~ I.3º.5 ~ Lunedì 21-10-2047 ore 18:07.

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Alex arrivò alla caserma dei carabinieri, parcheggiò la vettura ed entrò. Era certo di trovarlo ancora in ufficio. Si presentò all'ingresso e chiese di poter essere ricevuto da Paolo De Santis. Come aveva ipotizzato era presente, ma non subito disponibile. Gli assicurarono che entro dieci minuti lo avrebbe ricevuto. Si accomodò, come gli fu suggerito, nella sala attesa. Era solo. Le riviste, sul tavolino di fronte, non lo incuriosirono, prese allora la videocamera e riavviò le sequenze che aveva filmato. Non si era preparato un discorso da esporre per presentare il filmato. Voleva semplicemente un parere di una persona, che era stato il suo ex compagno di classe alle scuole superiori, competente in materia.

Trascorse il doppio del tempo che gli era stato annunciato, ma non se la prese per la lunga attesa, sapeva che Paolo era molto impegnato. La stessa persona in uniforme, che lo aveva accolto all'ingresso, gli disse che De Santis era libero per riceverlo. Alex si alzò e seguì il carabiniere sino all'ufficio di De Santis. Fuori dalla porta vi era un targa con scritto: Brigadiere De Santis Paolo. Entrò.

"Brigadiere De Santis! L'ultima volta che ci siamo visti eri vice brigadiere, è caduta la parola vice dalla targa fuori dal tuo ufficio?" sorrise nel chiederlo, sapeva di potersi permettere di scherzare con Paolo. Avevano trascorso insieme tutti e cinque gli anni alle scuole superiori, gli ultimi tre come compagni di banco. Erano coetanei, Paolo qualche mese più giovane di Alex. Non poté fare a meno di osservarlo, mentre si alzava dalla sedia: era sempre lo stesso gran pezzo di uomo da un metro e novantacinque, imponente e possente. Muscolatura atletica, ricordava che aveva praticato le arti marziali, anche se non ricordava la disciplina intrapresa. Colpivano i capelli a spazzola neri, più corti ai lati, e l'abbondante pizzo scuro nel volto ovale leggermente abbronzato. Gli occhi castano scuro trasmettevano freddezza e sicurezza per chi non lo conosceva, ma, per Alex, erano gli occhi di un, si certo, giunonico uomo, ma fondamentalmente buono e accondiscendente. Alex sperava di poter sfruttare questa sua qualità. Non era cambiato molto esteticamente da quando avevano terminato gli studi scolastici superiori. Alex intraprese l'università, mentre Paolo la carriera nell'arma dei carabinieri, come il padre.

"Appuntato, arresti quest'uomo per violenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale ai sensi dell'articolo trecentotrentasette del codice penale!" voce grossa e tono alto, ma grave, Alex si rese conto che non era cambiata se non forse ora era addirittura ancora più bassa. Poi, dopo una breve pausa, gli sorrise e gli disse: "Vieni qui Alex e stringimi la mano! Come stai? Quale buon vento ti porta qui? Chi vuoi fare arrestare? La tua fidanzata non ti bacia? La faccio portare immediatamente in caserma per un interrogatorio!" lo punzecchiò anche lui.

Caro il buon Paolo, pensò Alex, sempre in vena di prenderlo in giro affettuosamente, da vecchi compagni di classe. "Tranquillo, Laura è ancora brava! Eventualmente so di poter contare su di te" rispose Alex stando al suo gioco e strizzandogli un occhio. Continuò: "Tutto bene per il resto, e te come stai? Da quando il passaggio di grado?"

"Da marzo di quest'anno, è proprio un pezzo che non ci si vede" constatò massaggiandosi il pizzo.

"Non posso darti torto, hai ragione, ma anch'io, come te, sono piuttosto occupato con il mio lavoro. Dovremmo trovarci qualche sera per bere qualcosa"

"Sempre indaffarato con i tuoi video-montaggi, fin dalle superiori. Sono contento che, come me, hai intrapreso la carriera che ti soddisfaceva. Sono d'accordo per trovarci una sera, il mio numero privato ce l'hai ancora vero? Ma siediti pure" e per invitarlo tornò ad accomodarsi pure lui.

Alex si sedette e rispose: "Grazie Paolo. Si, si, certo, ho ancora il tuo numero, è sempre utile la conoscenza di un pezzo grosso nelle forze dell'ordine!" gli disse Alex sorridendo per aver sottolineato la parola grosso.

"Dai forza Alex, dimmi qual buon vento ti porta qui? Se è per una multa, mi spiace, ma non posso revocarla!"

"Nulla del genere, so che sei impegnato e pertanto non voglio rubarti troppo tempo. Volevo semplicemente conoscere la tua opinione su una vicenda che mi è accaduta oggi"

Fenice: il ProgettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora