~ I.1º.1 ~ Giovedì 17-10-2047 ore 7:20.

44 3 0
                                    

Era una giornata speciale. Aveva organizzato il tutto affinché fosse una giornata speciale. Gli ingredienti c'erano tutti. La gita in montagna, la coperta, il pranzo, ma soprattutto c'era lei. L'inizio era stato magnifico: il bel tempo aveva contribuito a renderlo ancora più speciale. Non vi erano nuvole in quella fresca giornata autunnale. Nulla avrebbe rovinato l'atmosfera idilliaca.

Ma il telefono squillò.

Eppure fino a quello squillo tutto stava andando al meglio. Almeno questo era ciò che pensava e che sperava continuasse Alex.

"Laura, dai, non ti preoccupare ci sono io che ti aiuto"

"Alex ho paura, non ce la faccio, non capisco come salire e tu stai li sempre con quella videocamera a filmarmi."

"Lo meriti! Forza, infila il piede destro in quella fenditura, non quella, un po' più su e a destra, si ecco, brava, dai che so che ce la fai, adesso sposta il peso..."

"Ok, ok, ho capito, adesso sposto il peso sulla gamba di appoggio e mi sollevo aiutandomi con la corda! Ecco ce la faccio. Voilà! Eccomi qua!"

"Vedi che se vuoi, riesci!"

"Si, ma grazie al tuo aiuto!"

"Figurati, sei brava ad imparare presto e a non scoraggiarti"

"Insomma, mi stavo scoraggiando proprio nell'ultimo tratto!"

"Ok, allora sei brava a non scoraggiarti troppo! Vuoi riposarti o riesci a camminare ancora poche centinaia di metri fino al rifugio e alla meta finale?"

"Ci riesco, andiamo pure"

Voleva dimostrare di avere ancora energia così Laura prese la sua mano e lo trascinò lungo il sentiero. La luce diffusa di un ancor debole sole penetrava fra le fronde degli alberi. L'aria era ancora fresca, ma lo sforzo fisico rendeva gradevole la brezza mattutina.

Alex sapeva che era una ragazza tenace. Era la sua ragazza tenace. Era orgoglioso di lei. Non si perdeva d'animo, affrontava le sfide con risolutezza e perseveranza. Le voleva bene, anzi la amava. Erano ormai tre anni che erano insieme ufficialmente, anche se si conoscevano da almeno dieci, da quando frequentavano l'università.

Lei era davanti a lui e gli faceva da conducente, ancora tenendogli la mano, quasi fosse la sua guida alpina. Sorrise all'idea di lei come guida: era la terza volta che compivano una ferrata insieme e per lei era la sua terza ferrata in assoluto in tutta la sua vita e sempre in posti diversi. Era finalmente riuscito a convincerla dopo anni di tentativi e ora, paradossalmente, era lei che gli proponeva la prossima spedizione: aveva provato piacere nel farle. Lui era ormai un provetto, ne aveva compiuto oltre cinquanta, anche se, umilmente, non si considerava un esperto; il percorso che stavano percorrendo era oramai la quinta volta che lo faceva. Purtroppo il freddo era alle porte e, molto probabilmente sarebbe stata una delle ultime ferrate dell'anno. Non era estremamente difficoltosa quest'ultima, al pari delle due precedenti che avevano completato assieme; fin'ora non aveva scelto ferrate complesse, non era ancora il momento per proporgliele, Laura necessitava di maggiore esperienza prima di poter compiere tratti maggiormente impegnativi e di grado più difficile. Comunque si stava impegnando bene e, come in altri aspetti, si applicava con entusiasmo e dedizione.

"Sono orgoglioso di te!" i pensieri di Alex si tramutarono in parole.

Lei si fermò e si voltò e lasciandogli la mano e con aria civettuola disse: "Grazie, perché sono bella?"

"No, non per questo"

"Ecco, lo sapevo: non mi trovi bella!" disse Laura imbronciata e facendo il beccuccio come una bimba.

"Infatti... non ti trovo bella... ti trovo bellissima!"

Il broncio di Laura si tramutò in un meraviglioso sorriso, quello che Alex faceva impazzire. Non poté che ammirarla. Non era alta, ma ben proporzionata. Cappelli color del grano leggermente mossi, sempre ordinati, pettinati con cura, lunghi, come piacevano a lui, scendevano oltre le spalle sino a coprire metà schiena; il viso chiaro, come la sua pelle, con qualche lentiggine che le creavano un piacevole mosaico nei suoi lineamenti delicati; il naso piccolino e leggermente appuntito; pure la bocca piccolina con labbra sottili; il mento prominente; gli occhi, quegli occhi di cui si era innamorato la prima volta che l'aveva vista, verde-celesti, espressivi e luminosi; era ed è la sua Laura. Meravigliosamente meravigliosa! Così la definiva Alex Baltimora.

"Oh caro il mio Alex" e lo guardò estasiata, piacevolmente soddisfatta del suo Alex. Alex il giovane che ogni ragazza anelava fin dalle scuole superiori! Solo lei era riuscita a conquistare il suo cuore. Pensare che in principio lo reputava antipatico, anzi antipaticissimo. Affascinante, questo si, ma irritante con quel suo modo di guardarti fisso negli occhi... che ora però trovava estremamente delizioso come la scrutava! Si sentiva sua, sua per sempre. Il suo Alex. Lo stava ammirando, un delizioso ragazzo, alto, atletico e aitante. Nel bel volto ovale e affilato colpivano gli occhi scuri, svegli, vispi e indagatori, sovrastati dai folti sopraccigli neri; cappelli neri come la notte, ondulati e lievemente scomposti coprivano appena le orecchie aderenti, con la parte superiore leggermente appuntita che Laura trovava gradevole accarezzare e delineare con il dito; il naso affilato; e la bocca, quella piacevole bocca disegnata da un'artista con labbra carnose sopra al mento squadrato e volitivo.

Laura Villa e Alex Baltimora la coppia. Stavano bene insieme e pure le persone lo reputavano. Non si reputavano migliori delle altre coppie, ma ciascuno per l'altro era il migliore degli altri. Si amavano sinceramente, riuscivano ad intendersi e a capirsi anche se avevano molti interessi differenti, ma non reputavano questo motivo di scontro. Piuttosto si ritenevano come due ruote dentate che, sebbene ruotino in senso inverso hanno, comunque, sempre un punto d'incontro unico ed indispensabile. Ora erano lì uno di fronte all'altra che si guardano come solo gli innamorati sanno guardarsi e tenendosi teneramente la mano.

"Perché sei orgoglioso di me, Alex?" gli chiese dolcemente Laura.

"Per come sei, per chi sei, per quello che sei! Per la tua forza di volontà, per come affronti le sfide e per come riesci a portarle a termine e per come desideri affrontarne delle altre sempre con quel meraviglioso sorriso di cui mi sono perdutamente innamorato!"

Lasciò che la videocamera gli pendesse dal collo, ancora accesa, e si baciarono! Era uno di quei giorni che si sentivano teneri e affettuosi l'un con l'altra. L'atmosfera creata non poteva non negare il bacio.

Ma il telefono squillò.

Latmosfera creata crollò, come un castello di carte di fronte ad un ventilatore oppure un castello di sabbia di fronte ad un'onda più potente.

Era la telefonata che non avrebbero mai voluto ricevere, ma purtroppo la vita è fatta anche di questo e bisogna cercare e sforzarsi di affrontarla con coraggio.

"Proprio ora dovevano interromperci? Sarà sicuramente tua madre!" Provò ad indovinare Alex.

"Infatti! Sa che sono via, perché deve proprio chiamare? Dove eravamo rimasti?" e provò ad avvinghiarsi nuovamente a lui.

"Dai rispondi amore, è strano che ti chiami a quest'ora del mattino..." si svincolò lui porgendole il cellulare.

"In effetti è presto... Pronto? Ciao mamma.... Insomma non era il momento più opportuno... No, siamo quasi arrivati alla meta, dimmi! Mamma, stai piangendo? Come? Non è possibile! Oh mio Dio!.... Quando?... E la zia e lo zio? Facciamo il più presto possibile... Dove? All'ospedale in rianimazione... ma quando è... si arriviamo"

Lacrime segnarono il viso di Laura e, visibilmente scossa, si aggrappò ad Alex, ma non per manifestazione di tenero affetto, piuttosto per manifestargli il suo disperato dolore. "Mattias... il caro Mattias... oh povero"

"Cos'è successo?" chiese preoccupato Alex

"Ha avuto un incidente stradale stamattina... non so bene... è all'ospedale... ci sono tutti... oh il mio caro cugino"

"Forza andiamo subito" stavolta fu Alex a condurre per mano Laura verso il rifugio, anche se avrebbe tanto desiderato il contrario e non vedere così triste la sua cara.

Fenice: il ProgettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora