capitolo 1

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"Cosa devo farne di lui mio signore?" Chiese il demone inginocchiandoglisi davanti.
"È ancora vivo imprigionalo." Gadriel guardò l'umano, gli occhi neri balenavano di rosso a causa dell'odio che provava per quell'essere. "Penserò io a lui, non voglio che venga toccato neanche con un dito."
"Sì mio signore. E il ragazzo?"
Gadriel posò il suo sguardo su Cadis, lo aveva fatto cadere in un sonno profondo nel momento stesso in cui erano entrati nel bosco. Lo teneva tra le braccia, lo guardò muoversi e adagiarsi più comodamente tra le sue braccia. Le guance arrossate per la febbre: i capelli castano chiari scompigliati, se avesse avuto gli occhi aperti sarebbero stati azzurri, ma non erano di un semplice azzurro, andavano scurendosi verso la pupilla, diventando di un blu intenso.
"Il ragazzo non è affar tuo."
Huriel lo guardò e poi chiese. "Posso farvi una domanda mio signore?" Gadriel inarcò un sopracciglio. Conosceva Huriel da una vita. Gli fece cenno di sì. "Cos'è quest'umano per voi? È fragile..."
Gadriel rimase in silenzio per un po', poteva fidarsi di Huriel. "Non avevo intenzione di legarmi a lui." Gli disse. "Alzati." Gli ordinò. Huriel si alzò e si avvicinò, alzò la mano e scostò una ciocca chiara dalla fronte del ragazzo.
"Mio signore, non dovete..." raramente Huriel gli faceva domande, ma quella gli era venuta spontanea.
"Lo so, so che non mi tradirai." Gli sorrise, erano cresciuti insieme. "Ricordi, due anni fa, quando i cacciatori mi hanno quasi preso? È stato lui a salvarmi."
"Quindi sa cosa siete?" Era confuso e preoccupato insieme.
"No, gliel'ho fatto dimenticare. Ricorda di aver trovato un ragazzino non un demone..."

Cadis aveva socchiuso gli occhi e aveva spostato la tenda, chi c'era nelle scuderie a quell'ora di notte? Aveva preso la vestaglia e aveva guardato verso la brandina ai piedi del letto. Il suo nuovo istitutore dormiva nella sua stanza. Non capiva perché dovesse farlo comunque, loro avevano la loro stanza.
Sua madre gli aveva detto che aveva bisogno di un nuovo valletto visto che aveva cacciato quello precedente. Questo istitutore era meno violento degli altri, sospirò, odiava quando lo aiutava a spogliarsi, non capiva perché doveva essere lui. Lo guardava in un modo! Zoppicò fino alla poltrona, sua madre aveva detto all'istitutore che la disciplina andava inculcata a suon di bastonate e lui aveva afferrato al volo. Quel pomeriggio l'aveva picchiato con la verga colpendolo più volte all'anca quando si era accasciato su un fianco. Quando Cadis si era ribellato dicendo che lo avrebbe detto a suo fratello, sua madre aveva riso di lui, era il fratello che mandava gli istitutori, conosceva la loro severità.
Prese la vestaglia, la indossò e uscì dalla sua stanza in punta di piedi, non voleva essere visto da nessuno. Se fosse accaduto l'avrebbe punito di nuovo.
Scese le scale, la luce della luna piena si riversava da dentro le finestre alte e gli permetteva di vedere dove metteva i piedi.
Quando uscì fuori rabbrividì, faceva freddo. Si avviò verso le scuderie, aprì un poco la porta e si infilò dentro.
Avanzò piano.
Gadriel alzò il capo di scatto, qualcuno era entrato nella scuderia, non aveva l'odore di un uomo adulto, era un ragazzino, sentiva il suo cuore battere forte e la paura serpeggiargli nelle vene.
"C'è nessuno?" Chiese piano avanzando. La voce gli tremò appena.
"Non avvicinarti ragazzino!" Gli ordinò con tono basso e ringhioso. "Non voglio farti del male."
"Sei ferito?" Avanzò ancora. "Posso aiutarti?" Quando si avvicinò al box dov'era nascosto si bloccò di colpo e fece un passo indietro. Solo uno.
Gadriel lo fissava, il ragazzino era uno scricciolo! Lo vide deglutire, slacciarsi la cintura della vestaglia afferrare l'orlo della camicia da notte e strapparlo per fare una benda. "Posso fasciare la tua ferita?" Gli chiese.
"Non hai paura?" Gadriel sapeva che aveva paura, lo sentiva, eppure si era offerto per essergli di aiuto.
"Da morire." Sussurrò piano. "Comunque non puoi restare qui. Tra poco la scuderia si riempirà di persone. E tu..." Lo indicò, era una visione sconvolge anche seduto per terra! Alto e magro, tutto vestito di nero: i capelli nerissimi ravviati all'indietro, li aveva raccolti in una coda bassa, l'ungo tutta la lunghezza aveva dei cerchietti d'oro che glieli tenevano fermi. Le ali anch'esse nere ripiegate dietro di sé, anche se una era leggermente sbilenca. Sanguinava da più punti, una ferita alla coscia, una al braccio e una al torace. "Dobbiamo uscire di qui." Gli si avvicinò con la benda improvvisata. Gadriel lo fissò, quando il ragazzino incrociò il suo sguardo deglutì, ma non indietreggiò.
Gadriel sapeva cosa vedeva, aveva gli occhi neri come la notte più scura, ma in fondo ad essi ardeva un fuoco rosso.
"Non posso alzarmi, non finché non sarò guarito..."
"Se ti trovano ti uccidono!" Gli disse Cadis passandosi le dita tra i capelli chiari.
"Bè' me lo sarò meritato, sono stato uno stolto." Si mosse e un gemito gli sfuggì dalle labbra.
"Cosa posso fare?" Gli chiese preoccupato.
"Un po' del tuo sangue sarebbe di aiuto..."
"Sei un vampiro!" Esclamò sconvolto, non sembrava!
"Sono un demone vampiro." Gli disse. "E sì, il sangue sarebbe di aiuto."
"Oh, bene, allora." Cadis si scoprì un polso e gli si avvicinò offrendoglielo.
Gadriel lo fissò socchiudendo gli occhi, gli afferrò il polso e lo attrasse a sé.
Cadis gli cadde in ginocchio tra le gambe leggermente divaricate.
"Cos'hai fatto ragazzino?" Gli chiese Gadriel, Cadis aveva molte ferite da taglio lungo tutto l'avambraccio.
"Oh, non sono stato io. Il mio istitutore dice che il dolore rafforza il corpo e la mente. E mia madre e il mio fratellastro sono d'accordo." Disse stringendosi nelle spalle. "Ora sbrighiamoci non c'è tempo." Lo spronò. Gadriel accettò il suo aiuto, il ragazzino aveva ragione, non poteva restare là. Con un'unghia gli aprì la vena, si chinò a succhiare il sangue dalla ferita. Avrebbe voluto fermarsi lì, ma era così buono e aveva così sete che istintivamente affondò i canini nella carne del ragazzo. Lo senti gemere, alzò gli occhi e lo guardò.
Il loro sguardo si incrociò per un attimo, poi Cadis chiuse gli occhi e gli si accasciò tra le braccia. Il morso del demone vampiro gli aveva fatto perdere i sensi.
Gadriel sentì le ferite chiudersi, il sangue del ragazzino era puro e gli era stato di grande aiuto. Leccò il lungo taglio e guarì la ferita, aveva già abbastanza cicatrici di suo. Si alzò in piedi con Cadis tra le braccia. Mosse le ali e quella ferita si rimise a posto. Sospirò, avrebbe seguito l'odore del ragazzo e lo avrebbe ricondotto in camera, non poteva certo lasciarlo là dopo che gli era stato così di aiuto. Comunque avrebbe cancellato i suoi ricordi, non poteva assolutamente permettere che si ricordasse di lui. Svanirono e ricomparirono in camera del ragazzo.
Un leggerò russare proveniva dalla brandina ai piedi del letto. Andò a sdraiare Cadis e poi si avvicinò all'istitutore. Quando sentì la puzza di corruzione che emanava, il disgusto gli piegò le labbra. La sua anima era già all'inferno, Lucifero se la sarebbe mangiata lentamente, gustandosela. Si chinò e lo toccò, sarebbe andato via l'indomani.
Poi si andò a sedere al fianco del ragazzino che si era raggomitolato su un fianco. Gadriel lo coprì con la coperta. "Mi hai aiutato stanotte, probabilmente salvandomi la vita." Con le dita gli scostò i capelli dalla fronte, si morsicò appena le labbra con un incisivo, se le graffiò facendo affiorare il sangue, poi si chinò su di lui e lo baciò dischiudendogli appena la bocca, alcune gocce di sangue gli caddero tra le sue labbra dischiuse. Cadis gemette e aprì appena gli occhi, ma poi crollò di nuovo nell'oblio. "L'unico modo che ho di aiutarti e legarti a me." Disse passandosi la lingua sul taglio guarendolo. "Ti aiuterò, ma non con questo aspetto, darei troppo nell'occhio." Si alzò dal suo fianco e si avviò nella stanza della madre. Quando aveva sentito l'odore che emanava lo stomaco gli si era rivoltato per il disgusto. Le invase la mente e la manipolò in modo che accettasse la presenza del nuovo valletto del figlio.

"Gadriel, lasciate che vi aiuti!" Gli disse Huriel quando Gadriel finì il racconto. Ora capiva perché si era legato al ragazzo in quel modo e voleva essere di aiuto.
"Come faresti?" Gli chiese.
"L'istitutore lì," indicandolo con disgusto, "tirerà le cuoia tra poco. Mi candiderò al suo posto, non sarà un problema." Gli disse con un sorriso sulle labbra.
"Un demone dell'ombra del tuo potere non può..."
"Siete un principe, eppure siete il suo valletto." Ribatté Huriel guardandolo. "Gli state dedicando qualche anno della vostra vita, siamo immortali, possiamo permetterci di dedicare del tempo al vostro cucciolo." Gli disse sorridendogli.
Gadriel strinse Cadis con delicatezza.
"Chi l'avrebbe detto che mi sarei legato in questo modo ad un umano. Cadis comunque è diverso dagli altri." Un sorriso gli piegò le labbra. "Hai ragione, lo considero il mio cucciolo, e come se fosse mio figlio." Gli disse. "Ora e meglio che lo riporti in camera e riprenda l'aspetto che lui conosce."
"Ditemi se posso propormi..."
"Fallo." Gli disse. "Desidero però che tu mantenga il tuo aspetto."
"Come comandate mio signore."
Gadriel tornò a guardare l'istitutore era giorni che aveva voglia di ucciderlo, si era trattenuto solo per non sconvolgere Cadis, ma alla fine era stato costretto ad intervenire. Lo avrebbe ucciso con immenso piacere.
"Come farai a farla cedere?" Gli chiese, quella donna era subdola.
"Conoscete il mio fascino mio signore." E un ghigno gli piegò le labbra.
"Com'è potuto accadere?!" Gadriel era seduto al fianco di Cadis e gli faceva degli impacchi freddi sulla bruciatura.
"Vi avevo detto che dovevamo ucciderla." Huriel l'aveva persa di vista solo per una notte e lei era riuscita a fare un danno enorme! Sia al corpo che all'anima di Cadis. "Comunque è colpa mia." Gadriel glielo aveva affidato solo per una notte e lui non era riuscito a proteggerlo.
"La torturerò così lentamente che implorerà la morte." Gadriel posò il panno freddo sulla pelle ustionata della schiena di Cadis. Il ragazzo sussultò per il dolore, ma non rinvenne. Se non fosse stato che il padre lo aveva convocato non avrebbe mai lasciato il suo pupillo da solo.
"Ancora un anno e potremmo condurlo via da lei senza ripercussioni." Anche se demoni erano soggetti a delle leggi. Non potevano condurre nessun umano con loro se non era maggiorenne. Cadis avrebbe raggiunto la maggiore età solo l'anno successivo.
"E lei morirà fra atroci tormenti." Gli occhi di Gadriel balenarono di rosso.
"Dovreste punirmi per il mio fallimento..."
"Non dire assurdità."

Ciao, spero il capitolo vi sia piaciuto. Se vi fa piacere lasciate qualche commento. Baci. I capitoli verranno aggiornati domenica è martedì.

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