Capitolo 10

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Sono su una delle poltrone davanti alla presidenza, Jhon è seduto a due posti da me.

Non capisco perché non ci abbiano mandato dal vicepreside, come da norma, dopotutto non abbiamo aperto una rissa o chissà cosa.

-Ma perché? Ho già troppe scartoffie a cui stare dietro, non ho bisogno anche di due ragazzini che si menano! Mandateli da Cols e non mi disturbate- il preside urla da dentro la stanza, sta parlando di noi.

Allora non sono l'unica a cui la cosa scoccia.

-Jhonson? Oh di nuovo...- esclama l'uomo prima di abbassare la voce impedendomi di capire il continuo.

Mi giro verso di Jhon, perché il preside lo conosce?

È per lui che abbiamo questo trattamento riservato?

Osservo il ragazzo, che non mi sta minimamente calcolando, intento a giocare col suo telefono a tutto volume, nonostante la segretaria l'abbia richiamato più volte.

Ora sembra così tranquillo, come se non avesse ancora lo zigomo sporco di sangue.

Non so nemmeno io da dove sia riuscita a tirare fuori tutta quella forza, ho praticato solo tre anni di judo quando ero bambina, ma non credo dipenda da quello.

Probabilmente è per via degli esercizi che faccio a casa, mi tengo sempre in allenamento, mi aiuta a non pensare.

Sono davvero soddisfatta di quel che ho fatto.

-Ragazzi, venite- si apre la porta ed il preside ci invita ad entrare.

È un uomo basso e tozzo, capelli bianchi con un grande buco al centro e con una tonaca marrone sarebbe un frate perfetto, se non fosse per la sua espressione dura e per niente rincuorante.

-Accomodatevi-

Quanta gentilezza.

Io e Jhon ci alziamo e ci posizioniamo su due delle sedie che sono nell'ufficio, davanti alla sua scrivania.

Il ragazzo fa tutto con la massima tranquillità, come se fosse abituato a stare qui.

Forse lui lo è, pensandoci, non so nulla di ciò che fa al di fuori della classe, non so neanche quali persone frequenta, se le frequenta.

So solo che non lo sopporto, e questo mi basta.

-Mi hanno detto che hai fatto a botte, ma non credevo che le avessi prese- il preside si rivolge a Jhon amichevolmente, addirittura deridendolo.

-Non è come sembra, sono stato preso alla sprovvista, stavolta. Le ho chiesto se aveva una penna e lei mi ha tirato un destro, è davvero violenta per essere una ragazza- mente.

Questi due sembrano avere molta confidenza, forse è per questo che non siamo in vicepresidenza.

-Jhonson quando la smetterai di fare a botte? E poi è anche una ragazza. Come ti chiami?- mi chiede l'uomo.

-Kessi Williams signore-

-Bene, ora farò chiamare i vostri genitori. Julia- il preside fa cenno alla segretaria, tramite la porta a vetro, di raggiungerci.

Una volta arrivata le dice qualcosa a bassa voce che non riesco a sentire, e se ne va.

-Allora Jhonson, la colpa è di questa ragazza?- chiede il preside.

Perché parla solo con lui?

Sono diventata invisibile?

-Sì- dice secco.

-Allora avrà... mh... due giorni di sospensione. Credo vadano bene- l'uomo decide la mia punizione su due piedi, come se la stesse inventando a suo piacere.

-Non è giusto signore, perché non vuole sentire la mia versione dei fatti? Ha allungato le mani e ho reagito, perché dovrei essere punita solo io?- sbotto.

-Ragazza, innanzitutto stai calma, poi, tu e Jhonson avete due posizioni diverse-

-Ma che significa? Non può farlo-
-I suoi genitori sono i maggiori benefattori di questa scuola, versano un contributo consistente ogni anno e...- inizia il preside, ma viene interrotto.

-E quindi, signorina, non puoi fare niente. La scuola dipende da me, il preside dipende da me, tutti dipendono da me- gli occhi di Jhon brillano di cattiveria e sul suo volto si dipinge il solito sorrisino.

Davvero il preside si fa trattare così da questo deficiente?

-Jhonson modera i termini- lo richiama, quasi intimorito.

-Sennò?- lo provoca.

L'uomo resta in silenzio e sembra farsi sempre più piccolo.

Che codardo, che schifo questo posto.

-Ma non si vergogna neanche un po'? Farsi prendere in giro da questo ragazzino, alla sua età? Davvero degli stupidi soldi valgono più della sua dignità?- dico schifata, rivolta verso il preside.

-Modera i termini signorina, non permetto a nessuno di parlarmi così-
-A me sembra che l'abbia appena fatto-
-Quattro giorni di sospensione, vai fuori di qui e aspetta che arrivino i tuoi genitori!- dice secco.

Facile fare la voce grossa con me che non verso migliaia di dollari per questa stupida scuola.

Mi alzo ma Jhon mi blocca per il braccio e sussurra:-Meglio non mettersi mai contro di me, signorina-.

-Vaffanculo- scandisco bene ogni sillaba e mi libero dalla sua presa.

Se prima non lo sopportavo, ora so per certo che lo odio.

SPAZIO AUTRICE

Ehi! So che il capitolo è un po' più corto del solito ma non ho potuto fare di meglio.

Ad essere sincera in questo periodo sta andando tutto a rotoli, soprattutto la famiglia e gli amici, ed oggi ho veramente "toccato il fondo".

Non sto affatto bene e scrivere è l'unica cosa che mi tiene impegnata, perciò potranno uscire nuovi capitoli nei prossimi giorni così come non potranno.

Sono davvero felice che la storia vi piaccia e questa mi sembra l'unica cosa positiva di questi giorni.

Non volevo annoiarvi troppo, scusate,
Vivy!😊❤️

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora