capitolo 11.5

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Seguire sua sorella in sogno era l'ultima cosa che si sarebbe mai immaginato.
Si guardò intorno, dov'era? Non conosceva quel luogo.
Le colline non erano della loro terra natia, forse in Scozia?
No, non lo credeva possibile. Comunque il verde che lo circondava era rigoglioso. Li vide fermarsi ai margini di una radura per un attimo. Li vide parlare per un po' e poi ricominciarono a scarpinare. Gli sarebbe piaciuto sentire cosa si dicevano, ma gli era impossibile.
Aveva capito, dalla somiglianza che si trattava del fantomatico fratello di Deacon: Cadis.
Il demone femmina era sempre al fianco di Cadis, poi guardò il demone che manipolava le ombre, era sempre vigile. Cosa ci faceva sua sorella insieme a due demoni?
Era stata quella la prima domanda che si era posto.
Aveva osservato Deacon, suo cognato sembrava un'altra persona.
Non lo aveva mai visto con uno sguardo così sveglio. Aveva sorretto Tamara più volte e teneva Cadis sott'occhio di continuo. Anche se era il demone ad essere di aiuto a Cadis. Quasi non gli permetteva di toccarlo.
Poi si fermarono di colpo.
Davanti a loro c'era un santuario. Si trovavano in Italia! E sapeva dove! Sua sorella aveva sempre desiderato andare a vederlo! Sorrise, ora sapeva come raggiungerla...
"Sbrigati, ho bisogno di te!" Archer chiuse gli occhi, ancora quella voce!

"Quindi i tuoi amici non hanno trovato niente che indichi dove sono." Guardò suo figlio, era seduto al tavolo con lui e stava spilluzzicando il cibo che aveva nel piatto.
"No, a quando pare sono letteralmente svaniti nel nulla." Archer posò la forchetta vicino al piatto. Gli veniva da vomitare, era della sera prima si sentiva scombussolato.
"Non hai fame?" Gli chiese suo padre con tono basso.
"Le erbe che mi ha dato il medico per dormire mi scombussolano lo stomaco." Gli disse. "Quindi non credo che la prenderò stasera. Tornando a Tamara e Deacon. Troverò il modo per sapere dove sono." Stava mentendo a suo padre, tra poco meno di due giorni sarebbe partito. Non poteva metterlo al corrente della sua decisione, ma comunque avrebbe lasciato un biglietto per lui. Sapeva che non sarebbe servito a tranquillizzarlo, ma che altro poteva fare?
"Cerca di fare attenzione."
"Non sto neanche uscendo dalla villa, non sono io a correre tutti i rischi, ricordi? Sono i miei uomini." Si alzò dalla sedia, doveva andare a preparare gli ultimi dettagli per la sua partenza. "Vi spiace se vado a riposare."
"No, certo che no." Quando Archer lasciò la stanza, sospirò, suo figlio sapeva dov'era Tamara, lo conosceva come sé stesso, non capiva però perché gli stesse mentendo! Casa stava cercando di fare? Doveva tenerlo d'occhio anche se sapeva che non sarebbe stato facile. Suo figlio era addestrato a sparire quando voleva.

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