Capitolo 20

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Devo ammetterlo, pensavo che sarebbe stato più imbarazzante camminare con Jhon per i corridoi e parlare civilmente, invece non è poi così male.

Parlare è una parola grossa, diciamo che camminiamo vicini e siamo in un silenzio post-bomba.

L'unica cosa a mettermi un po' a disagio è che ad ogni nostro passo tutti i ragazzi nei corridoi, che sembrano non essersi mai accorti di me prima d'ora, ci guardano di sfuggita e borbottano.

Questo comportamento diventa sempre più anomalo, ma Jhon sembra non accorgersi di nulla.

Possibile che Jhon sia veramente popolare come dice di essere?

Per spezzare questa tensione che si è creata, più dentro di me che fuori, decido di parlare.

-Senti, se non ti dispiace, posso sedermi vicino a te a comunicazione?-

Fortunatamente dalla mia voce non traspare nulla, forse è perché sono troppo impegnata a mostrarmi gentile.

-E chi l'avrebbe mai detto che un giorno, Kessi Williams mi avrebbe chiesto il permesso di fare qualcosa-
-Non ti sto chiedendo il permesso, cioè, forse sì. Insomma, sto solo cercando di essere gentile- sembro quasi impacciata nel dirlo.

-Sarà comunque difficile abituarmici, signorina- mi volto a guardarlo e noto che sul suo volto appare il suo solito sorrisino, nonostante ora sembri più "teso" del solito.

-Fa strano anche a me, ma non chiamarmi signorina-
-Non ti sembra di chiedere troppo? Un passo alla volta, signorina-
-Okay, ma sappi che questo è il prossimo passo. Intanto mi accontento del posto a comunicazione-

Mi viene quasi da sorridere.

E sottolineo il quasi.

-Il posto te lo posso pure cedere, sempre che Marika sia d'accordo. O Mary, non mi ricordo come si chiama quella specie di ragazza che ho vicino-
-Oh giusto, hai già una vicina di banco, ma non chiamarla così dai-

-È una specie di capra tutta truccata e acchittata. Insomma, solo una delle tante che mi sbavano dietro-

Jhon tira un sospiro tutto fiero, gonfiandosi il petto d'orgoglio manco avesse appena salvato il mondo da un'invasione di "capre tutte truccate".

-Avrai la fila, come no- dico ironica, in realtà credo che uno come lui abbia davvero la fila.

-Ehi ehi signorina, hai l'onore di parlare con Jhon Jhonson, nonché uno dei ragazzi più popolari dell'intera scuola. E il più bello, ma non credo che serva specificare-

Ma come fa ad avere così tanta autostima?

Che stupida, basta guardarlo un attimo per capire.

-È per questo che ci guardano tutti?- chiedo.

Jhon sembra perdere per un attimo tutta la sicurezza che aveva, si guarda intorno e cambia improvvisamente argomento.

Sarà pure bello, ma chissà che cazzo ha al posto del cervello.

-E tu perché vuoi cambiare posto? Problemi con Clinn?-
-Un passo alla volta- lo imito.

Lui sembra ritornare rilassato e si fa scappare un sorriso.

I suoi occhi verdi di fanno più piccoli e le sue labbra sottili lasciano trasparire i denti perfettamente bianchi.

E la mia autostima è calata nel giro di mezzo secondo.

Ma da quando in qua mi importa del mio aspetto o, peggio, di quello che ne pensano gli altri?

I nostri sguardi sono ancora persi l'uno nell'altro, e non capisco come faccio a camminare senza guardare dove vado e non essere ancora inciampata.

Lui sembra essersi accorto, come me, che ci stiamo guardando un po' troppo e trasforma il tutto in una sfida di sguardi.

Il suo sopracciglio si alza di poco, non ho intenzione di abbassare lo sguardo, né di ridere.

Jhon si morde il labbro per trattenere una risata e all'improvviso vado a sbattere contro la spalla di qualcuno, perdo l'equilibrio, e mi aggrappo al malcapitato.

Ecco cosa succede a fare giochi stupidi con persone altrettanto stupide.

-Merda- impreco.

Il tipo si gira e, dopo aver squadrato prima me e poi Jhon, mi guarda schifato.

-Al posto di farti il tuo amichetto con gli occhi, guarda come cammini- sputa acido.

Ma chi si crede di essere?
Ci conosciamo?

È poco più alto di me, ma dai tratti del suo volto sembra essere più piccolo.

-E tu impara un po' di educazione, idiota- devo trattenermi il più possibile.

-Dai Kessi, andiamo, lascialo perdere- Jhon mi esorta a seguirlo, non è per niente da lui.

-Non prendo lezioni di vita da una come te- continua il ragazzino.

I due ragazzi che gli stanno vicino, suoi amici suppongo, guardano la scena divertiti.

-Ragazzino, tieni a bada gli ormoni e abbassa la cresta che non è successo niente- Jhon mi si para davanti, facendo diventare ragazzo sempre più piccolo.

Non sopporto la gente che si intromette nelle mie faccende, ma per stavolta lo lascio fare.

Il tipetto dice qualcosa e poi si allontana con i suoi due amici stupidi che, appena Jhon si è avvicinato, si sono strozzati con le loro risate.

-Sono solo dei primini, basta fargli capire chi comanda- Jhon mi ammicca.

-Non avevo bisogno del tuo aiuto, ma grazie comunque. Ma poi che voleva insinuare con quel "una come te", ma chi lo consoce-
-Dai, non ci pensare, è solo un bambino-

Entriamo nell'aula di comuicazione e prendo posto vicino a Jhon, approfittando del fatto che è ancora libero.

Dopo poco vedo la figura snella di Jeremy entrare e prendere posto davanti a me, dopo avermi lanciato uno sguardo schifato.

Dopo la nostra litigata di qualche giorno fa, non l'ho più visto in giro.

Di colpo mi tornano in mente le parole che ha detto a Jhon.

"Ora dopo che te le scopi ti ci affezioni pure" 

Che cosa intendeva dire?

Vorrei davvero saperlo, ma il suo atteggiamento negli ultimi giorni impedisce al mio orgoglio di farmi fare il primo passo.

Se non posso chiederlo a lui, allora dovrò chiederlo al diretto interessato.

Jhon.

SPAZIO AUTRICE

BUON 2020!!

No, non sono morta. Semplicemente durante queste vacanze sono stata quasi sempre fuori casa, poi sono rientrata a scuola e l'abbiamo occupata fino ad oggi, così non ho avuto molto tempo per scrivere.

Ma ora eccomi qui.

La copertina è cambiata signore e signori, e la più votata è stata *rullo di tamburi*...

... LA SECONDA!

Però boh, ora che l'ho messa non mi convince molto, mi sa che la rifarò.

Fatemi sapere se vi piace il capitolo, passo e chiudo,
Vivy!😊❤️

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora