~ I.5º.2 ~ Martedì 22-10-2047 ore 10:55.

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Il giornalista arrivò nella metà del tempo che aveva previsto. Parcheggiò in un divieto di posteggio, ma aveva il tesserino di giornalista esposto. Scese dall'auto e di corsa si diresse all'ingresso. Rifletté sulle informazioni ricevute. Gli elementi per creare la notizia vi erano tutti. L'unico aspetto negativo era che non rammentava l'incidente avvenuto qualche giorno prima, ma non era un ostacolo così insormontabile, lo avrebbe verificato più tardi.

L'informatore era stato agganciato quattro anni addietro. Fu facile per il giornalista Domenico Martinelli reclutarlo: qualche centinaio di euro si accettano volentieri per fornire delle informazioni e per arrotondare lo stipendio. Così ottenne la collaborazione dell'allora appuntato Salvatore Vitale. La maggioranza delle volte gli anticipava la soffiata chiamandolo, come in questa ultima occasione. Dal giorno della stipula del loro rapporto non si videro più per ragioni di sicurezza e per mantenere anonima la sua fonte. Si misero d'accordo per il ritiro dell'apparecchio telefonico e da lì in poi si sentivano esclusivamente a mezzo telefonico.

Domenico era curioso di comprendere lo svolgimento dei fatti. Stava prendendo qualche breve appunto mentre camminava sulle domande da porre, macchina fotografica agganciata alla cinghia sulla spalla destra e videocamera sulla sinistra.

Entrò attraverso la doppia porta scorrevole. In quel momento sentì un segnale acustico provenire dal cellulare e lesse il messaggio: ricezione foto completato. Le osservò e lesse il nome sotto ciascuna. Ora doveva cercarli, sperando che fossero ancora li. Corse al check-in, quando, qualche metro più avanti, sentì pronunciare il nome Marcus Stiller, forse dalla persona che lo precedeva. Si bloccò di colpo e, mentre automaticamente prendeva la videocamera, li vide. Si stavano entrambi voltando dalla sua direzione. Li riconobbe e immediatamente attivò la registrazione. Si avvicinò con circospezione. Sentì il ragazzo di schiena davanti a lui pronunciare una strana frase associando Stiller con Neder. Non comprese il senso, a meno che, colui che si spacciava per Stiller non fosse realmente Neder. Si spostò accanto a loro, e sentì esclamare il più anziano un'insolita affermazione, in italiano dall'accento marcatamente americano, riguardante l'inizio della fine. Anche in questo caso non riusciva a collegare il nesso e il senso. Con indifferenza rimase a circa due metri da loro accanto a un bidone dei rifiuti, la videocamera puntata su quei curiosi personaggi, tenuta senza dare troppo nell'occhio. Aveva riconosciuto subito i due personaggi stranieri dalle foto inviatagli, ma non l'altro giovane. Chi era? Forse il testimone oculare di cui aveva accennato Salvatore. Al momento preferì ascoltare senza intervenire. Le domande che aveva formulato potevano attendere al momento. Si preannunciava un diverbio colorito. Senza dare nell'occhio, anche se era certo che non prestavano attenzione a lui, ascoltò la loro conversazione.

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