Capitolo 3

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Ci ho messo parecchio tempo ieri a convincere mia madre che nella nuova scuola è andato tutto benissimo, le ho detto addirittura che ho fatto amicizia e lei sembra averci creduto.

In realtà l'unica persona a cui ho rivolto più di un sorriso di cortesia è stata quel deficiente di Joe.

Se ci fosse stato lui ora...

Non devo pensarci, piuttosto, è meglio se prendo il mio orario e vedo che corsi devo seguire oggi.

Trovo il foglio tutto stropicciato nella tasca esterna dello zaino e lo leggo.

A prima ora ho il corso di letteratura americana, a seconda fisica, poi un'ora di studio libero e...

Aspetta, cosa?

Ho di nuovo fisica? Questo vuol dire che sarà difficile non trovarmi di nuovo tra i piedi quel Joe, Josh o come si chiama.

Ieri sono riuscita ad evitarlo per il resto della giornata, anche se ho incrociato il sguardo un paio di volte nei corridoi e credo abbia anche accennato ad un sorriso.

Guardo l'orologio e mi accorgo che mancano pochi minuti al suono della campanella e io ho ancora un intero isolato da passare.

Ho dovuto insistere per non farmi accompagnare da mia madre in macchina, ma ci sto quasi ripensando.

Mi coviene accellerare il passo se non voglio fare tardi il mio secondo giorno di scuola.

Una volta trovata l'aula di letteratura entro e mi trovo davanti la figura di un giovane professore che mi guarda contrariato.

Sono in ritardo di più di dieci minuti, merda.

-E tu saresti?- mi chiede.
-Kessi Williams, scusi per il ritardo, non succederà più-
-Spero per te che sia così, in caso contrario, la prossima volta avrai un richiamo scritto. Vai a sederti-
-Grazie-

Individuo un banco vuoto in seconda fila, vicino ad un ragazzo pieno di lentiggini, e mi avvio.

-Sei nuova, vero?-

Sono così intenta a cercare una penna che non capisco che il professore sta parlando con me.

-Williams, parlo con te-
-Oh sì, scusi, non la stavo ascoltando può ripetere?- dico un po' imbarazzata.

Si sente qualche risatina di sottofondo, ma le ignoro.

-Dicevo, sei nuova?- continua.
-Sì-
-Vuoi raccontarci qualcosa su di te?-
-Ho un'alternativa?-
-No- mi sorride l'uomo.

Odio le presentazioni.

-Se proprio devo... Sono Kessi Williams e vengo dall'altra parte di New York-
-Tutto qui?-
-Sì, cos'altro vuole sapere? Non ho cose interessanti da raccontare su di me- dico secca.

O almeno non cose che devono interessare a loro.

-Tutti noi abbiamo qualcosa che valga la pena di raccontare, non so, anche qualcosa di sciocco. Qualcosa che ti possa aiutare a conoscere i tuoi compagni, vorrai sicuramente trovarti qualche amico...- inizia il professore.

-Non sono qui per fare amicizia, è un corso di letteratura se non sbaglio. Ecco, sono qui solo per questo- lo ammonisco.

Lo vedo rimanere un po' male dalla mia reazione, deve essere uno di quegli insegnanti che tengono molto ai loro allievi.

-Bene, è già qualcosa. Sono certo che presto riuscirai ad aprirti con noi, intanto iniziamo con la lezione- conclude l'uomo.

Tiro un sospiro di sollievo, non so per quanto altro tempo avrei potuto resistere senza rispondere male.

Il professore inizia a parlare di un certo libro, che non ho mai sentito nominare, e la mia mente inizia ad andare altrove.

Non mi interessa l'ambito letterario ma dovevo trovare un corso per completare il mio orario e non avevo molte altre alternative.

Il ragazzo che mi siede accanto sembra essere interessato quanto me, si sta concentrando nel disegnare la faccia di un gatto che fa la linguaccia, ed inizio ad osservarlo.

Il suo nasino all'insù è a dir poco perfetto, non ha i tratti marcati, ha il volto pieno di lentiggini e i capelli rossicci.

Nel complesso è carino, non può certo vantare chissà quale fisico, ma è abbinato con tutto il resto.

Inizia a disegnare una nuvoletta di dialogo che parte dal gatto e scrive qualcosa.

"Perché mi stai fissando?" recita la scritta.

Cazzo, mi ha colta in flagrante.

-Oh io... Emh... Non volevo... Cioè sì ma non così tanto... Stavo guardando il gattino, sembra... Simpatico- balbetto.

Sono proprio una cogliona, ora faccio pure la parte della timida?

-Questo sgorbio ti sembra simpatico? Solo perché è un gatto con un'espressione buffa, vero? A voi ragazze basta poco per rendervi un animaletto qualunque simpatico-

Questo è più matto di Josh, ma la sua espressione mi fa sorridere.

-Fammi indovinare, sei nella fase "voi ragazze siete tutte uguali" perché la tua ex ti ha mollato per un giocatore di football? O forse è un giocatore di basket?-

Stranamente non sono acida, anzi, il mio tono sembra voler essere simpatico, con scarsi risultati.

Il ragazzo fa un'espressione stupita.

-Impressionante Sherlock, mi hai pedinato o hai tirato a indovinare?- fa un mezzo sorriso.
-Intuito-
-Comunque fa golf-
-Ti ha mollato per uno che gioca a golf, ma davvero?- dico divertita.

-Sì, sai è uno di quei ragazzi impaccati di soldi che fanno inutili sport da ricchi e che si sentono nobili. È un po' complessato, a dire la verità-
-L'hai pedinato o hai tirato a indovinare?- lo canzono.
-Intuito-

Ci lasciamo scappare una risata.

Ci capiamo con questo roscio, mi piace.

-Comunque sono Kessi- allungo la mano.
-Credevo fossi qui per il corso di letteratura, non per fare amicizia-
-Potrei aver cambiato idea. Un po'. Forse-

Il ragazzo ride e mi stringe la mano.

-Jeremy, piacere-

SPAZIO AUTRICE

Eilà, ecco finalmente un nuovo capitolo!

Cosa ne pensate di Jeremy?

Tenetevi pronti perché nel prossimo capitolo vedrete scintille!

Aggiornerò presto,
Vivy!😊

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora