capitolo 18

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Sonja si alzò dal trono e ascoltò il resoconto di uno dei suoi uomini. A quanto pareva Lucifer aveva fatto la sua mossa. Aveva mandato i suoi demoni in Italia. Quindi era là che si trovava Gadriel. Doveva arrivare prima di lui...
"Hai detto che lui non è andato?" Quello era strano.
"A quanto pare qualcuno gli ha posto un sigillo vincolante. Quindi attenderà che gli venga portato Huriel. Da ciò che ha capito la nostra spia è l'unico modo per far sì che Gadriel torni da Lucifer."
Sonja si sedette sul trono e accavallò le gambe e dondolò il piede. "Che facciamo mia signora?"
"Non possiamo intervenire per il momento, ma voglio che comunque vi teniate pronti." Non poteva spezzare il tenue equilibrio che regnava.
"Credete che il principe sia in grado di tenere testa a tutte quelle truppe?" Le chiese il comandante della sua guardia privata.
"Gadriel non è stupido, non penso sia solo..." Disse Sonja, ma poi si interruppe.
"Sappiamo che con lui si è alleato anche un demone dell'acqua, ma sarà sufficiente? Tre contro un'armata!"
"Se sarà necessario interverremo, ci siamo spostati proprio per questo." Sonja era stata titubante a farlo, sentiva la presenza di Huriel e quella di un giovane demone e di una discendente. Dov'era Gadriel? Perché non sono insieme? Di solito dove c'era uno c'era l'altro, c'era qualcosa di strano in tutta quella situazione.
"Darò ordine di stare pronti." Chinando il capo, si alzò e uscì dalla piccola sala.
Sonja si chiedeva perché Melissa non le avesse fatto sapere dove si trovava, le ultime sue notizie risalivano a qualche giorno prima. La nave su cui viaggiava era dispersa in mare. Strinse i pugni in preda alla rabbia, non poteva perdere Melissa.

Melissa era seduta su una poltrona, i polsi legati con delle corde d'argento. Guardava l'umana con freddezza.
"Vi conviene liberarmi." Disse con tono gelido. Non era la prima volta che cercava di attirare la sua attenzione, ma l'umana era troppo preoccupata. "Umana!" La chiamò esasperata.
Tamara si girò verso la vampira e la fissò socchiudendo gli occhi. "Riesci a stare zitta per un minuto! La situazione ci sta sfuggendo di mano!"
Melissa si poggiò contro la spalliera del divano e la fissò. Si era svegliata legata e sola con quella donna, una cacciatrice. Perché non l'aveva uccisa? E soprattutto, dov'era Huriel? E che fine aveva fatto Archer?
"Vorrei parlare con Gadriel." Le disse.
"Gadriel? Non è qui." Le rispose Tamara.
"Impossibile!" Cercò di sollevarsi a sedere, ma la corda in argento era fissata per terra e non le dava molta libertà di movimento. "Dov'è c'è Huriel c'è Gadriel!" La volevano certamente ingannare.
"Per il momento non è così." Stava per dire altro quando la porta della cella si aprì e Deacon fece il suo ingresso. "Allora?"
"Non si è ancora svegliato." Le rispose con voce bassa. Tamara si passò le dita tra i capelli biondi.
"Sono passate ore!" Erano in pena per Cadis e il fatto che Archer non desse spiegazioni non migliorava la situazione. "Vado a parlare con mio fratello." Avevano stabilito dei turni per stare con la vampira.
"Dite a Gadriel che voglio parlare con lui!" Insistette Melissa.
"Non è qui! Come devo dirtelo!" Sbottò Tamara esasperata.
"Mi state prendendo in giro!? Lui è qui! Ne sento il potere." Alle sue parole Tamara e Deacon si fissarono negli occhi confusi.
"Ti assicuro che non è qui." Le disse Deacon con tono fermo.
"Io sento il suo potere..."
"Non so che dirti, è la verità."
Melissa li fissò, non stavano mentendo! Allora a chi apparteneva tutto quel potere? Si chiese in preda alla confusione più totale.

Cadis si sentiva galleggiare in un mare di tenebre, i ricordi che gli erano piombati addosso lo avevano così stordito da fargli perdere i sensi.
Ricordare il suo passato era stato doloroso e gli aveva attenebrato la mente.
"Archer ti prego!" La voce di Tamara giunse a lui ridestandolo. "Perché non ci dici che cosa sta accadendo?"
"Non ho risposte alle tue domande." Rispose Pasha con voce bassa e gentile. "Ancora non mi capacito del fatto che tu sia mia sorella." Lo sentì dire.
Cadis aprì gli occhi, sbatté le palpebre quando la luce lo accecò li richiuse per un attimo, alzo il braccio a coprirsi gli occhi, poi si mosse sul letto e Archer fu subito al suo fianco.
"Mio signore! State bene?" Il tono preoccupato.
Cadis gli sorrise e lo fissò negli occhi.
"Sto bene e tu come stai?"
"Bene credo, avere un corpo umano non era nei miei piani però. Vi sarei stato più utile come demone." Gli disse aiutandolo a sedersi sul letto.
"Ne riparleremo."
"Ora ci dirai cosa sta succedendo?" Chiese Huriel rivolto a Cadis.
"Come osi rivolgerti così a lui, tu..." Tacque di colpo quando Noctis gli poggiò la mano sul braccio.
"Non fa niente. Hanno diritto ad una spiegazione." Disse a Pasha
"Capisco che ritrovarvi in un corpo umano vi abbia scombussolato..." Pasha era confuso.
Cadis sospirò. "Parlerò dopo con te e lo faremo in privato." Gli disse.
"Come desiderate." Chinando il capo.
"Avvicinati Huriel." E lui lo fece, nonostante volesse delle spiegazioni che tra l'altro gli erano dovute aveva ancora un minimo di fiducia in lui. "Inginocchiati." Lo vide obbedire.
Archer lo guardava senza capire.
Cadis stava per parlare quando sentì la presenza di Gadriel! Si mosse rapido, si alzò dal letto e corse alla finestra. Il potere gli scorreva nelle vene. "Che succede?" Chiese Pasha preoccupato, in quel corpo e senza poteri era inutile!
"Sta arrivando Gadriel." Disse con tono pieno di trepidazione.
"E perché questa dovrebbe essere una buona notizia?" Chiese Pasha diffidente, temeva per Noctis e se Gadriel fosse stato come il padre?
Cadis si girò verso di lui e lo fissò. "Io capisco che il tuo istinto è quello di proteggermi, ma Gadriel non mi farebbe mai del male!" Gli disse Cadis.
"Come potete avere la certezza che non sta venendo ad uccidervi, Lucifer..."
"Ci siamo rivoltati contro Lucifer." Lo mise al corrente Huriel.
"Cosa?" Doveva riuscire a tornare in possesso delle sue facoltà mentali, o la situazione non sarebbe stata gestibile. Noctis aveva avuto più tempo di lui per adattarsi al cambiamento.
"Il principe Gadriel e io." Guardò Cadis. "Lo abbiamo fatto per lui."
"Per un semplice umano? Com'è possibile una cosa simile." Disse Pasha guardando Noctis frastornato. "Voi non sapevate chi era!"
"E non lo sappiamo neanche ora!" Sbottò Huriel.
Cadis si girò verso Huriel. Era preoccupato per Gadriel. "Non farei mai del male a Gadriel."
"Come pensate prenderà questo." Disse Huriel indicandolo. Cadis palesava un potere enorme. Molto simile a quello di Lucifer.
"Huriel, fino a qualche ora fa neanche io sapevo chi fossi davvero, non ho ingannato Gadriel intenzionalmente!" Lo guardò negli occhi chiari.
Huriel sospirò. "So che non l'hai fatto intenzionalmente, ma il tuo potere è uguale a quello di Lucifer..."
"Simile, non uguale." Puntualizzò.

Dmitryus entrò attraverso la finestra aperta e ripresero la loro forma al centro della stanza. Cercò sua figlia con lo sguardo e essa gli volò letteralmente tra le braccia. "Padre, mi siete mancato!" Lui la scostò appena da sé e la guardò con amore.
"Stai bene!" L'abbracciò stringendosela contro.
Poi posò il suo sguardo su Cadis e un brivido lo scosse. Il ragazzo era diverso! Poi portò la sua attenzione su Gadriel, era come pietrificato, guardava Cadis con costernazione. Il silenzio era diventato pesante. Cadis sostenne il suo sguardo, gli occhi rossi erano fissi in quelli di Gadriel e non vacillarono un attimo.
Gadriel fece un passo avanti e poi un altro fino a trovarsi di fronte a lui. Alzò la mano lentamente pronto a toccarlo, ma un umano che non conosceva si pose a difesa di Cadis, come se lui avesse potuto fargli del male!
Cadis alzò gli occhi al cielo e fece spostare Archer.
"Non mi farà del male." Gli disse spingendolo da parte con delicatezza.
"Cadis, che cosa... non capisco." Gadriel gli posò la mano contro la guancia e Cadis chiuse gli occhi e posò la sua quella di Gadriel e ciò che entrambi provarono li scosse.
Cadis stava per parlare, si passò la lingua sulle labbra e poi si allontanò di un passo. Aveva bisogno di essere lucido. "Non abbiamo tempo per una spiegazione approfondita, Lucifer ha mandato le sue truppe, ha scoperto dove siete." Gli disse Gadriel, vide un lampo di rabbia attraversare gli occhi di Cadis.
"Allora la faccio breve." Guardò Archer.
Gadriel spostò la sua attenzione sull'umano e quando si rese conto a chi assomigliava fece un passo indietro. "Pasha!" Stava per attaccarlo, ma Cadis si spostò sulla sua traiettoria e lui si bloccò di colpo ringhiando. "Perché lo difendi?"
"Gadriel, lui non è una minaccia."
"Era al suo fianco!" Pasha aveva ucciso un sacco di demoni per ordine di suo padre.
"Ha dovuto sottostare agli ordini di nostro padre per proteggere me!" Sbottò Cadis. Non poteva temporeggiare ancora.
"Che significa?" Lo sentì chiedere.
"Io sono Noctis, primogenito di Lucifer ed erede al trono." Gli disse Cadis guardandolo. "Avrei dovuto..."
Gadriel era sempre più confuso, la situazione era assurda.
"Non ho mai saputo della tua esistenza." Si passò le dita tra i capelli scompigliandoseli.
"Nessuno, a parte Pasha, sapeva di me. Nostro padre aveva paura del mio potere, così per risolvere il problema uccideva ogni mia reincarnazione ogni qualvolta esso stava per venire allo scoperto." Gli rivelò, non c'era bisogno che gli dicesse che lo faceva fare a Pasha, non per il momento ancora. "L'ultima volta però fui io a togliermi la vita e grazie ad un incantesimo trovato in un vecchio tomo ho fatto in modo che io e Pasha fossimo in grado di reincarnarci fuori dal regno di nostro padre." Gli disse. "Non abbiamo tempo per spiegazioni più approfondite, posso solo dirti che la memoria mi è tornata poche ore fa. Ti dirò tutto, ma adesso e tempo di scendere in campo."
"Tu non lotterai!" Gli disse Gadriel non poteva permetterlo.
"Invece lo farò e manderò un messaggio chiaro a Lucifer: Noctis è tornato ed è più potente che mai." Il poter gli turbinò intorno.
"Sei umano! Potresti rimanere ferito o peggio..."
Cadis gli sorrise rassicurante. "Fidati di me. Stanotte i demoni che ci ha mandato contro tremeranno davanti a noi."
"E va bene, ma rimarrai al mio fianco." Gli disse, se avessero avuto più tempo avrebbe preteso da lui spiegazioni più approfondite, ma non ne avevano. I demoni stavano circondando il santuario.
"Come desideri." Poi guardò Archer. "Tu rimani qui."
"Sono un cacciatore, starò al vostro fianco." Non lo avrebbe lasciato sguarnito.
"No! Non hai superato tutte le prove!" Tamara lo fissò preoccupata. "Andrò io..."
"Tamara, non credo..."
"Pasha tu rimarrai qui!" Gli ordinò Cadis.
"Perché mi avete condotto qui se non volete che combatta al vostro fianco?" Gli chiese costernato.
"Perché ho bisogno di te, ma ti voglio al sicuro. Almeno finché non rientrerai in possesso del tuo cuore." Gli disse. "Ora andiamo."
Dmitryus si avvicinò a loro e lo fecero anche Huriel e Shireen. Cadis non sentì Gadriel protestare al fatto che anche la sua donna si unisse alla battaglia.

"Capitano il santuario è circondato, pensate che usciranno allo scoperto o che dobbiamo andare a prenderli?" Chiese un demone.
"Verranno fuori. Gadriel non è un vigliacco come Lucifer vuol farci credere state pronti..." Le porte del santuario si aprirono e Gadriel uscì fuori, indossava l'armatura che lo distingueva come loro principe.
I demoni tremarono alla sua comparsa, ma non si sarebbero tirati indietro avrebbero lottato e avrebbero portato risultati al loro re o lui li avrebbe uccisi senza pietà. "Principe Gadriel, arrendetevi e a nessuno dei traditori verrà fatto del male." Disse il capitano dei demoni facendo un passo avanti. Stava per dire altro quando vide l'umano che il suo signore gli aveva chiesto di catturare, era appena dietro al principe. Se riusciva a dividerli e a portarlo da Lucifer insieme ad Huriel... a quel pensiero un suono raccapricciante riempì l'aria e i demoni al suo servizio tremarono e sfoderarono le loro armi demoniache.

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