Mi tolgo la giacca di pelle e l'appoggio sul braccio dopodiché prendo il casco dalla moto dopo averla parcheggiata di fronte casa del mio migliore amico. Prendo l'ascensore per arrivare al suo piano. Busso.
<<Elee>>
mi abbraccia la madre appena entro a casa sua
<<come stai Sascha?>>
quando ero piccola la chiamavo 'mamma di Lucas' e al pensiero di quel ricordo mi si stampa un sorriso sul volto
<<bene, come sta tua madre?>>
mi chiede
<<meglio...>>
sta mattina aveva un po' di febbre e sono dovuta rimanere a casa per farle compagnia
<<dopo la vado a trovare anche perchè mi ammazza se non le faccio visita ogni giorno>>
mia madre e Sasha sono migliori amiche dai tempi del liceo
<<va bene>>
<<vai Lucas ti sta aspettando in camera>> mi avverte
<<volo>>
le dico e mi precipito in camera sua. <<amoreeee>> gli urlo
<<vitaaaa>> risponde lui urlando, come sempre, per salutarci ci diamo un bacio a stampo sulle labbra
<<amore stasera andiamo?>> chiedo <<e lo chiedi pure amo?>> risponde sarcasticamente
<<amo, mi ha scritto uno strafigo ieri>> dico mentre prendo il telefono <<vediamo se è veramente così figo>> si avvicina per vedere la foto che ho aperto sul cellulare
<<eh si amo è veramente figo, ottima scelta. Anche io me lo sarei fatto>> scherza
<<amo è mio!>> gli puntualizzo. Iniziamo a parlare del più e del meno <<che ti metti dopo?>>
mi chiede Lucas
<<jeans, felpa e basta>>
dico mentre gli passo la canna e butto il resto del fumo non aspirato dalla parte opposta di dove è lui
<<perchè i jeans? non gareggi?>>
mi chiede
<<no, non mi va>> gli dico
<<amore...io gareggio oggi>>
rivela dopo vari minuti di silenzio, alzo di scatto la testa che stava poggiata comodamente sul cuscino
<<ne sei sicuro?>> chiedo seria
<<secondo me non dovresti...>> continuo
<<ti sei ripreso poco tempo fa da quell'incidente, forse ancora non sei pronto>> lo avverto preoccupata
<<secondo me sei solo invidiosa, visto che ti batterò e prenderò il tuo posto nel quadro>>
dice con tono da stronzo
<<sul serio pensi sia così?>>
dico stupita da ciò che ho appena sentito
<<pensi davvero che io ti dica questo per la paura che tu possa prendere il mio posto?>>
<<evidentemente non mi conosci abbastanza bene...>>
inizio ad alzare la voce
<<si perchè sei così presuntuosa, stai sempre in mezzo e mi porti sempre nella cattiva strada, ho iniziato a farmi di canne con te, sono diventato così per te, tu mi hai insegnato a gareggiare e ora hai paura che l'alievo superi il maestro. Sei un'egoista. Sono stufo di tutti i tuoi atteggiamenti, mi sono letteralmente stancato di te Eleonor.>>
<<Ma che cosa stai dicendo Lucas?! Non ti riconosco più! Tu mi hai chiesto di farti una canna, io non me ne sono mai fatta una davanti a te, io ti ho fatto crescere, ti ho fatto capire cos'è la vita, come affrontarla perché se non fosse stato per me a quest'ora tu non ci saresti più! Ti saresti suicidato non so dove per quei coglioni che ti pestavano ogni giorno sempre di più e si ti ho insegnato io ma sempre per tua volontà! E fidati non ho nessuna paura che tu mi superi perché non c'è paragone e perché anche se fosse non mi darebbe neanche fastidio!>>
dico rimanendo senza fiato
<<Sei così egocentrica! 'Non c'è paragone', 'non ho paura di te' ecco perché m'incazzo, cosa pensi che sia una schiappa? Che non sappia correre?! Lo so fare fidati e...>>
<<Ho visto come lo sai fare! Come due settimane fa quando sei andato a schiantarti sul marciapiede e la moto ti stava per investire! Ho proprio visto Lucas, gareggi molto bene! Tu hai seriamente qualche problema, 5 minuti fa mi chiamavi amore e ora mi urli addosso che ti faccio schifo? >>
lo sovrasto urlando più di lui per farlo smettere di parlare
<<È vero Eleonor ho qualche problema, anzi in realtà uno solo: tu. Ora per favore esci da questa casa è non farti vedere mai più, mi fai davvero schifo.>>
rimango paralizzata dalle sue parole,che bruciano più del fumo di questa cazzo di canna che mi invade i polmoni. Lo guardo, mi alzo dal letto e me ne vado senza dire neanche una parola. Esco da casa sua, salgo sulla moto e inizio a correre con le lacrime agli occhi, prendo la solita stradina sterrata che mi porta sulla mia collina preferita in cui non c'è assolutamente niente e nessuno apparte la mia panchina, freno bruscamente, lascio cadere la moto per terra e mi ci siedo, fissando l'orizzonte, piangendo e ridendo contemporaneamente. Spero non mi veda nessuno perché potrebbero scambiarmi per una pazza senza esitazione... E non avrebbero tutti i torti.Dopo due ore passate a guardare un punto fisso torno a casa per prepararmi, visto che tra un'oretta devo stare alla gara,per vedere Lucas, nonostante tutto quello che mi ha sputato addosso. Mi metto dei pantaloncini con sotto delle calze a rete e una maglietta nera.
Visto che è luglio, anche alle due di notte fanno quaranta gradi.Parcheggio la moto al mio solito posto, scendo, metto il casco sotto braccio e vado dai miei amici
<<ciao ragazzi>>
saluto tutti dando pugni e abbracci
<<dov'è Lucas?>> chiedo con un groppo in gola, loro mi indicano la partenza e subito riconosco la sua moto, provo a raggiungerlo a piedi, ma li vedo partire tutti insieme. Inizia la gara andando molto veloce, troppo veloce. Guardo la moto e la curva, guardo la curva e la moto.
<<Lucas, rallenta!>> urlo impanicata <<Lucasss>>
cerco di urlare più forte ma niente, fa la curva, non riesce a controllare la moto, sbanda. La moto inizia a girare contro lo spigolo di un muro dove lui sbatte la testa.
Il mio cuore inizia a battere, battere sempre più forte, non si ferma più. Corro verso di lui, gli prendo la testa in mano, non m'importa del sangue, guardo le sue iridi, guardo i suoi occhi verdi, ormai spenti come il mio cuore che ha smesso improvvisamente di battere. Inizio a piangere a sbraiatare, ad urlare peggio del suono dei lampi di una tempesta. I miei amici iniziano a strattonarmi per provare a portami via, cerco di liberarmi da loro, ma non ci riesco, non ho più alcuna forza per fare niente. Mi allontano e come prima cosa chiamo Sascha, le racconto tutto e ci mettiamo d'accordo per incontrarci immediatamente all'ospedale.Inizio a correre lungo il corridoio del pronto soccorso e l'abbraccio appena la vedo, lei in lacrime ricambia stringendomi più forte
<<io glielo avevo detto che non era ancora pronto, h-ho provato...ma lo sai anche tu che è così cocciuto...>> dico tra un singhiozzo e un'altro
<<si, c'ho provato anche io...N-non è colpa tua, tranquilla>>
mi prende la faccia con le sue mani delicatissime e con un tono tranquillo e dolce nonostante il suo viso sia interamente bagnato dalle lacrime. Entra in una sala guidata da un dottore mentre io l'aspetto seduta sulla prima sedia che ho trovato nel corridoio. Inizio a fissare il vetro e vedo il mio riflesso, una ragazza disperata, persa, che sta perdendo la sua ancora di salvezza, il suo migliore amico.Suona la sveglia delle 7, ma mi ero già svegliata da due ore, ora sono seduta sul letto e sto fissando il vuoto con le lacrime agli occhi e il cuore spento, scarico, senza nessun'emozione... Si può vivere senza il battito del proprio cuore?
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Nonostante tutto.
Storie d'amore"Una parte di me ci credeva davvero, ci sperava altamente. L'altra invece, già ti conosceva, già soffriva."