<Capitolo 12♡>

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Stephan
La strada per Savona la conosco a memoria, ormai la potrei fare ad occhi chiusi. Anche se al casello sarei sceso verso Roma ma direi che tornare a casa per un po' di giorni va benissimo. Guardo Aurora che è nei sedili posteriori a guardare Alessandro che come sempre è sveglio. Di solito i bambini a quell'età dormono sempre ma lui è completamente diverso, non ci da fastidio e poi mi fa sentire finalmente vivo con Aurora.
-I tuoi sanno del matrimonio?- mi chiede mentre coccola Ale con una mano. Io scuoto la testa mentre mi metto a posto gli occhiali da sole.
-Glielo dirò sta sera circa. Sarà a metà Luglio. Ho un Europeo da giocare... Forse-
-Si che ce l'hai-
-Spero... Ale, lo vuoi vedere il tuo papà fighissimo giocare con la maglia dell'Italia?- scoppiamo a ridere mentre lei mi bacia sulla guancia. Io le tengo la mano, sto diventando dipendente da lei ma in modo positivo. Con Ester ormai è un capitolo chiuso che non riaprirò mai più.
-Amore gira- guardo il cartello. Savona. Giro e ringrazio quella donna che mi fa anche da cervello. Appena esco vedo che lei si guarda attorno.
-È Savona eh, è più interessante Genova-
-Vabbè non ci sono mai stata. Tu dove ti allenavi?-
-Nel Legino, è vicino a casa mia. Andiamo a fare un giro se vuoi. I bambini saranno contenti-
-Ti amano tutti lo so-
Rido mentre vado verso il mio vecchio centro sportivo, appena arrivo saluto il mister dei pulcini che saranno dei 2014. Io non ho iniziato così piccolo, cioè a casa mi allenavo sempre ma mio padre mi ha iscritto a 11 anni la prima volta, con l'inizio delle scuole medie nel 2003. Però mi sono messo in pari con tutti quanti e posso dire di avercela fatta. Tutti i bambini si voglio fare gli autografi e vari mi chiedono se quella è la mia ragazza con in braccio mio figlio che cattura l'attenzione di tutti loro. Vedo Aurora sorridere quando un bambino le prende la mano e gli sale in braccio. Sono sicura della brava mamma che è. Il mister me li lascia per cinque minuti ma loro sembrano interessati soltanto alla fantastica donna che ho affianco. Un bambino lo vedo in disparte così vado da lui.
-Hey piccolo, che fai qua?-
-Niente...-
-Tutto bene? Sembri triste-
-Io non voglio fare l'attaccante-
-Che vuoi fare?-
-Il portiere, come Buffon-
-Allora glielo dico io al mister, ora vieni. Come ti chiami?-
-Alessandro-
-Come mio figlio... Sei bellissimo-

Aurora
Mi piace stare con i bambini ma loro sono fin troppi. Mi continuano a fare molte domande e a guardare Ale nella carrozzella che per fortuna non fa storie. Vedere Stephan con quel bambino in braccio mi fa sorridere, con Ale spero che sia uguale.
-Ma per te l'Inter lo vince lo scudetto?- mi chiede un bambino mentre io rido.
-Non lo so, magari si. Tifate tutti Inter?- dopo questa domanda spuntano fuori tutti i vari club calcistici, anche se la Sampdoria e il Genoa dominano essendo vicini alla città. Mi fa tornare indietro nel tempo, mi ricordo i pomeriggi passati con mio padre e mia madre nel campo sportivo che avevano, dove è cresciuto Alessandro. Lì ci passavo ore intere, ed a volte giocavo anche a calcio ma con scarsi risultati. Mi mettavano in porta e prendevo tantissime pallonate in faccia. Anche se ero per lo più circondata da bambini giallorossi o biancocelesti e non come qui da blucerchaiti o grifoni.
-Tu che tifi?-
-Io la Roma sono la sorella di Alessandro Florenzi- loro si illuminano mentre vedo Stephan ridere.
Poco dopo iniziano a giocare un po' a calcio con Stephan facendo delle mini partite tutti contro Stephan. Mi piace vederlo giocare coi bambini, prendo Ale e lo allatto anche perché è l'ora. Mi immagino come sarà lui all'età di questi bambini e se deciderà di fare il calciatore, me lo immagino al posto di Stephan. A correre con la maglia della Roma sulla schiena, anche se non so ancora quale numero, però un bel "El Shaarawy 10" gli starebbe bene.
Stephan dopo circa mezz'ora saluta tutti e risaliamo in macchina.
-Sudato?-
-No tranquilla. Ho solo rincorso circa 20 bambini niente di che... Tu come va? Eri oggetto di discussione vedevo-
-Si, ho scatenato una lite fra tifosi genoai e tifosi blucerchiati, mi sono presa dei bei complimenti dai bambini ed ho guardato Alessandro che sembrava divertirsi un sacco fra i due-
-Ce lo vedo sai calciatore...-
-Pure io-
Arriviamo davanti a quella che è una villetta bianca da un piano solo con un giardino davanti con piscina, però El Shaarawy non mi sembra che tu fossi mai stato povero prima di andare a giocare a calcio. Prendo Alessandro e lui apre il cancelletto per poi suonare alla porta. Ci apre sua madre che lo abbraccia per poi baciare me. Mi sento sempre a disagio, soprattutto con sua mamma che non ha di sicuro ancora finito di farmi la radiografia.
-Ora volevate fare i nonni? Fate i nonni che io mi devo fare una doccia e lei viene con me- loro ridono mentre io lo guardo sbalordita. Lui sorride e lo seguo. Ci fermiamo davanti ad una porta.
-Non credo sia in ordine camera mia... Pronta a vederla?-
-Si-
Mi guardo attorno, è davvero qualcosa di stupendo. Come se fosse ancora un bimbo. Tutto fermo lì. I giochi coi lego, i pupazzi, l'enorme poster di Kakà, le Champions del Milan, le foto con Manuel ed Aurel, le foto con la sua famiglia. È come se fosse il suo piccolo mondo, sulla scrivania c'è addirittura un ciuccio che doveva essere del numero novantadue. Lui mi abbraccia da dietro.
-Ti piace?-
-Si, io in camera mia non avevo mica tutta sta roba... Quella ce l'hai messa ora?- chiedo indicando il poster con De Rossi e Totti che si baciano il pallone d'oro della vittoria ai mondiali.
-No no, è lì dal 2006. Forse destino lo era... Quello si aggiorna sempre- sopra la TV ha un qualcosa come 30 maglie da calcio tutte in ordine. Da quelle di Messi, a Neymar, Totti, Ibrahimovic, Kakà, Buffon... Mio fratello è un fissato ma non le ha così in ordine e tanto meno non ci dorme davanti
-Stephan... Sei un fissato... Sono fantastiche-
-Te ne regalo una se vuoi, alcune le ho doppie. Insomma quale vuoi?-
-Te le lascio tutte. A casa avevo quella di Totti, De Rossi, Del Vecchio... Ho pure quella di Di Francesco fai te-
-Tutte della Roma?-
-Si, a casa mia si respirava e viveva giallorosso. Per me ai miei saresti piaciuto-
-Ti ho detto che in qualche modo farò... Voglio conoscerli- lo bacio mentre è determinato in quello che dice. Mi butta sul letto per baciarmi prima e più in fretta, quando sente bussare si rialza e mi dice di fare lo stesso. Ha una paura di mostrarsi dolce davanti agli altri. Apre e c'è suo padre con Ale in braccio che gli sta succhiando la maglia.
-Non per dire eh Stephan, ma visto che io ho una certa età e perdo la pazienza, per quanto lo ami posso staccargli la testa se non la lascia- scoppiamo a ridere mentre Stephan toglie ad Alessandro la maglia dalla bocca e lo bacia. Ora so da chi ha preso per la poca pazienza. Stephan si infila in bagno e suo padre mi guarda.
-Posso farti delle domande? Tranquilla niente di tanto personale- annuisco e si siede vicino a me. Bene, non avevo così tanta ansia da quando a scuola mi interrogavano.

Innamorata Di Stephan El Shaarawy (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora