capitolo 26

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Lucifer aveva perso la pazienza, "Basta!" Avrebbe ucciso quel figlio traditore e in grato. Gadriel doveva aver trovato dei cacciatori e delle vestali che lo avevano aiutato ad innalzare delle protezioni contro di lui. Si sarebbe preoccupato in seguito di avere un altro erede, avrebbe catturato una vampira e al diavolo la pace, se necessario li avrebbe uccisi tutti, avrebbe lasciato in vita solo chi poteva essergli utile. Anzi avrebbe catturato anche Sonja sarebbe stata lei a dargli il suo erede e l'avrebbe tenuta in catene finché non si fosse stancato. Quando aveva capito che Gadriel non aveva accettato la sua proposta se l'era presa con il cacciatore, lo aveva colpito fino a fargli perdere i sensi, non era quella la morte che gli avrebbe dato. Così per sfogare la sua furia aveva ucciso due dei suoi demoni, allontanandosi di qualche metro dall'umano senza mai perderlo di vista. Se Gadriel era davvero cambiato come immaginava avrebbe di certo mandato Huriel per cercare di sottrargli il cacciatore e lui era pronto ad attenderlo.
Quando la sua attenzione fu attirata dalla presenza di un demone dell'ombra, così Gadriel aveva fatto un passo falso! Fece segno ai suoi demoni di muoversi e anche lui istintivamente fece un paio di passi in quella direzione distogliendo la sua attenzione dal cacciatore. Quando sentì un rumore alle sue spalle si girò di colpo e vide l'umano avvolto dalla terra, attaccò il demone che aveva osato trarlo in inganno. Chi dei demoni della terra era così ardito da allearsi con Gadriel? Lo attaccò e cercò di ucciderlo, ma non ci riuscì! Com'era possibile! Era assurdo!
Gliel'avrebbero pagata cara!

Deacon si sentiva la testa confusa era accasciato su una poltrona, bere il sangue lo aveva spossato, ma stava bene. Cadis stava per bere anche lui quando le urla di Lucifer attirarono la loro attenzione, era così furioso che il terreno sotto i loro piedi tremò. Si avvicinarono alle finestre istoriate e guardarono fuori.
"Che sta accadendo?" Chiese Cadis socchiudendo gli occhi. Non era facile guadare attraverso quei vetri colorati.
"Sarà furioso perché Gadriel non si è arreso." Disse Archer.
"Aveva già inveito contro di noi mezz'ora fa, adesso sembra ancora più fuori di testa." Gli rispose Cadis stringendo la fiala nella mano, non voleva perdere tempo. "Se solo potessimo vedere cosa sta accadendo!"
"Basta chiedere." Disse Dmitryus e con un semplice gesto della mano riuscì a rendere i vetri trasparenti per un po'. Aveva piovuto quindi erano bagnati.
Videro Lucifer attaccare il terreno dove un attimo prima c'era il corpo del padre di Archer con una furia incredibile. Archer fece un passo avanti pronto ad intervenire, ma Gadriel lo fermò afferrandolo per un braccio. Non poteva andare là fuori, avrebbe ucciso pure lui.
Archer distolse il capo e chiuse gli occhi. Non aveva mai avuto una famiglia nella sua vita precedente, solo Cadis, ma adesso era legato a Tamara e suo padre e perdere quest'ultimo era straziante. "Mi dispiace." Gli disse Cadis con tono pieno di pena avvicinandoglisi.
"Non è colpa tua."
"Se non ti avessi chiamato..." si interruppe e portò la sua attenzione sulla porta che tremò appena, poi le tenebre vi filtrarono sotto e poco dopo ne uscì Nìmes e il cacciatore, erano sporchi di terra e lei era ferita di striscio al viso.
Nìmes si passò le dita tra i capelli sporchi di terra ravviandoseli con dita tremanti. Per un attimo aveva creduto che Lucifer sarebbe riuscito a colpirla, all'ultimo minuto aveva capito che era un demone dell'ombra.
"Gadriel!" Urlò Lucifer. "Ti strapperò quel tuo cuore traditore con piacere, ma prima torturerò e ucciderò Huriel! Ha osato troppo." Il santuario tremò sotto i suoi colpi. "L'incantesimo che avete eretto non durerà molto e poi sarete miei!"
"Sì è davvero arrabbiato." Disse Nìmes. "E crede che sia stato Huriel a gabbarlo, tipico dei maschi, dare tutto per scontato."
"Come hai fatto?" Anche Gadriel era sconcertato dal suo gesto.
Così Nìmes gli disse che non sapeva bene come era in grado di manipolare la terra, sapeva solo che ci riusciva solo di notte. Non era piacevole dato il suo stato dopo, ma aveva ritenuto importante salvare il cacciatore.
"Grazie." Le disse Archer andando ad inginocchiarsi al fianco del padre ferito.
"Padre!" Lo chiamò sfiorandolo appena con le dita, era ridotto male.
"Portiamolo in una cella di sotto." Disse la sacerdotessa. "Lo cureremo e tra poco starà meglio."

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