Capitolo 31. Turisti.

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Mi sveglio all'alba, infastidita dalla luce che mi colpisce in pieno viso. Mi stiracchio e mi sfilo lentamente dalle braccia di Luke. Devo assolutamente ritornare da mia madre, sperando che non si sia ancora accorta di niente.

Lo sento lamentarsi e stringere la sua presa sul mio fianco. Stringo gli occhi e mi blocco. Magari così non si sveglia del tutto. Il suo braccio si muove e vedo che inizia a stropicciarsi gli occhi.

Perfetto. É sveglio.

"Dove vai?" dice con voce profonda e le labbra imbronciate che sembrano ancora più carnose. Mi abbasso su di lui e gli dó un leggero bacio.

"Devo tornare da mia madre. Non voglio che si accorga che non ci sono." sussurro a pochi centimetri dal suo viso. Annuisce leggermente deluso. Anche a me pesa dovermene andare, ma non ho altra scelta.

Mi alzo dal letto e con passo felpato esco dalla stanza chiudendomi piano la porta alle spalle. Mi dirigo verso camera di mia madre e cerco di capire se é sveglia. La vedo totalmente immobile quindi entro in camera e con molta delicatezza mi distento sul letto. Sospiro sollevata e chiudo gli occhi cercando di riaddormentarmi, ma é tutto inutile.

Dopo quella che mi sembra un'eternitá sento mia madre alzarsi dal letto e chiudersi in bagno. Guardo l'orario e noto che sono ancora le 8 del mattino. Decido di alzarmi e fare colazione.

Al piano di sotto trovo tutti svegli compreso Luke. Dò il buongiorno ed inizio a preparare la colazione a tutti.

"I pancake sono pronti." dico posizionando i piatti sul tavolo. I ragazzi rientrano in casa e prendono posto.

"Potrei abituarmi a questa vista." dice Ashton indicando il panorama.

"É così rilassante. Sembra di stare in paradiso." dice con aria sognante per poi iniziare a mangiare.

"Si, in effetti mi mancava la pace di casa mia." dico fissando il mare dalla finestra della cucina, posta sopra il lavello.

Finiamo la colazione e vedo mia madre scendere le scale.

"Mamma, giusto in tempo. Ci sono alcuni piatti da lavare, a me fa davvero male la schiena e vedi.." dico cercando di trovare una scusa plausibile per non pulire tutto, ma vengo interrotta da mia madre "Eh no signorina. Lì c'è il lavello, corri a pulire i piatti." dice preparandosi una tazza di caffè. Sbuffo sonoramente mentre i miei "amici" ridono delle mie sventure.

"Lì c'è la Playstation. I giochi li avete. Divertitevi." dico cacciandoli in salotto.

"Fifa." dicono in coro buttandosi sul divano. Scuoto la testa divertita e solo in quel momento mi rendo conto di avere Luke accanto.

É grave, considerando che è un armadio con le gambe ed é praticamente impossibile non notarlo.

"Non vuoi giocare?" dico stranita indicando i ragazzi. Scuote la testa sorridendo.

"No, ti aiuto a fare i piatti." dice pizzicandomi le guance. Aggrotto la fronte e metto il broncio.

"No, tu adesso vai a giocare." dico cercando di spingerlo verso il salotto. Ma é inutile, non si muove di un millimetro. É come tentare di spostare una montagna. Urlo per l'esasperazione.

"Zitta." urla mia mamma con il caffè in mano. Gli faccio la linguaccia e incrocio le braccia.

"Esaurita." sussurra sospirando.

"Guarda che ti ho sentita." dico offesa. "Vai fuori, non ti voglio mentre lavo i piatti." dico indicandole la veranda con uno sguardo minaccioso. Mi manda un bacio e fa come le ho detto.

"Puoi farmi compagnia se vuoi." dico voltandomi verso Luke. Storce la bocca in segno di disappunto.

"Ma io ti voglio aiutare." prova ancora, ma con meno convinzione di prima. Probabilmente ha capito che non glielo lasceró fare.

I have a dream, him. |Luke Hemmings|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora