Capitolo 5

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Quando ho il ciclo mi capita spesso di avere crisi di pianto, tu non puoi capire ma è normale.

È stata questa la scusa che ho usato con Jeremy per giustificare il mio comportamento dell'altro giorno.

Lui sembra averci creduto e non ha più toccato l'argomento.

Una delle cose positive dell'essere ragazza è poter usare il ciclo come scusa universale.

Il lato negativo è che poi il ciclo arriva davvero.

Dopo l'accaduto di martedì in cortile, io e Jeremy stiamo insieme ogni volta che possiamo, soprattutto a mensa.

Devo ammettere che mi trovo bene con lui, è come se fossimo sintonizzati sullo stesso canale.

Credo sia la prima volta che mi capita una cosa simile.

-Che corso hai ora?- mi chiede Jer mentre chiude il suo armadietto.

A proposito, ieri sono andata a prendere le mie chiavi e finalmente ho anch'io un armadietto.

-Te lo dico, ma tu non devi ridere, mi sembra abbastanza una cazzata ma non avevo tante altre alternative. È il corso di "comunicazione", o qualcosa di simile-

Il ragazzo sembra piuttosto sorpreso.

-Anch'io ora ho comunicazione! In pratica parliamo e non facciamo niente, motivo per cui è uno dei corsi più frequentato-

-Fantastico! E visto che ci sei anche tu non devo passare un'altra ora insieme ad un branco di sconosciuti puzzolenti- dico sollevata.

-Strano che non mi hai incluso tra gli   "sconosciuti puzzolenti", senza ciclo sei più gentile eh- ride lui.

Devi ancora conoscere la me col ciclo, mio caro e innocente Jeremy.

-Se avessi saputo che dirti che non puzzi ti rendeva così allegro, te l'avrei detto prima- alzo gli occhi al cielo e sorrido.

Appena raggiungiamo l'aula vedo una figura fin troppo familiare che sta sulla soglia pronta ad entrare: Jhon.

-Non dirmi che anche lui frequenta "comunicazione"- sbuffo.

-Purtroppo sì. E la cosa peggiore è che sta seduto dietro di me, anzi, di noi-

Non faccio caso al "noi" e nemmeno mi chiedo se il banco di fianco a Jer non sia già occupato, il mio unico pensiero è quello di stare calma e non avere nessun contatto con Jhon.

Fortunatamente il professore è già in classe e, con meno fortuna, mi chiede di presentarmi.

-Dai alzati e vieni alla cattedra a raccontarci un po' di te- esordisce l'uomo.

Ha la pelle olivastra e due grandi occhi verdi, deve avere una quarantina di anni ma ha l'aria molto giovanile.

Jer mi fa segno di andare ed io non ho altra scelta.

-Sono Kessi Williams e vengo dall'altra parte di New York-

Finsico la mia presentazione, ma il professore sembra aspettatere che io continui.

Dopo una decina di secondi di silenzio imbarazzante, l'uomo capisce che non c'è nessun continuo.

-Tutto qui? Raccontaci un po' di te, di cosa ti piace fare, di come ti stai trovando qui e cose simili-

Che palle, non so cosa inventarmi.

Sento gli occhi di Jhon che mi stanno analizzando centimetro per centimetro e inizio ad agitarmi, ma quando vedo Jer che mi sorride dal banco, mi tranquillizzo un po'.

-Sono una ragazza come tante altre, vado matta per i giocatori di football e passo le mie giornate a guardare... video di gattini su YouTube- mento.

È questo che fanno le ragazze normali, no?

Jer sembra sul punto di scoppiare a ridere e Jhon ha la sua stessa reazione, mentre gli altri non sembrano essere stati toccati dal mio racconto avvincente.

Per fortuna.

Il professore non sembra molto convinto ma credo abbia capito che non ho voglia di parlare e mi liquida con un "credo ti troverai bene con noi, vai tranquilla".

Tiro un sospiro di sollievo e mi vado a sedere, Jhon non mi toglie gli occhi di dosso durante tutto il tragitto come se fossi un animale raro allo zoo.

-Passi le giornate a guardare gattini su YouTube? Ma davvero? Non potevi inventarti cazzata peggiore!- ride Jer.

-Ho detto la prima cosa che mi veniva in mente, non pensavo volesse sapere davvero qualcosa su di me- gli do una leggera gomitata.

-Perché non dici semplicemente chi sei?- il ragazzo si fa serio e mi guarda come se volesse sapere se, e cosa, gli sto nascondendo.

-Mi viene più facile mentire- presa dai pensieri, il mio sguardo si perde nel vuoto.

-Sei un mistero- Jer sospira e si gira verso la cattedra.

Il professore inizia la lezione e in classe si apre un dibattito sui pericoli del fumo, dibattito a cui né io né Jeremy partecipiamo.

Per tutta la lezione mi sento addosso gli occhi di Jhon, ma non posso girarmi per averne la certezza.

-La prossima settimana faremo un test per vedere qual'é il vostro lavoro ideale. Potete andare ragazzi- dice il professore.

Gli studenti si fiondano in fuori dalla classe, mentre io, Jer e pochi altri sistemiamo le nostre cose con calma.

-A che serve un test sul lavoro ideale se poi non sarà mai il vero lavoro che faremo. È solo un modo per alimentare i nostri sogni, che però non si avvereranno mai- dico al mio amico.

-Non ne puoi avere la certezza-
-Ma c'è una bassissima probabilità- prendo lo zaino e usciamo dalla classe.

-Ora ho biologia, ci vediamo a mensa- mi saluta Jer.

-A dopo- gli sorrido.

Sento qualcuno dietro di me.

-Come fa una che guarda video di gattini tutto il pomeriggio ad essere così acida e scontrosa?- la voce di Jhon mi raggiunge.

-Ancora tu?- alzo gli occhi al cielo.

-Pensavo fossi un lupo solitario e invece stai addirittura con delle persone. Perché non inizi a frequentare anche me, signorina?- appare il suo odioso sorrisino.

-Come hai detto tu, io sto con delle persone e non con dei deficienti dall'ego smisurato. Sarebbe un controsenso frequentarti- forzo apposta un sorriso.

-Ah davvero? E preferisci frequentare quelli come Clinn? Patetico-

-Preferirei anche restare sola a vita piuttosto che frequentarti. E ora spostati che devo passare- lo scanso e mi avvio verso l'aula di matematica, senza dargli il tempo di rispondere.

SPAZIO AUTRICE

Eccoci qui con un nuovo capitolo!
Kessi e Jeremy stanno legando molto ma a Jhon questa situazione non piace eheheh.

Siete team Jhon o team Jeremy?

Presto arriverà un nuovo capitolo, intanto vorrei ringraziarvi di cuore per tutti i commenti che state lasciando!

Vivy😊

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora