capitolo 7.5

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"Se ho ben capito, hai deciso di non sostenere l'esame di ammissione all'accademia che la nostra famiglia ha fondato più di duecento anni fa, e il motivo sarebbe?" Gli chiese suo padre guardandolo con sgomento.

Archer aveva deciso che non poteva andare avanti in quel modo. Non dormiva, non mangiava. Sentiva quella voce tutte le notti. All'inizio aveva lottato, ma infine aveva ceduto. Non poteva andare avanti in quel modo.
Suo padre lo fissava, era come sempre seduto nella sua sedia dietro la scrivania in quercia intagliata, le mani unite posate sul ripiano.
"Non posso!" Disse semplicemente.
"Ascolta, capisco che è impegnativo. Hai studiato tanto! Sei pronto per prendere il mio posto!" Si alzò dalla poltrona e fece il giro della scrivania avvicinandoglisi. Aveva notato che ultimamente Archer era strano. Era più pallido e era dimagrito.
"Padre mi dispiace darvi questo dolore, ma non posso! Non dormo più, non mangio più! Ho bisogno di pensare a me stesso..."
"Prenditi del tempo per rimetterti..."
"NO. Ho deciso. Mi spiace darvi questo dolore." Gli occhi pieni di disperazione si posarono sul padre." Almeno voi, lasciatemi andare."
"Che diavolo stai dicendo!? Che significa che almeno io devo lasciarti andare?" Adesso era davvero preoccupato.
"Sono stanco ho bisogno di dormire. Vi prego..." si interruppe. Suo padre lo fissava come se fosse impazzito.
"Faccio chiamare il medico." Suo figlio stava vaneggiando.
"Non c'è n'è bisogno..."
"Sì, invece! Va in camera tua. Cerca di riposare. "Vengo a vedere più tardi come ti senti."
"Va bene." Archer lasciò lo studio.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per dormire almeno un paio di ore. Era più di una settimana che non chiudeva occhio e quando si addormentava vedeva quegli occhi sentiva quella voce!
Salì in camera e andò a sdraiarsi sul letto di traverso. Appena posò la testa sul cuscino crollò addormentato.
Si sedette al suo fianco e gli toccò i capelli con tenerezza.
Perdonami, non voglio farti del male, ma ho bisogno di te. Abbiamo bisogno di te. Disse piano. Non posso lasciarti dormire sereno, non ancora.
Archer si agitò nel sonno e un gemito gli sfuggì dalle labbra.

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