~ I.1º.4 ~ Lunedì 21-10-2047 ore 11:25.

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Alex era perplesso per ciò che aveva ascoltato e stava ancora ascoltando. Erano al cimitero ora, dopo la camminata dalla chiesa. Il prete stava svolgendo le ultime esequie. Era più o meno un riepilogo di quanto già esposto nel luogo di culto, stava infatti ancora sostenendo che una brava persona era tornata a Dio. Alex si chiese, considerato che era tornata, se c'era già stata prima? Il prete affermò che Dio aveva richiesto l'anima di Mattias. Non poteva richiedere quella di qualcun altro? Si chiese ironicamente.

Alex non ne poteva più. Non credeva a questi discorsi. Lui non era credente. Era estraneo a tutto ciò che era legato alla religione, di qualunque tipo, manifestazione e credo. Riteneva assurdo credere in un cosiddetto essere superiore, che non interviene per risolvere i gravi problemi che affliggono da sempre l'umanità. Alex si chiedeva: se è così superiore come mai non riesce ad intervenire? Si chiedeva inoltre come poteva essere che, sempre questo essere superiore, avesse necessità di avere delle anime accanto a se. Per farne cosa? Perché doveva permettere, o come poteva permettere, di causare dolore a tutte queste persone? Scosse la testa ai suoi inquietanti dilemmi, che, non avendo risposta, servivano solo ad allontanarlo sempre più da qualunque forme religiosa.

La cerimonia era terminata. I necrofori stavano già calando la bara all'interno della fossa. Appena cominciarono a gettare la terra all'interno dell'oculo, Andrea si avvicinò e gettò un fiore. Marta cominciò a gemere con forti singhiozzi. Alex, vedendola, provò commiserazione per lei, soprattutto, quando di li a poco il suo dolore si tramutò in un pianto disperato. Lisa, che piangeva pure, le si avvicinò per abbracciarla, ma questo servì solo a farla piangere di più, mentre le si aggrappava al collo disperata e inconsolabile.

Alex provava tristezza, era a fianco della sua Laura che si stringeva forte al suo braccio. Sentiva i suoi singhiozzi e, sebbene non la vedesse in volto, era certo che vi erano lacrime. La strinse a se, si voltò verso di lei e le diede dei teneri baci sulla nuca, cercando di consolarla.

Era l'ora del rito delle condoglianze. Ciascuno, al meglio di quel che poteva, cercava di incoraggiare i parenti del defunto, con un abbraccio, chi con qualche parola, qualcun altro con una stretta di mano o altri ancora semplicemente chinando il capo e scuotendolo malinconicamente. Alex si rese conto che, nonostante fossero millenni che gli uomini morivano, non erano comunque mai pronti per affrontare la morte, soprattutto se questa giocava in casa propria. Anche i genitori di Alex porsero le loro condoglianze.

Quando tutti si allontanarono, anche la famiglia di Mattias s'incamminò. Laura si staccò da Alex e si avvicinò a Marta. Le porse il braccio, mentre si avviarono verso l'uscita seguita dai genitori di Mattias, Lisa e Andrea, e dai coniugi Valentina e Bartolomeo. Alex insieme a nonno Michele furono gli ultimi ad allontanarsi.

Passando vicino al colonnato destro Michele con la voce rotta esclamò: "Oh Alex che vita è questa? Che destino crudele e beffardo. Perché il destino si arroga il potere di decidere per noi il nostro percorso di vita? Come può avere la pretesa di stabilire quanto tempo una persona debba vivere?"

Alex, che stava osservando distrattamente una signora che curava una tomba li vicino al colonnato e un'altra persona dalla folta barba appostata a fianco della colonna, si voltò verso il nonno e lo osservò. Non aveva ovviamente delle risposte da fornirgli, ma concordava pienamente con il nonno. Dopo il sermone del prete, si disse che, se vi era un dio, aveva una visione dell'umanità decisamente macabra. Abbassò il capo e arricciò le labbra tristemente.

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