Capitolo 30. Gelosie.

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Il mio cuore inizia a battere all'impazzata, come se volesse uscirmi dal petto. Il suo sguardo è piú deciso che mai. Non riesco ad aprire bocca e mi limito a fissarmi le mani.

Finalmente arrivano i bagagli e usciamo dalla sala arrivi. Vediamo subito mia madre dietro il cordoncino con un sorriso stampato sul viso insieme a mio fratello, che accanto a lei sembra una colonna visto quant'é alto.

"Mamma!" urlo correndo ad abbracciarla abbandonando la mia valigia. Le salto addosso nonostante sia più alta di lei.

"Piccola mia." dice con voce rotta dalle lacrime.

"Mi sei mancata così tanto." le sussurro strigendola di più a me. Lei ride emozionata per quello che ho detto, dato che non é da me dire cose così dolci. Mi stacco a malincuore da lei e abbraccio mio fratello che mi stringe a se.

"Strano a dirsi, ma mi sei mancato." dico ridacchiando. Mi sorride soddisfatto.

Inizio a presentare i ragazzi a entrambi. Faccio da traduttrice a mia mamma che li guarda perplessa. Scoppio a ridere vedendola in questo modo. Luke è l'ultimo della fila e sono sicura che lo abbia fatto apposta. Vuole evitare le presentazioni, lo so.

"E lui é Luke." dico indicandolo per poi poggiargli una mano sulla spalla. Mostra uno dei suoi sorrisi mozzafiato e le porge la mano.

"É un piacere conoscerla signora." dice con fare educato. Mostra molta sicurezza, o almeno ci prova.

"Non chiamarmi signora. Mi fa sentire vecchia." dice mia madre sorridendogli. Vedo che lui si rilassa e sorride sollevato. Poi lo presento anche a mio fratello che lo squadra qualche secondo di troppo. Gli prendo la mano e lo attiro a me.

"Smettila, sei inquietante." dico a mio fratello cercando di difendere il mio ragazzo da tutte queste attenzioni. Luke mi stringe la mano, probabilmente grato per averlo tirato fuori da una situazione così imbarazzante.

Saliamo in auto e ci dirigiamo verso casa. É strano rivedere la mia cittá; che sembra così piccola in confronto a tutte le grandi metropoli che abbiamo visitato. Eppure mi sembra di non essere mai partita. Mi perdo nei miei pensieri finchè la voce di mia madre mi riporta alla realtá.

"Niky scendi a prendere il pane." dice porgendomi i soldi. Sbuffo ripensando che non sentivo quella frase da troppo tempo.

Scendo dall'auto ed entro al panificio. Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla e mi giro di scatto.

Mi ritrovo davanti l'ultima persona che volevo vedere.

"Ciao Andrea." dico al mio ex abbozzando un sorriso.

"Ciao Niky. Che bello vederti!" dice lui sinceramente felice stringendomi in un abbraccio.

Ricambio un po' goffamente dandogli qualche pacca sulla spalla.

"Allora, com'é andato il viaggio?" mi chiede mentre entrambi aspettiamo il nostro turno.

"Oh, bene. Grazie." dico con disinvoltura cercando di mascherare il fastidio. Perchè non é con quella puttana? Dopotutto mi aveva rimpiazzata con lei, quindi perché adesso é qui a parlare con me?

"Mi fa piacere." dice sorridendomi. Finalmente arriva il suo turno e va alla cassa. Poi prendo anche io il pane e pago per poi correre via da quel posto. Uscendo sbatto contro qualcosa e per poco non finisco per terra.

"Scusa, pensavo mi avessi visto. Stai bene?" dice Andrea poggiando le mani sulle mie spalle. Annuisco cercando di togliermelo di dosso.

"Si, adesso vado." dico per poi andarmene. Mi sento tirare per un braccio ed in una sola mossa sono faccia a faccia con lui. Prova a baciarmi, ma faccio appena in tempo a farmi solo sfiorare la guancia.

I have a dream, him. |Luke Hemmings|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora