Capitolo 40. Pizza.

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-Perfavore leggete lo spazio autrice, è importante! Siamo arrivate al capitolo 40, vi rendete conto?! Urloooooooo, no okay. Vi lascio leggere in santa pace.-

Eccomi sull'aereo diretta a San Diego. Vi starete chiedendo cosa è successo quando sono andata a salutare Paolo. Poteva andare solo in un modo, io e lui in lacrime che ci abbracciavamo saziandoci l'uno dell'altro. Dover sentire il suo calore, le sue braccia attorno a me, la sua risata, la sua voce, per l'ultima volta mi ha fatto apprezzare al massimo quel momento. Ho impresso ogni singolo dettaglio nella mia mente, speranzosa di non dimenticare nulla di quell'addio. O forse di un arrivederci. Non sono un tipo religioso, ma spero che ci sia qualcosa dopo la morte. E se questo qualcosa esiste davvero, io e Paolo ci riincontreremo un giorno. Ho deciso di ritornare per il suo funerale, anche se mi distruggerebbe. Non posso lasciare Diego da solo. So che lui adesso ha una nuova vita qui, ma siamo legati a livello profondo e se la mia presenza riuscirà a dargli conforto allora sarò lì in prima fila per lui. Non importa come.

Dopo un lungo viaggio siamo finalmente arrivati, ma non sono molto entusiasta. Sono davvero un disastro e so che ci saranno fin troppi fotografi e fan ad attendere il nosto arrivo. Non voglio che mi immortalino con gli occhi gonfi e rossi e con le guance rigate dalle lacrime. Anche perchè non sopporterei se mi facessero qualche domanda. Penso che andrei totalmente fuori di testa.

"Metti i miei occhiali da sole." mi sussurra Luke passandomeli. Annuisco e non perdo tempo ad indossarli. Poggia una mano sul mio fianco e mi avvicina a lui, dandomi un leggere bacio sulla guancia. Prendo un profondo respiro ed attraversiamo l'aereoporto e dopo qualche minuto riusciamo ad entrare in macchina. E' stato faticoso, ma ero contenta di tutto quel calore che solo le fan riescono a darti.

"Stasera voglio mangiare una bella pizza." mormora Michael distrutto accasciandosi sul sedile. Anche a me andrebbe una bella pizza, ma non voglio ordinarla. Non fraintendetemi, amo la pizza qui in America, ma ovviamente non potrà mai essere ai livelli di quella italiana. Mi viene in mente un'idea.

"Che ne dite se la cuciniamo noi? Vi insegno la ricetta." dico sorridendo della mia idea. Mi aiuterà a distrarmi ed in qualche modo riuscirò a sentirmi più a casa. La cucinavo sempre con mio padre, mi ha insegnato lui questa ricetta.

"Se viene uno schifo... Sarò colpa di Michael." dice Calum incrociando le braccia al petto.

"Perchè sarà colpa mia?" alza la voce Michael indispettito.

"Perchè non ti lavi mai quelle zampacce dopo che vai in bagno. Tu non toccherai niente." dice facendo scoppiare tutti a ridere.

"Fottiti." dice Michael alzandogli il dito medio e guardando fuori dal finestrino. Lo prendiamo in giro finchè non arriviamo in hotel. Mi fa quasi pena. Ho detto quasi, in realtà mi sto divertendo davvero tanto. Ho chiesto a Ben se poteva farci salire tutti gli ingriedienti per fare la pizza mentre con i ragazzi andavamo in camera, dopo aver sostato fuori per fare foto con le fan.

"Perfetto. Mentre aspettiamo gli ingredienti fate esattamente quello che vi dico." dico iniziando a tirare fuori tutti gli utensili da cucina che potrebbero servirmi. 

"Io passo." dice Michael andando in camera. Aggrotto le sopracciglia. Se la sarà forse presa per prima? E' quasi impossibile, lui è un tipo che sa stare allo scherzo. So che c'è qualcosa che lo preoccupa. Lo so per certo. Lui ama la pizza, non rinuncerebbe a cucinarla. Deve stare davvero male. Mollo tutto, ma non prima di aver detto agli altri come sistemare le cose. Si, in questo sono sempre molto ordinata. Quando si cucina l'ordine è al primo posto.

"Michael?" lo chiamo entrando in camera. La sua testa è affondata nel cuscino e non si preoccupa della mia presenza. Cammino velocemente verso il letto e mi siedo proprio sul bordo poggiando una mano sulla schiena. 

I have a dream, him. |Luke Hemmings|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora