Capitolo 17

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Vedo la sua esile figura appoggiata ad un albero, appena fuori dall'entrata di scuola, intento ad accendersi una sigaretta.

Da quando in qua Jeremy fuma?

Dimenticavo, non lo conosco da abbastanza tempo per poter pretendere di sapere tutto di lui.

Mi avvicino e schiarisco la voce per attirare la sua attenzione.

Lui sussulta e per un attimo sembra indeciso se nascondere la sigaretta come niente fosse o accenderla.

Alla fine capisce che l'ho già vista e decide di tenerla tra le labbra, spenta.

-Che vuoi?- chiedo scocciata.
-Come stai?-
-Eh?-

-L'altra notte non sei tornata con me, non ti ho trovata da nessuna parte e non rispondi né alle chiamate né ai messaggi. Sei stata male?- il suo tono è pacato, nonostante gli tremi appena la mano, come se fosse in tensione.

Ma è serio?

-Mi prendi per il culo?- infastidita, gli levo la sigaretta dalla bocca.
-Ma sei impazzita?- dice riprendendo l'oggetto dalle mie mani.

-Perché, da quand'è che fumi?- la rabbia non riesce a frenare la mia curiosità.

-Fumo quando sono nervoso- si accende la sigaretta.
-E perché, ora lo sei?-
-No, cioè, sì, emh... Non sono cose che ti riguardano-

Per un attimo spero che si strozzi con quel fumo che, con destrezza, fa uscire dalla sua bocca.

-Oh, giusto, è una "questione di priorità"- sospiro e faccio per andarmene, sono già troppo nervosa per poter continuare a sentirlo.

-Fermati Kess- mi si para davanti.

-Ero ubriaco, non devi dar peso a tutto quello che ho detto alla festa-
-Oh sì, fammi indovinare, dovrei rilassarmi? Dovrei prendere tutto alla leggera come fate voi? Dovrei pensare solo a divertirmi, giusto?- il mio tono si fa duro.

-Beh potresti iniziare, o forse non l'hai già fatto?-

Cosa?

-Non sono stata io a passare la serata a farmi la tua stupida amica- dico, indignata dalla sua insinuazione.

-Non chiamarla stupida, neanche la conosci-
-No Jeremy, se c'è qualcuno che non consoco qui, quello sei tu. Pensavo fossi diverso, ma evidentemente mi sbagliavo. Sei solo uno dei tanti- sento la rabbia, mista alla delusione, ribollirmi dentro.

-Potrei dire la stessa cosa di te- dice strafottente.
-È stato quel coglione di Jhonson a metterti contro di me, non è vero? Se credi che lui sia il tuo principe azzurro o chissà cosa, beh ti sbagli, sappi che cambia una ragazza ogni sera. Manco fossero mutande- continua.

E ora che c'entra Jhon?

-Stai delirando, Jhon non c'entra niente, non metterlo in mezzo-
-Ah, ora lo difendi pure-
-Jeremy ma che cazzo dici? Che problemi hai oggi? Se mi hai chiamata per litigare sappi che oggi è il giorno sbagliato-

-Fai la finta tonta, eh. Guarda che lo sanno tutti quello che hai fatto- i suoi occhi sono rossi di rabbia e il suo nasino è accentuato dal rossore delle guance.

-E cosa avrei fatto, sentiamo-
-Non fare finta di niente- continua a gettarmi fumo grigio in faccia e non ci vedo più dalla rabbia.

Levo la sigaretta dalla sua bocca, bruciandomi appena l'indice, e la butto a terra, schiacciandola.

-Vattene Clinn- la voce di Jhon fa capolino dietro di me.

Ci mancava solo lui.

Non do a Jeremy il tempo di rispondere, che lo precedo.

Don't leave me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora