Capitolo 1

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Mi guardo allo specchio un ultima volta prima di raggiungere mia madre in macchina.

I miei lunghi capelli biondi mossi sembrano un nido per uccelli, due occhiaie contornano gli occhi castani e la mia faccia sembra più acida del solito.

Sono decisamente pronta per il mio primo giorno nella nuova scuola.

Mi sistemo il mio adorato maglione rosso di due taglie più grande e sono pronta per uscire.

-Sei pronta per questo grande giorno?- chiede mia madre non appena entro in macchina.
-Credo di sì- dico in uno sbadiglio.
-Non si direbbe-

Dopo una decina di minuti mi ritrovo davanti al grande edificio marrone che mi sarà presto familiare.

-Imbocca al lupo- mia madre mi sorride ed io esco dalla macchina senza risponderle.

Quando capirà che si dice "in bocca al lupo" io avrò un vestito di Chanel e dormirò in una mega villa.

E dato che arriviamo a stento a fine mese, è una cosa che non accadrà mai.

Prima non era così...

Non ci devo più pensare, ora mi devo concentrare e capire dov'è la classe del corso di fisica.

Manca ancora un po' all'inizio delle lezioni ed ho tutto il tempo per chiedere informazioni.

Mi avvio verso l'ingresso, lì vedo una grande freccia che indica dove si trova la segreteria e mi avvio in quella direzione.

Mentre cammino spedita, qualcosa, anzi, qualcuno mi viene addosso facendomi cadere a terra.

-Ma porco cazzo, stai attento!- per poco non cadevo di faccia.

Un ragazzo alto e moro mi guarda divertito, è lui il coglione che mi è venuto addosso.

Ha due occhi color smeraldo, i tratti definiti e le spalle da giocatore di football.
Oggettivamente è un bel ragazzo ma soggettivamente mi sa di deficiente.

-Oh scusa non l'avevo vista, signorina- dice a mo' di flirt e mi porge la mano.

-Signorina un corno- rispondo scocciata e mi rialzo da sola.

-Come siamo scorbutici, si è alzata con la Luna storta, signorina?-

Ma ci consociamo?

-Levati per favore- faccio segno con la mano per farmi passare.

Non ho tempo per questo deficiente in cerca di ragazze da rimorchiare.

Lui non si sposta.

-Dove va così di fretta, signorina?-

Questo non ha capito proprio niente, sto perdendo la pazienza.

-Smettila di darmi del lei e fammi passare, grazie- devo restare calma e fare tanti respiri profondi.

-Permettimi di accompagnarti, conosco questa scuola come le mie tasche, signorina-

Repira Kessi, respira.

È solo il piacione di turno, sii gentile e ti lascerà stare.

-Vado da sola- provo ad oltrepassarlo ma mi blocca col suo braccio.

-Insisto- dice con un sorrisetto odioso.

La gentilezza non funziona a quanto pare.

-Levati dai coglioni- spingo via il suo braccio e mi avvio a passo spedito verso la segreteria.

Il ragazzo dice qualcosa ma mi rifiuto di sentirlo, non sono nemmeno arrivata che già tutti i miei buoni propositi si sono volatizzati.

-Buongiorno, per il corso di fisica del terzo anno?-
-Torna all'ingresso e prendi le scale in fondo al corridoio, è la terza classe a destra- la segretaria non mi degna neanche di uno sguardo.
-Grazie-

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora