Capitolo 6

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-Forza ragazzi, non siete dei cinquantenni rammolliti, correte! Thompson non fermarti e Tyler smettila di guardare il culo di quella davanti e corri. Non vi fermate, mancano solo altri venti minuti di corsa- urla il professore.

È circa un quarto d'ora che si sgola per incitarci a correre e io sto iniziando a sentire un fortissimo dolore alla pancia, non ce la faccio più.

-Professore, mi scusi- mi avvicino all'uomo.

-E tu chi sei? Sei nuova o ti sei rifatta qualcosa e non ti riconosco? Ora che ci penso, assomigli a Molly Brown, ti sei gonfiata le labbra? - chiede.

Non capisco se mi sta prendendo in giro, ma dalla sua espressione sembra abbastanza serio.

-No professore, sono nuova, mi chiamo Kessi-
-Ah ecco, infatti non ricordavo che Molly fosse bionda-

Abbozzo un sorriso, mi sento un po' in imbarazzo a parlare con questo tizio, sembra che mi sta prendendo per il culo.

-Ecco io le volevo chiedere se potevo andare a sedermi, non ce la faccio più a correre-
-Sederti? Non se ne parla soldato, sei o no un uomo?- sbraita.

Ma perché in questa scuola sono uno più strano dell'altro?

-In realtà sono una donna, prof...-
-Chiamami signore, e ora torna a correre- dice sbrigativo.

-Ma se le ho appena detto che non ce la faccio più, è tonto per davvero o fa finta?- sputo infastidita.

Io ho già scelto di andarmi a sedere, forse non ha capito che lo stavo solo informando.

Lui resta un attimo spiazzato dalla mia reazione, forse ho esagerato.

-...signore- aggiungo, nella speranza che non si arrabbi.

-Hai le palle soldato, ma non bastano. Per stavolta vatti a sedere. Solo per stavolta- puntualizza.

Tiro un sospiro di sollievo e lo saluto con un "grazie signore" prima che ricominci a urlare verso quei poveretti che stanno buttando l'anima a correre.

Mi sistemo sotto l'ombra di un albero per riprendere fiato.

-Anche tu non hai un debole per l'attività fisica, vero?- mi raggiunge una voce.

Mi giro e vedo la figura di una ragazza che mi sorride, è minuta, ha due piccoli occhi azzurri ed è vestita da cheerleader.

-Si vede così tanto?- chiedo retorica, forzando un sorriso.

-Sì, dalla faccia- mi indica.

È sveglia questa qua oh.

-Beh dalla faccia non si direbbe che quel panzone riesca a correre per più di due metri, e invece- dico riferendomi al professore.

Lei ride, ha la risata da bambina, e ne ha anche gli atteggiamenti.

Sembra un po' tonta.

-È un ex militare esaltato, nessuno sa per quale motivo si sia congedato, personalmente non credo l'abbia fatto di sua spontanea volontà, ed ora si ritrova qui e ci tratta come se fossimo dei soldati- mi informa.

Osservo l'uomo in lontananza, ha pochi capelli e lo sguardo rude.

-Secondo me per problemi con la droga- azzardo.

-La droga?- dice portandosi una mano alla bocca, come se avessi appena detto una parolaccia.

Non so come risponderle, il suo essere così bambinesca mi mette a disagio.

-Comunque sono Kessi- mi presento, non perché ne abbia voglia, solo per spezzare il silenzio imbarazzante che si è creato.

-Jessica, piacere- mi sorride dolce.

-Sei nuova di qui, vero? Da dove vieni?-
-Dall'altra parte di New York-
-Oh, lì ci sono i quartieri ricchi. I miei nonni abitano là, probabilmente conoscono i tuoi. Mio nonno ha una ditta di trasporti, forse conosce tuo padre, sicuramente sarà anche lui una persona importante. Come si chiama?-

Mio padre?

Inizio a sentire un nodo in gola, questa ragazzina parla troppo, non mi piace, dovrebbe tenere il becco chiuso.

-Io non ce l'ho un padre- dico fredda.

La ragazza arrossisce di colpo.

-Oddio, scusami, non volevo te lo giuro. Emh dai, cambiamo argomento... Vieni alla festa di halloween?-

Devo trattenermi per non risponderle male ma, dopotutto, lei non sa il peso di quello che ha detto.

Nessuno lo sa.

Nessuno, a parte me.

-Si fa a casa mia in realtà, ma verrà quasi tutta la scuola, sei la benvenuta. È un ottimo modo per farsi degli amici- continua, iniziando a balbettare.

Deve aver capito che era meglio se stava zitta.

-No, grazie- rispondo.

Lei sta per ribattere ma sento un'altra cheerleader che la chiama.

-Mi cercano, devo andare. Ci vediamo alla festa, ci conto- mi sorride timida.

-Ciao- quasi sussurro.

Sento gli occhi lucidi e i ricordi farsi strada nella mia mente.

Possibile che basti così poco a distruggermi?

SPAZIO AUTRICE

È un capitolo un po' di passaggio, ma prestissimo rivedremo anche Jhon, che farà parecchi danni...

Ok smetto di disturbarvi, ditemi cosa ne pensate, a presto.

Vivy!😊❤️

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora