~ I.1º.3 ~ Domenica 20-10-2047 ore 12:45.

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Quelli che seguirono furono ovviamente giorni tetri. Pianti e lacrime, pranzi e cene in famiglia per cercare di confortarsi l'un con l'altro. I genitori di Laura si presero la briga di ospitare per i pasti gli zii di Laura e di far dormire Marta in casa loro. Marta, purtroppo, si stava chiudendo a riccio, non parlava con nessuno eccetto i suoceri, la maggior parte del tempo restava chiusa nella stanza che gli avevano preparato. Con Alex non aveva più parlato ed Alex non ci teneva che accadesse: non avrebbe saputo cosa dirle.

L'aveva osservata a tavola seduta nell'angolo in silenzio, con lo sguardo fisso di fronte a se, persa nei ricordi, oramai solo tali, del suo Mattias. Alex non reputava Marta una bella ragazza come la sua Laura, lui affermava che, se fosse stato single, altrimenti Laura si arrabbiava, non si sarebbe soffermato ad osservarla. Passava inosservata, a parere suo, con quella corporatura un po' tozza e i fianchi troppo pronunciati. Il viso tondeggiante era sovrastato da una capigliatura leonina e pure il colore richiamava il leone. Lei però del carattere felino non aveva nulla. Era Mattias che la trascinava, se fosse dipeso da lei preferiva restare tranquilla a casa. Effettivamente l'atteggiamento che manifestava ora, era quello del suo carattere. Era quello di una persona che ha perso il suo punto di riferimento, che non sa dove mettere il piede perché non c'è più colui che gli indica il punto. Gli occhi castano erano ancora più spenti e del tutto inespressivi, ma si notava che continuava a piangere. Alex reputava il naso decisamente buffo: sembrava una patata schiacciata nella parte superiore. Incredibilmente pure lei come Mattias aveva le orecchie a sventola, ma ancor più pronunciate. Laura e Alex li prendevano in giro dicendo loro che, se si erano conosciuti, non era per un colpo d'occhio, ma di orecchie! Anche lei come Mattias aveva perso i genitori in circostanze ad Alex ignote. Marta era si una ragazza semplice, un po' chiusa forse a causa della mancanza d'affetto venuto a mancare da parte dei genitori, ma quando era in amicizia e confidenza sapeva essere attraente per la sua spiccata simpatia. Alex sorrise al ricordo, di solo la settimana scorsa, quando tutti e quattro avevano trascorso una piacevole serata a cena da loro per poi intrattenersi fino a tardi con un gioco in scatola. Si era proprio divertito. Marta e Mattias erano simpatici ed erano teneri insieme, come il vecchissimo film d'animazione Dumbo con le buffe grandi orecchie.

Generalmente al suo fianco a tavola alla sua destra, quando si riunivano come famiglia, vi era il marito, Mattias, ma ora quel posto era occupato dalla suocera di Marta. Lisa, già di aspetto fragile e mingherlino di suo, dopo la morte di suo figlio, anche se adottivo lo considerava suo, era ancora più accentuato. Il pallore in viso, dovuto da una pelle chiara era ancora più evidente. Generalmente pettinata con cura, Alex ricordava che era solita recarsi dal parrucchiere almeno due volte al mese, aveva un'acconciatura disordinata, come se non si fosse pettinata dalla morte di Mattias avvenuta tre giorni prima. Il colore, dall'ultima acconciatura, era ramato. Contrastava ovviamente con le sopracciglia castane, dalle quali si deduceva il suo colore naturale o per lo meno quello che era. Ricordava infatti che Laura gli aveva confidato che i capelli della zia si erano brizzolati precocemente. Alex, che ammirava gli occhi nelle donne, era colpito da quelli di Lisa, Laura ovviamente lo sapeva, ma pure lei ammetteva che colpivano, sia per la luminosità del cielo azzurro d'estate, sia per la grandezza che li rendevano ammiccanti e intensamente espressivi. Secondo Laura, comunque, e per Alex vi era un cenno di invidia, era per l'abile trucco. Bocca e naso perfetti, ma da chirurgia estetica. Era ancora una bella donna attraente, nonostante avesse da poco passato i sessantanni.

Andrea suo marito al suo fianco lo sapeva e per questo era estremamente geloso della sua signora. Alex ricordava certe scenate intercorse fra di loro mentre passeggiavano al mare, quando lei, con aria volutamente civettuola, camminava in riva al mare, mentre i giovanotti si voltavano al suo passare. Generalmente, comunque, queste piccole discussioni, terminavano con un abbraccio e un lungo bacio. Alex riteneva che lo zio lo facesse così in pubblico, per dimostrare che era, ed è, la sua donna e come tale l'avvertimento risuonava del tipo: non vi avvicinate! Caro lo zio simpaticamente possessivo della moglie, pensava Alex. Aveva anche ragione ad esserlo, non era proprio quello che le donne in genere definisco un bell'uomo. Non tanto per la testa completamente calva, ma per il volto tondeggiante, come lo era tutta la corporatura, e paonazzo. Lui comunque si vantava che possedeva una fronte alta e questo denotava grande intelligenza. Alex ogni volta rideva alla battuta. Il pelo che mancava in testa abbondava ampiamente nel resto del corpo, barba e baffi inclusi, ma ancora tutti neri nonostante i quasi sessantasette anni. In primavera, o meglio ad ogni primavera, attaccava il decespugliatore e si rasava il busto per prendere il sole. Alex e Laura gli dicevano affettuosamente più volte che era un medio grande uomo-orso calvo.

"Prendi ancora qualcosa Alex? Gradisci del formaggio o dell'affettato?"

Alex quasi sobbalzò nel sentirsi chiamare da Valentina, era immerso nei suoi pensieri, ma rispose quasi pronto: "No grazie, sono a posto così, ottimo il condimento della pasta"

"Grazie Alex" rispose la mamma di Laura.

Alex si era voltato nel risponderle, era seduta dal suo stesso lato dopo Laura. Essendo la sorella di Andrea, ogni volta che rifletteva su questo, trovava incredibile quanto fossero diversi fra loro nonostante la parentela. Erano li seduti uno opposto all'altro a tavola, e nessuno, che non li conoscesse, avrebbe detto che fossero fratelli. Alex riteneva che ciò che la natura, in fatto di beltà, non aveva dato a Andrea, avesse ampiamente elargito a Valentina, e questa aveva successivamente lasciato in eredità alla figlia. Anche lei di costituzione minuscola, ma forte e determinata. Stessi meravigliosi occhi di Laura, ed Alex ricordò che la prima volta che l'aveva incontrata, non era riuscito a trattenersi dal manifestarglielo, lasciandola piacevolmente compiaciuta. Fisiognomicamente era simile alla figlia, Alex s'immaginava Laura come la madre, quando avesse raggiunto la sua età. L'aspetto diverso fra loro era il colore della pelle, se per Laura era chiaro, per la madre era più scuro tendente all'avorio, sembrava perennemente abbronzata. Alex sospettava che almeno una volta al mese si recasse al centro estetico per le lampade.

Quasi d'istinto Alex spostò lo sguardo verso il marito, Bartolomeo, seduto a capotavola alla sinistra della moglie. Coetaneo di Andrea, cresciuti insieme e frequentato le stesse scuole, e, come spesso accade, questo aveva determinato la nascita della relazione con la sorella del suo migliore amico. Alti uguale, poco meno di Alex, ma decisamente più atletico del suo migliore amico. Paradossalmente pure Bartolomeo, come Andrea, era peloso. Loro scherzavano affermando, che la loro sincera amicizia, non era a pelle, ma, piuttosto, a pelo! Il viso del papà di Laura era, però, rasato e di una tonalità dovuta all'abbronzatura come la moglie; Alex sospettava che si trattasse dello stesso centro estetico. Capelli radi, corti e grigi; occhi sporgenti e neri. Sebbene sessantasettenne, ne dimostrava almeno dieci di meno, merito anche delle lunghe pedalate, essendo un grande appassionato di ciclismo.

Dalla parte opposto vi era nonno Michele. A parte qualche breve battuta, come la precedente, erano tutti assorti dai loro pensieri. Alex si trovava anche lui con loro a tavola, alla sinistra di Michele, in mezzo a questo terribile dramma. Era impreparato ad un avvenimento così tragico, ma era risoluto più che mai ad essere vicino a quelle famiglie, se non con le parole almeno con la presenza, come gli aveva consigliato saggiamente nonno Michele.

Il funerale era già stato pianificato e predisposto. Quella era la sera prima delle onoranze funebri, una notte lunga e insonne per tutti.

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