• Trentadue •

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Lo sguardo di Rodrigo era fisso a terra. Non riusciva più a sollevare gli occhi per incontrare i miei, non dopo quelle parole che aveva pronunciato come un fiume in piena, che si era preparato nella mente e aveva aspettato il momento migliore per pronunciarle.
"Rodrigo..." dissi, e aprii la bocca per continuare a parlare, ma non mi uscì la voce, non avevo la benché minima idea di cosa dire.
Aspettavo che fosse lui a fare o dire altro.
Non capivo cosa dovessi fare in quel momento, se starmene zitta e paziente in attesa che lui parlasse ancora, se dirgli qualcosa io, se abbracciarlo e fargli capire che io provavo lo stesso, se baciarlo o restare al mio posto.
Alla fine lasciai che a decidere fosse il cuore e non la testa.
"Da quando ti ho incontrato in quella sala al Center e mi hai dato quella bottiglietta d'acqua, ho capito che il tuo inserimento nella mia vita non era per nulla casuale.
Anzi, dicono che tutte le persone che troviamo in giro le incontriamo per una ragione.
Tu sei entrato nella mia vita, hai deciso di farlo senza che io te lo chiedessi. Mi hai sempre protetto da qualunque tipo di minaccia, mi hai messo in guardia sul mondo, mi hai voluto bene e mi hai fatto sentire di nuovo parte del mondo. Io... non so nè come ringraziarti nè se meriti davvero una ragazza come me."
Finalmente Rodrigo alzò lo sguardo e si voltò, puntando i suoi occhi nei miei.
Sullo sfondo il cupo cancello chiuso della Continassa era l'unica cosa della struttura che possedesse un colore che non fosse bianco o nero.
L'aria fredda di gennaio muoveva i rami spogli degli alberi, i residui delle foglie secche autunnali sporcavano le strade sulle quali le macchine sfrecciavano incontrollate.
L'unico rumore che si udiva era il loro motore che sfiorava i settanta chilometri orari e il fruscio del vento.
Nonostante tutti questi tratti invernali, io non vedevo altro che i suoi occhi, non sentivo altro se non il suo respiro che mi solleticava le labbra e non percepivo altro  se non le sue mani stringere le mie.
"Ma non lo capisci? - domandò scuotendo il capo - Io non desidero una ragazza come te. Io desidero te. È questo che tu non riesci a capire."
Accennai un sorriso triste.
"Non sono abbastanza, non sono quello che un ragazzo vorrebbe. Sono fragile e triste ho una vita difficile, senza chi può capirmi, senza amici, senza speranze." sussurrai senza riuscire a trattenere i singhiozzi.
Le sue mani si posarono sulle mie guance rigate dalle lacrime.
"Sono io la tua speranza, Giulia. Lo hai dimenticato? Io veglio su di te, io sono il tuo guerriero."
Quelle parole mi tolsero definitivamente il fiato.
Possibile che pronunciasse le parole della mia canzone preferita senza rendersene conto?
"So che è il testo di Guerriero. Vorrei che capissi ciò che sarei disposto a fare pur di stare insieme a te." spiegò.
Senza bisogno che mi dicesse altro sorrisi e gli presi il viso tra le mani.
"Rodrigo... ti amo." feci solenne, rendendomi conto solo in quel momento che quelle erano le uniche due parole che avevo sempre desiderato pronunciare.
E allora lo baciai.
Ogni volta era come la prima: magica, indescrivibile.
Chiusi gli occhi mentre le sue labbra vagavano sulle mie.
Interruppi il contatto solo quando non avevo più fiato.
"Ti amo anche io. - rispose lui, sorridendo per la mia precedente affermazione - Ti ho sempre amato. Ci ho messo un po' a capirlo."
So cosa vuol dire amarsi.. Non è mai tardi per capirlo.
Le parole udi mia madre mi scatenarono in mente; pure questa volta avrei dovuto dar ragione a lei.
"Tu sei il mio guerriero." dichiarai appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.
"Certo che lo sono."
Una lacrima solitaria mi solcò il viso. Felicità, forse.
Rodrigo me la asciugò con il polso della sua felpa, poi sorrise.
"Con il mio mantello asciugherò il tuo pianto." recitò.
Sorrisi anche io.
"Ma ti sei imparato il testo a memoria?" chiesi curiosa.
"Già. Le ho studiate tutte per conquistarti. Questa soluzione è stata la più efficace, ho notato." commentò.
"Sei fantastico."
"E tu sei bellissima. - mi disse sorridendo. Poi, rendendosi conto di che ore fossero e del fatto che gli fosse penetrato il freddo nelle ossa, fece la sua proposta - Che ne dici di andare al calduccio? Vieni a casa mia, guardiamo un film?"
Annuii felice.
Ritornammo al parcheggio e salimmo in macchina quindi prese la strada di casa sua.
Nel frattempo chiamai mia madre.
"Pronto mamma, sto andando a casa di Rodrigo ora." la informai.
"La signorina resta a cena da me stasera, le dispiace?" urlò dal volante Rodrigo, per farsi sentire da mia mamma.
"Certo, ti ringrazio, sei un giovane in gamba, Rodrigo. - rispose mia mamma, mentre io avevo accostato il telefono all'orecchio del ragazzo. Poi lo ripreso e lo tenni all'orecchio io - E mi raccomando, tu, digli ciò che provi." fece con una punta di malizia nella voce.
Immaginai che stesse sorridendo, così lo feci anche io.
"Mamma!" esclamai.
"Avanti. A dopo." concluse e riattaccò.

Arrivati a casa, Rodrigo iniziò a preparare la cena, poichè si erano fatte quasi le sei e mezza.
Quando stavo con Rodrigo, il tempo volava.
Nel frattempo, il ragazzo mi diede l'onore di scegliere su Netflix che film guardare, mentre lui finiva di preparare il tavolo.
Quando mi chiamò per mangiare, circa un quarto d'ora dopo, vidi il tavolo apparecchiato per due, una candela al centro del tavolo e lui che mi sorrideva.
Mi porse un pacchetto.
"Non compio gli anni." obiettai, sebbene fossi contenta del suo pensiero.
"Non importa. Apri." mi incitò.
Aprii il pacchetto. All'interno vi trovai un anello. Un po' perplessa e un po' incredula per quello che pensavo potesse essere, lo guardai.
"Giuls... vuoi essere la mia ragazza?"
Sorrisi al colmo della felicità.
"Sì... sì!" esclamai, saltandogli in braccio.
Lui mi strinse, come se temesse che potessi cambiare idea. Nella testa avevo stampato ancora l'anello di fidanzamento che lui mi aveva appena regalato.
"Ti chiederei mille altre volte di essere la mia ragazza."
"E io ti risponderei mille altre volte sì." lo rassicurai.
Rodrigo mi baciò la fronte.
"Ti amo. Non mi stancherò mai di dirtelo."

So che sto per farmi nemici e per segnare la mia fine, non sono pronta nemmeno io per questa notizia, ma il prossimo capitolo sarà l'epilogo 🥺😭
Devo ringraziare davvero chi mi ha sostenuto dall'inizio e ha creduto in me.
Vi voglio bene
PS. Perdono errori di battitura, ma non ho voglia di revisionare 😇

𝐆𝐔𝐄𝐑𝐑𝐈𝐄𝐑𝐎 || Rodrigo Bentancur Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora