Prologo

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Cadis scese le scale che conducevano in cucina, aveva fame, l'istitutore lo aveva messo a digiuno perché si era dimenticato di scrivere il suo nome alla fine della relazione. Come se potesse confonderla con quella di qualcun altro!
Aveva guardato sua madre in cerca di aiuto, ma lei era stata d'accordo con lui.
Doveva comunque ammettere che in confronto alle altre punizioni che aveva ricevuto quella era la più magnanima.
Li aveva minacciati dicendo loro che avrebbe messo suo fratello al corrente della situazione, l'istitutore aveva sorriso in modo crudele e sua madre aveva scosso il capo guardandolo con commiserazione. È stato lui a sceglierlo, sa, conosce i suoi metodi. E poi non mi sembra abbia mai risposto alle tue lettere. Deridendolo.
Una lacrima gli rigò il viso. Era vero, Deacon non aveva mai risposto alle sue lettere, ma era certo che le leggesse! Poi si fermò e si poggiò contro il muro alle sue spalle. Aveva ragione sua madre, a suo fratello non importava minimamente di lui, in sedici anni era andato a trovarlo sì e no un paio di volte l'anno. Come per assicurarsi... di cosa? Lo odiava, lo capiva da come lo guardava, come se fosse un insetto e non una persona.
Lui era nato dalle seconde nozze di loro padre, la madre di Deacon era morta in un incidente, e loro padre dopo aver rispettato il lutto più del necessario aveva infine corteggiato e sposato sua madre. Dopo un anno di matrimonio era nato lui. Quando questo era avvenuto, Deacon aveva undici anni ed era stato spedito ad Oxford, quindi lui era cresciuto da solo in quella grande villa. Poi loro padre era morto durante una battuta di caccia e il titolo di conte era passato a Deacon, da quel momento il fratello era diventato il suo tutore.
Si asciugò le lacrime, avrebbe fatto un ultimo tentativo, se non avesse risposto neanche a quella lettera avrebbe trovato il modo di fuggire! Non poteva più sopportare ciò che gli facevano.
Entrò in cucina e si bloccò di colpo, tremò. Il suo istitutore lo attendeva era stravaccato su una sedia: i piedi sollevati poggiati sul tavolo, un sorriso crudele gli piegava le labbra e gli occhi scuri erano freddi come la notte più glaciale. "Sapevo sareste venuto." Si alzò dalla sedia e gli si avvicinò.
Cadis rimase fermo, sapeva che se avesse indietreggiato la punizione sarebbe stata più dura. "Siete così prevedibile. Non avete resistenza, ma ve la insegnerò." Lo afferrò per un braccio e lo strattonò in avanti facendolo sbattere contro il suo torace. Si tolse la cravatta e gli bendò gli occhi. Cadis aveva lasciato cadere la candela che si era spenta, se non fosse stato così distratto avrebbe visto la luce in cucina! Ansimò quando lui gli afferrò i polsi e girandogli le braccia dietro la schiena glieli legò con una corda. Poi sentì le sue labbra vicino all'orecchio, il suo alito caldo sulla pelle. "Sarà un piacere istruirti. Un piacere enorme." Con un ghigno malvagio.
"No..." Singhiozzò, cosa diavolo stava facendo? "Mio fratello vi punirà per questo!" Disse con labbra tremanti.
"Tuo fratello non saprà mai di questo o io ucciderò il tuo amico. E questo quello che vuoi?"
Cadis aveva trovato Tyler nascosto nel granaio qualche anno prima, aveva implorato la madre di poterlo avere come paggio. Si sentiva solo e il ragazzo aveva all'incirca la sua età. Col tempo aveva capito di aver salvato sì il ragazzo, ma di averlo infilato in una situazione più pericolosa. Sua madre puniva Tyler quando voleva che lui facesse qualcosa che non voleva fare. Era solo grazie a quello che era riuscita a piegarlo al suo volere. Da quando c'era il nuovo istitutore il signor Fhinch era peggiorata ancora. Per mantenere Tyler in vita si era sottomesso alle sue punizioni. Singhiozzò.
"Ricordi su cosa era basata la mia ultima lezione?" Cadis annuì, tremava per la paura. "Aggi faremo pratica." Cadis a quelle parole cercò di sfuggire alla sua stretta, ma lui lo afferrò più saldamente e strinse facendolo urlare per il dolore. Cadis gli si accasciò tra le braccia. Solo la sera prima lo aveva frustrato. Gli aveva detto che per essersi comportato bene la punizione corporale di quella sera sarebbe stata più lieve, solo dieci frustate invece di trenata. "Vedrai ti piacerà." Si chinò appena se lo rigirò tra le braccia, poi si chinò e se lo gettò in spalla, salì le scale che conducevano alla stanza del ragazzo.
Quando entrò vide Tyler. "Vattene!" Gli ordinò. Il ragazzo fece un passo avanti, i pugni stretti lungo i fianchi.
"NO!" Disse con tono fermo. "Non vi permetterò di fargli ancora del male!" Urlò.
Fhinch condusse Cadis al letto e glielo gettò sopra, poi si avvicinò a Tyler togliendosi la cintura e lo colpì con talmente tanta rabbia che il ragazzo si accasciò sotto i suoi colpi. Lo colpì finché non perse i sensi. "Basta!" Urlava Cadis dal letto cercando di liberarsi, ma era impossibile!
"Non siete abbastanza forti per opporvi." Gettò la cintura per terra vicino a Tyler e poi si avvicinò al letto. "Stasera ti piegherò!" Lo afferrò per la caviglia e lo tirò sul bordo del materasso. Cadis scalciò e cercò di allontanarsi da lui, ma in quella posizione era alla sua mercé, quando sentì qualcosa di tagliente poggiarglisi contro la gola si pietrificò per la paura.
"No..."
"Fermo o ti sgozzo! Io e tua madre troveremo una scusa plausibile per la tua morte." Cadis singhiozzò, dai rumori che l'istitutore stava facendo capì che si stava spogliando! Avrebbe abusato di lui! Poi sentì un suono raccapricciante e qualcosa di caldo gli schizzò addosso.
Tyler aveva ripreso i sensi, quando aveva visto quel viscido verme incombere sopra Cadis, si stava slacciando i pantaloni, la rabbia lo aveva invaso.
Cadis era immobile, quel verme un attimo prima lo aveva minacciato con un coltello, ma quando si era sentito toccare di nuovo aveva cercato di sottrarsi e lui lo aveva colpito con un manrovescio, stordendolo.

Non poteva permetterglielo! Si alzò da terra, non si lasciò sfuggire neanche un gemito nonostante il dolore. Prese il vaso che aveva svuotato solo un'ora prima o lo usò come arma.
Colpì Fhinch al capo con tutta la sua forza, il vetro gli si frantumo tra le mani e il sangue schizzò dappertutto! L'uomo si accasciò per terra immobile. Il sangue si allargò come una pozza sotto la sua testa.
Tyler slegò Cadis e gli tolse la cravatta dagli occhi.
Cadis si alzò a sedere sul letto e guardò l'istitutore. "È... è morto?" Chiese con voce bassa e tremante.
Tyler si inginocchiò e lo toccò, il sangue colava copioso dal taglio che aveva sul capo. Il ragazzo si tolse la camicia e gliela avvolse intorno alla testa, non voleva si macchiasse tutto di sangue.
"È morto." Con tono distaccato. "Dobbiamo far sparire il corpo."
"Far sparire il corpo?" Cadis si mise in piedi, il sangue gli era schizzato addosso e sulle lenzuola. "Come..." Erano solo due ragazzini!
"Lo avvolgiamo nel lenzuolo e lo portiamo fuori dalla porta di servizio. È notte fonda, nessuno ci vedrà! Dobbiamo muoverci in fretta..."
"Cosa diremo?" Si abbracciò il corpo tremante.
"Niente! Faremo come se nulla fosse. Stava per abusare di te! Non potevo lasciarglielo fare!" Si alzò e lo afferrò per le spalle.
"Va bene," Cadis tirò via le lenzuola, "facciamo sparire il corpo..." poi lo guardò. "Grazie per avermi salvato."

Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia, fatemi sapere se vi piace. Un abbraccio 😘

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