LA LUCE E L'OMBRA (PARTE 1)

RICOMINCIARE: CAPITOLO 8 (1)

Settembre

All'uscita di scuola Christian mi portò in macchina fino a casa mia. Erano le tre di pomeriggio circa. Una volta arrivati a casa mia, aprii il portone e salimmo le scale nel mio palazzo. Io ero normalmente vestita per la scuola, un jeans aderente e una maglietta nera della Guess. Lui aveva una maglietta che sembrava tigrata con un jeans leggermente strappato. Vidi che mia madre era uscita. Sapevo che era con Lorenzo
"mia mamma non c'è..." dissi facendolo entrare
"mi piace questo elemento" disse ispirandosi a Facebook e scatenando in me una risata
"sei un cretino" prima che chiusi la porta, mi posò sopra di essa e mi bloccò con le braccia fissandomi. Per il corpo sentii già i brividi di ogni tipo
"e come fa un cretino?" mi disse vicino al mio collo facendomi ridere "voglio te, sulla prima superficie che trovo" mi disse con gli occhi illuminati. Fissi, intensi, pieni...
Aprii la porta mentre lui stava accanto a me e mi avvolse subito sul muro di casa mia, dopo la porta. Posando le labbra sulle mie
"fammi... chiudere la porta" dissi con un respiro profondo mentre lui mi guardò fisso e mi concesse di chiudere a chiave la porta di casa. Mi rimise di nuovo sul muro, gettandosi a baciare il mio collo. Prese il mio corpo, spingendolo verso il proprio, spingendomi dalla schiena. Ci spostammo. Prendemmo la mensola nel mio salotto mentre ci stavamo baciando e ci mettemmo a ridere. Sul divano, mi spinse delicatamente sopra
"così mi uccidi!" dissi ridendo. Venne sopra di me, guardandomi dritto negli occhi. I suoi occhi, di color nero universo, si riflettevano nei miei trasmettendoci la voglia che reciprocamente avevamo. Mi tolse in un attimo la maglietta e i jeans. Senza smettere di baciarmi. Io gli sfilai la maglietta mentre mi baciava. Scese a baciarmi i seni e poi mi fece adagiare meglio sul divano
"girati" mi sussurrò vicino al mio orecchio. Mi fece voltare di schiena. Lasciandomi a pancia sotto sul divano. Prese il mio sedere e lo tirò leggermente verso l'alto. Scese tra di esso con la bocca e mi fece esultare quando si fermò sul mio sesso. Mi posizionò più in alto alzando leggermente le mie gambe e mettendomi in modo che fosse facile entrare in me. E lo fece subito. Facendomi sussultare e stringere le coperte sul divano. Venne avanti verso il mio viso. Baciando le mie labbra e il mio collo. Respirava in modo sconnesso e iniziò subito a muoversi deciso dentro di me. Gemevo ed esultavo, cercando di andare incontro ai suoi movimenti. Prese le mie braccia mettendole sulla mia schiena e stringendole forte, mentre dava colpi sempre più decisi. Passava le sue mani sulla mia schiena... Accarezzandomi. Si muoveva deciso dentro di me e raggiungemmo insieme un intenso orgasmo. Ansimavo, avevo la faccia nelle coperte del divano mentre lui era sulla mia schiena. Mi baciava su di essa, uscendo da me, quando arrivò mia madre suonando alla porta. Ci guardammo intensamente e cominciammo ridendo sotto i baffi a rivestirci subito. Riuscii ad andare ad aprirle senza farla aspettare troppo e quando ci vide fece un'occhiata, come se avesse perso le speranze... Capelli non troppo lunghi e marroni. Un vestito rosa e bianco addosso al suo corpo un po' in carne. Christian era seduto sul divano a guardare qualcosa a caso in televisione. Aveva ancora un respiro quasi irregolare, gli occhi soddisfatti, i capelli scombussolati
"che cos'è?" chiese mia madre verso Christian. Guardai e mi resi conto che fosse Un posto al sole. Mi veniva così da ridere che non riuscivo a trattenermi. Lui la guardò con la mascella serrata e gli occhi spalancati in uno sguardo tipo 'ma che cazzo ne so, io stavo scopando con lei'
"gliel'ho detto di cambiare 'sta stronzata" dissi prendendo il telecomando e vedendo il titolo. Era veramente Un posto al sole. Christian sorrise e alzò le spalle. Mia mamma ci guardò di sott'occhio, facendo una smorfia
"vado di là a leggere, non fate casino" disse rassegnata.
Guardai Christian e mi misi subito a ridere, posando una mano sulla mia fronte
"c'è poco da ridere" disse scuotendo la testa e ridendo
"cazzo vuoi che se non intervenivo io..."