dentro casa sua no, eh?!

Perché mi dovrei scomodare?!

Ottengo il risultato che speravo perché all'improvviso compare la sua figura.

<<Chi cazzo è che sta lanciando i sassi alla finestra?!>> sbotta Caleb che non appena mi vede spalanca gli occhi

<<Non rivolgerti in quel modo a me altrimenti al posto del sasso ti lancio una pietra ma in faccia però>> lo ammonisco

<<V-Vicky s-sei qui?!>>

<<Se hai un problema alla vista puoi farti una visita dall'oculista>> ribatto io

<<Non ci posso credere, pensavo che non saresti mai venuta!>>

Si apre un sorriso a trentadue denti sul suo viso e gli si illuminano gli occhi.

<<Posso sempre ripensarci e andarmene>> lo provoco

<<No no no, aspetta adesso scendo>> chiude la finestra

Sembra che ha paura che io possa scappare da un momento all'altro.

Ad un tratto lo vedo arrivare verso di me e senza esitare mi stringe forte a sé facendomi quasi soffocare.

<<Non puoi capire quanto mi sei mancata>> scoppia a piangere sulla mia spalla e io rimango immobile

Non sono brava ad esprimere ciò che provo ma già che io gli abbia permesso di avvicinarsi a me e che sia venuta qui significa tanto.

Supera ogni dimostrazione di affetto.

<<Sono qui...>> gli dò delle pacche sulla schiena e lui si stacca da me

<<Come mai mi hai fatto venire qui?!>> gli domando ancora irrigidita come il marmo

<<Devo portarti in un posto>> si avvia verso la sua macchina e io lo seguo a ruota

***
<<Mi spieghi dove cazzo mi stai portando che siamo in viaggio da ore?!>> sbuffo scocciata

Ci stiamo allontanando molto infatti dal finestrino riesco già a scorgere alti alberi e prati rigogliosi pieni di fiori di ogni tipo.

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