"E lei chi è?" chiese acido Alex rivolgendosi a Cooper.
Lo vide trasalire per poi ricomporsi subito e dire: "Dottor Cooper..."
"Norbert, conosco il suo nome! Quello che mi preme conoscere è sapere il motivo per il quale siete stati presenti al funerale di Mattias. Se Mattias è colui che è stato sepolto!"
Alex era agitato, si era lanciato a capofitto senza pensarci verso questi due misteriosi personaggi senza immaginare come si sarebbero svolti i fatti.
Continuò rivolgendosi a quello che riteneva essere il fratello gemello, anche se con qualche dubbio, di Mattias: "Chi sei tu? Non puoi essere solo il gemello di Mattias, so che le tue impronti digitali corrispondono alle sue!"
Ancora fu l'uomo anziano a parlare: "E lei chi è giovanotto?"
"Sono Alex Baltimora e ora ditemi chi siete e soprattutto chi sei tu?" esclamò volgendosi nuovamente verso Marcus.
"Molto piacere signor Alex Baltimora, ma credo che vi sia un grosso equivoco in ciò che crede o pensa di sostenere. Se conosce le mie generalità, deduco che sia pure informato su quelle del mio assistente, ovvero di Marcus Stiller. Presumibilmente saprà inoltre che siamo agenti diplomatici e, come tali, non può permettersi di aggredirci in questo modo..."
"Non m'interessa cosa siete, voglio sapere cosa siete venuti a fare al funerale di mio cugino Mattias" lo interruppe bruscamente Alex.
Alex era agitato, cercava di ottenere risposte da parte di Marcus o chiunque fosse, ma colui che gli rivolgeva la parola era esclusivamente l'altro, questo Norbert del quale poco gli importava. Si rendeva conto che, mentre lui era in uno stato di agitazione, questi era estremamente calmo, aveva l'impressione di essere addirittura rilassato. L'iniziale turbamento da questi manifestato era già svanito. Lo urtava questo aspetto, non si sentiva padrone della circostanza al contrario di quanto stava manifestando Cooper. Aveva notato pure che, da quando li aveva fermati, Marcus non aveva pronunciato ancora una singola parola.
Voleva sentirlo parlare e così si rivolse ancora una volta a lui, chiedendogli: "Conosci Mattias? Dimmi: sei o non sei il suo fratello gemello?"
Alex lo osservò, ma questi rimase ancora muto. Non dava segni di volergli parlare e questo lo irritava ancora di più. Voleva prenderlo per le spalle e strattonarlo. Stava per farlo, ma si bloccò nell'osservarlo. Era identico a Mattias: più lo scrutava da vicino, maggiori erano le sfumature che notava equivalenti al cugino della sua Laura. Non aveva mai avuto l'occasione di osservare da vicino dei gemelli omozigoti, ma sapeva che questi si somigliavano come gocce d'acqua. Desiderava solo conoscere se fosse stato il parente più prossimo di Mattias, ma soprattutto voleva vederci chiaro in tutta quella strana vicenda che durava da circa ventiquattrore. Se era il gemello perché semplicemente non lo ammetteva. Perché non si era fatto vivo negli scorsi anni.
Alex vide Cooper con aria compiaciuta asserire: "Ebbene si, questo è Marcus il fratello gemello di Mattias"
Fece una lunga pausa riflessiva per poi continuare con la spiegazione: "Sono stati separati alla nascita e divisi. Il nostro istituto si è sempre interessato delle sorti dell'uno e dell'altro, mantenendo l'anonimato e la segretezza, senza lasciare che trasparisse nulla. Quando purtroppo abbiamo saputo della morte di Mattias Neder, abbiamo ritenuto corretto avvisare il fratello gemello qui presente. Marcus Stiller ha desiderato assistere al funerale di quel caro fratello, di cui aveva sentito parlare. Ebbene si, Marcus era a conoscenza dell'esistenza di suo fratello gemello Mattias, ma con il quale non aveva mai passato un attimo assieme se non le prime ore di vita"
Alex era rimasto basito, era l'ipotesi che, insieme alla sua Laura, avevano ritenuto più plausibile e razionale. Ora il signor Cooper Norbert aveva confermato essere corretta. Alex accettò quella spiegazione, ma dentro di se sapeva che vi era un altro punto da chiarire.
Infatti, poco dopo, ribatté, più sicuro di se stesso: "Mi spieghi allora perché le impronti digitali di questo uomo corrispondono a quelle di Mattias?"
Una quasi impercettibile espressione di perplessità illuminò il viso di Cooper. Alex lo vide rilassarsi quasi subito aspettandosi un'altra spiegazione.
Il diplomatico chiarì: "Si tratta di un errore nella compilazione del passaporto, abbiamo impresso le impronte di Marcus al posto di quelle di Mattias..."
"Non può essere! Mattias è qui in Italia da quando aveva più o meno cinque anni, avreste dovuto avere quelle di un bambino piccolo, invece nel documento risultano quelle di una persona adulta!" ribatté interrompendolo ancora una volta Alex.
Cooper continuò imperterrito: "Certo, questo è corretto. Le stavo appunto spiegando, prima che m'interrompesse signor Baltimora, che l'errore è dovuto dal fatto che il nostro istituto possiede le impronte digitali di entrambi i soggetti. Sono a nostra disposizione sia quelle di Marcus sia quelle di Mattias. Sappiamo che Mattias si è sposato, sappiamo che ha compiuto dei viaggi all'estero e, a motivo di questo, abbia richiesto la copia del passaporto. La conseguenza è che sono state registrate le sue impronte digitali. Il nostro istituto ha la copia delle sue impronte. Se la prossima domanda che mi vuoi rivolgere è: come mai il vostro istituto si interessa così tanto di Mattias? La risposta è che abbiamo a cuore il percorso di vita di tutti gli orfani di cui il nostro istituto si è preso cura nei loro primi anni di vita. Pertanto alla compilazione del documento in formato elettronico, erroneamente, sono state imputate le impronte di Mattias piuttosto che quelle corrette di Marcus. Per essere presenti al funerale è stata svolta la pratica del documento velocemente, purtroppo senza ravvisare il grave errore. Questo spiega il motivo per il quale le impronte digitali corrispondano"
Alex era perplesso, però, come in un puzzle, i misteriosi tasselli prendevano il loro giusto posto. Quel Cooper, si disse aveva la risposta pronta, praticamente istantanea, ad ogni sua rimostranza.
Aveva ancora un dubbio e lo espose: "Come mai agenti diplomatici s'interessano di orfani?"
Cooper assentì rispettoso con il capo per poi spiegare: "Il nostro è un istituto umanitario a livello internazionale, in accordo con la maggioranza dei Paesi nel mondo. Per poterci muovere all'interno d'essi senza troppi ostacoli, abbiamo usufruito, in accordo con il ministro degli esteri di ciascun Paese, dell'immunità diplomatica. Come ha notato non vi è alcun mistero nemmeno in questo. Ora la prego, signor Baltimora, di lasciarci andare, ci ha fatto piacere argomentare con lei. Spero di essere stato esaustivo nella spiegazione. La prego ora di lasciarci andare. Dobbiamo necessariamente lasciarci, abbiamo un aereo che ci aspetta"
Per Alex non vi era più nulla da aggiungere e da chiedere, aveva ricevuto la risposta ai suoi quesiti. Mise le mani in tasca in segno di rassegnazione e, nel toccarla, si ricordò della foto. La estrasse, la svolse e mettendola in bella mostra, si rivolse ancora a Marcus chiedendogli: "Questo sei tu o è tuo fratello Mattias?"
Marcus parlò per la prima volta, e, con voce fievole e tremula, ma distinta esclamò in corretto italiano: "Quella è la mia foto, la rivoglio"
Alex ebbe un sussulto al cuore, sbarrò gli occhi e quasi non credette alle sue orecchie. Non era possibile, si disse. Rimase a guardarlo a bocca aperta, con la foto nella mano protesa verso di lui. Si sentiva stordito. La frase era stata pronunciata da Marcus, ma il tono della voce era quella di Mattias. Non era possibile, si disse ancora. Come poteva essere che il tono, l'intonazione, il timbro vocale fosse identico a quello di Mattias? Era possibile che i gemelli identici avessero il medesimo modo di parlare? Non era certo della risposta, ma gli sembrava inverosimile.
Alex era ancora assorto dai suoi pensieri relativi alla voce di Marcus-Mattias. Se avesse chiuso gli occhi e avesse così sentito quella voce era certo che l'avrebbe riconosciuta e associata a Mattias. Comunque si disse che anche ad occhi aperti l'associazione era la medesima: erano due gocce d'acqua indistinguibili nell'aspetto fisico e pure nel parlare erano identici. Percepì un movimento: lo vide cercare di riprendere la foto, era quasi riuscito a prenderla, l'aveva afferrata. No, si disse, non la riavrai, riuscì a sfilargliela dalla presa della sua mano e, ripiegandola, la infilò nuovamente in tasca. Era ancora basito per il timbro della voce e, quasi balbettando, dalla sorpresa, gli disse: "Ti... ti esprimi come... come Mattias. Sei identico a lui anche nella... nel tono voce"
Cooper dichiarò: "Sorprendente vero signor Baltimora? Per alcuni gemelli vi è lo stesso timbro vocale, è raro, ma può capitare. Ora, se ci vuole scusare, come già accennato, dobbiamo proprio prendere l'aereo" Si voltò e, nel farlo, afferrò la manica di Marcus per costringerlo a seguirlo.
"Permette una domanda dottor Cooper?" la voce non era quella di Alex.
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Fenice: il Progetto
Science FictionFenice: il Progetto! È il mio primo libro di una serie di fantascienza incentrate sul Progetto Fenice. Narra le vicende di una famiglia sconvolta per la morte di un loro caro. Ma è realmente morto? Cosa vi è dietro? La scoperta del Progetto Fenice...