Quel sabato di fine dicembre era molto freddo ed era tardo pomeriggio.
La settimana di Natale era quasi terminata, e dopo la trasferta di Bergamo la Juventus era tornata a Torino per la partita contro la Samp, che avevo appena finito di guardare, siccome giocava alle 12.30, e che era stata vinta per 2-1.
In quel momento me ne stavo beatamente sdraiata sul letto, preparandomi psicologicamente ad un weekend pieno di lavoro al ristorante.
Tania mi aveva gentilmente chiesto di andare al lavoro anche lunedì sera, in quanto sarebbe stato l'ultimo dell'anno, e non avevo potuto rifiutare.
Così mi ritrovavo a dover fare i salti mortali, lavorare e non dormire per tre giorni di fila.
Come se non bastasse, Rodrigo mi aveva scritto che dopo la Samp avrebbe avuto una pausa di circa dieci giorni, poi avrebbe ripreso a lavorare in vista della gara di Coppa Italia contro il Bologna.
Perciò, lui era a casa, io dovevo lavorare e non avremmo potuto vederci.
Il telefono squillò, facendomi capire che funzionava ancora, visto l'odioso silenzio di tutto il giorno.
"Pronto?" feci al telefono, senza nascondere la mia noia, sapendo che dall'altra parte c'era Sofia.
"Ehi Giuls, che ne dici di uscire lunedì sera per l'ultimo dell'anno?" domandò gioiosa, ma io rifiutai subito.
"Mi spiace Sofi, ma lavoro."
"Davvero? Quanto vorrei che tu fossi libera... lavori anche stasera e domani, suppongo?"
"Sì. Martedì no però, grazie al cielo."
"Be', allora ci sentiremo. Ricorda che se hai bisogno di qualcosa io ci sono sempre." mi disse, quindi ci salutammo e riattaccai.
Sospirai e mi rigirai sul letto, posando il telefono sul comodino.
Vidi l'ora segnata dalle lancette dell'orologio, perciò decisi di iniziare a prepararmi per andare al ristorante.
Dopo dieci minuti scesi e salutai mia madre, ricordandole di andare a prendere mio fratello alla partita.
Quel giorno infatti, l'orario della partita di Edoardo aveva subito una variazione e perciò terminava circa un'ora dopo rispetto al solito. Dunque, fino al giorno seguente non avrei più visto mio fratello.
Mia madre ricambiò il mio saluto, quindi aprii la porta e uscii, inghiottita nel buio delle sere di dicembre.
Camminai in fretta fino alla fermata del bus, che per fortuna riuscii a prendere, e dopo circa un quarto d'ora arrivai al ristorante.
"Ehi Tania." la salutai, fingendomi felice e attiva, anche se in realtà dentro ero morta, stanca e terribilmente sola.
Non volevo ammetterlo ma dopo quel che era successo a Natale e quella sera in cui eravamo usciti, sentivo troppo la mancanza di Rodrigo.
Ormai, oltre ad essere entrato nella mia vita ed averla scombussolata, aveva anche deciso di suo arbitrio di entrare nel mio cuore, e deve essersi trovato davvero bene perché ha deciso di starci in modo definitivo.
Niente e nessuno me lo avrebbe mai fatto dimenticare.
Anche se volessi, non sarei riuscita a stare per un giorno senza pensare a lui, a stare un'ora senza pensare a lui.
"Ciao Giulia. - mi salutò la donna sorridendomi - Grazie per aver accettato la mia proposta, apprezzo che tu riesca ad aiutarci anche lunedì."
"Be', non credo di aver avuto altra scelta." commentai, seguendola verso la cucina per prendere il mio grembiule e la spilla con il mio nome.
"Non far finta di avere altri impegni." mi schernì sorridendo.
"Non faccio finta, ho veramente altri impegni. - chiarii, cercando di allacciare il grembiule dietro la schiena - A dire il vero, mi sto cimentando in impegni amorosi."
"Uh, davvero?" fece maliziosa, il sorriso sornione e le sopracciglia alzate.
"Sì. Speravo di passare l'ultimo dell'anno con lui ma, viste le circostanze mie e sue... sarà per il prossimo." dissi vaga. Non intendevo dirle che mi vedevo con un calciatore della Juventus, dai! Già non l'avevo detto a mia mamma all'inizio, figuriamoci a Tania! Nel giro di dodici ore lo avrebbe già spiattellato a tutti e lo saprebbe l'intera Torino!
"Oh, mi dispiace avere rovinato i vostri programmi ma vabbè, c'è sempre martedì, è il primo dell'anno!" ammiccò, mandandomi su tutte le furie, ma mi trattenni.
Farmi licenziare non era esattamente il regalo che avrei voluto per l'inizio dell'anno."Giulia, vuoi svegliarti? Il tuo telefono squilla, non lo hai nemmeno sentito!"
Aprii gli occhi, chiamata dalle esclamazioni di mia madre.
Era martedì, l'unica cosa che ricordo era di essere crollata a letto la sera prima, dopo essere miracolosamente sopravvissuta a tre sere consecutive al ristorante.
Ero rientrata tardi la notte tra il 31 e l'1 gennaio, erano quasi le quattro del mattino.
Lanciai uno sguardo alla sveglia, che segnava l'una di pomeriggio.
Mi alzai, mentre mia madre entrò in camera mia.
"Sono tornata tardi, erano le quattro di questa mattina. Avevo bisogno di dormire." le spiegai, prendendo il telefono che lei stessa mi porgeva, che probabilmente avevo lasciato al piano di sotto la mattina, quando ero tornata a casa stroncata dalla stanchezza.
"Tesoro, guarda qui, hai ricevuto almeno due chiamate. Poi scendi, è avanzata della carne dal pranzo, se hai fame puoi mangiarla tu."
Detto questo uscì dalla mia stanza.
Io guardai il telefono, ancora assonnata e con il pigiama addosso.
Il display mi rivelava due chiamate perse da Rodrigo, e un messaggio da parte di Sofia.
Dopo aver risposto alla cazzata che mi aveva mandato la mia amica, richiamai immediatamente Rodrigo.
Rispose dopo due soli squilli.
"Perdonami Rodri, - mi scusai subito, ancor prima che mi potesse salutare - stavo dormendo. Sono stata al ristorante pure ieri sera per l'ultimo dell'anno e sono tornata alle quattro stamattina..."
"Ehi Giulietta, tranquilla. - mi rassicurò con la melodia dolce della sua voce e il suo simpatico accento sudamericano - Fino alle quattro? Povera la mia guerriera, ti hanno fatto sgobbare!"
"Già. Mi avevi chiamato?"
"Sì, volevo chiederti, siccome non ho avuto tempo di farmi vedere settimana scorsa e per questa settimana sono in vacanza, se ti andava di uscire in città, oggi pomeriggio. Ma ti capisco, sei stanca..."
"Zitto. - lo interruppi sorridendo - Non ho desiderato altro per tutta la settimana."
Potei percepire la sua bocca allargarsi in un sorriso.
"Ottimo. Tra un'ora ti passo a prendere?" domandò.
"Grazie, autista." lo presi in giro, quindi lo salutai e terminai la chiamata.
Scesi al piano inferiore per mangiare qualcosa, poi risalii per vestirmi e dissi a mia madre che sarebbe passato Rodrigo per portarmi a fare un giro.
Puntuale come aveva promesso, il campanello suonò.
"Io vado!" gridai a mia madre, in cucina con il gas acceso, intenta a cucinare qualche tipo di sugo o robe varie, quindi uscii.
Rodrigo mi aspettava un macchina, con il finestrino abbassato, e rivedere il suo viso, i suoi occhi e il suo sorriso dopo una settimana d'astinenza mi fece tornare felice e fece spuntare un sorriso anche a me.Appena ho finito di guardare l'amichevole di Villar Perosa in TV, ho pensato che fosse meglio pubblicare il capitolo 😅😂
Spero vi piaccia.PS. Rodrigo con la casacca verde in testa per proteggersi dal sole è qualcosa di EPICO
A rubargli la scena è Cristiano con quel fantastico cappellino da tifoso e la maglia di allenamento sotto al cappello a farlo sembrare una suora. Trovata geniale ahaha.
Solo chi ha visto la partita capirà... 😂😂
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𝐆𝐔𝐄𝐑𝐑𝐈𝐄𝐑𝐎 || Rodrigo Bentancur
FanfictionChe cosa può accadere quando la vita fragile e senza speranze di una ragazza si intreccia con quella tanto famosa e ricca di soddisfazioni di un calciatore? Giulia non avrebbe mai saputo rispondere a questa domanda, ma ora crede di saperlo bene. "Od...