25

4.4K 212 36
                                    

L'acqua tiepida scorre in continuazione sulla mia pelle. Il sapone scivola via e poco dopo mi decido a chiudere il getto della doccia.
Era da parecchie settimane che non frequentavo la palestra del campus. In questi momenti ho molta voglia di allenarmi. Mi distrae molto dai miei pensieri.
Oggì è venerdì. Sono tornata da Toronto circa una settimana fa. Penso siano state le vacanze di primavera più brutte della mia vita.
Ricordo benissimo le parole di mio padre prima di partire. Me le sono ficcate in testa, e penso di stargli dando molto ascolto su tutto ciò che mi ha detto, anzi, proibito, in tutti questi mesi.

FLASHBACK.

Mio padre mi abbraccia, pronto ad andarsene.

"Mi raccomando. Mi sto fidando di te, e fin troppo dopo tutte le volte che mi hai mentito." Fa guardandomi dritta negli occhi.

"Penso te lo ripeterò fino allo svenimento. Adesso che sai tutto capisci che ho fatto queste cose solo per te, vero?" Qualche secondo dopo annuisco, ancora giù per tutto quello che sta succedendo.
Poco dopo si stacca dall'abbraccio.

"Non farlo avvicinare a te."

FINE FLASHBACK.

"Non farlo avvicinare a te"
Alla fine è così che sta andando. Per tutti questi giorni non ho risposto alle chiamate o ai messaggi di Cameron, nonostante questo mi faccia molto male. Infondo è la persona di cui sono innamorata da ormai più di un anno.
Mi sento come se il cervello mi dicesse che devo lasciarlo stare, e farmene una ragione. E questo sarebbe ciò che vuole mio padre. Ma il cuore invece, esige di farlo tornare fra le mie braccia.

Pochi minuti dopo sono davanti all'entrata degli alloggi. Prendo le scale per andare al primo piano.
Adesso devo mettermi avanti con lo studio.

Cerco le chiavi dentro alla mia borsa, trovandole. Quando rialzo lo sguardo, fermo immediatamente i miei passi. Nella mia testa cominciano a vagare milioni di pensieri e nel mio corpo milioni di emozioni. Sono tentata di scappare, ma il ragazzo davanti a me si gira, incontrando i miei occhi. Non mi sarei mai aspettata che venisse qui, adesso.

Avanza di poco verso di me.

"Possiamo parlare?" Il modo in cui mi parla mi fa stare ancora peggio di quanto stessi prima.
Scuoto leggermente la testa. Al mio gesto, è come se nel suo sguardo tutte le speranze che aveva prima fossero svanite.
Mi dirigo verso la porta e infilo le chiavi nella serratura.
Lui mi prende per il braccio e mi giro leggermente. I suoi occhi sono posati sulla mia collana. Quella che mi ha regalata.

"Puoi solamente ascoltarmi?" La sua voce è spezzata. Comincio già a sentire i miei occhi pizzicare.

"Non posso." Sono sull'orlo di scoppiare a piangere di nuovo. Entro velocemente dentro, lasciandolo là fuori, e chiudo la porta. Appoggio la mia schiena su di essa e le lacrime cominciano a rigare le mie guance. Il vuoto che sentivo prima dentro di me, adesso si è fatto ancora più grande.

CAMERON'S POV.

Nel momento in cui chiude la porta, sento come una fitta al petto.

Pochi secondi dopo però, mi allontano da quell'alloggio. Ho capito che neanche a lei ha intenzione di buttare via tutto quello che è successo fra di noi. I suoi occhi soffrono come soffrono i miei. Non ho intenzione di lasciarla andare. Anche se ci dovessi mettere anni, non mi fermerò.

"Cameron!" Mi giro di scatto appena sento il mio nome. Autumn, la coinquilina di Alexis.

"Stai cercando Alexis?" Domanda curiosa avvicinandosi a me.

"Ehm..no, l'ho già vista." Dico insicuro sul come rispondere.

"Ah." Afferma non aspettandosi questa risposta. Capisco dalla sua espressione che sa già tutto.

"Dalle un pò di tempo, capirà che manchi te a completarla." Ammette infilando le sue chiavi nella serratura della porta. Sorrido leggermente. Poco dopo la saluto.
Penso alle sue parole rassicuranti per tutto il tempo. Mi piace il fatto che questa ragazza si sia preoccupata di me.

Penso mi farò una passeggiata lungo la spiaggia per poi mettermi a studiare. Ho il volo per New York sta sera.

ALEXIS' POV.

Apro la porta di camera mia ed entro per poi chiuderla. Neanche il tempo di mettermi sul letto che il mio telefono si mette a squillare.
Sospiro. In questo momento non ho molta voglia di conversare.
Leggo il nome sulla schermata. Mad.
A lei non ho detto niente di quel che sta succedendo. E per questo mi sento un pò in colpa, ci diciamo sempre tutto noi. Ma magari Cameron le ha raccontato qualcosa.
Decido di accettare la chiamata. È da un pò di giorni che non ci telefoniamo.

"Pronto?" Rispondo.

"Buonasera!" Afferma lei contenta e tiro un sorriso per la sua felicità.

"Come va?" Domanda. Si sente il rumore di macchine, quindi immagino sia per strada.

"Male." Faccio senza neanche pensarci sù.

"Perchè? È successo qualcosa?" La sua voce si fa un pò preoccupata. Preferirei non dover tirar fuori di nuovo questo argomento, ma penso sia giusto che lei sappia come stanno andando le cose.

"Cameron non ti ha detto niente?"

"No.. Avete litigato?" Risponde mentre mi sdraio sul materasso. Appoggio il telefono sul cuscino e metto in vivavoce.

"Mio padre..mi ha raccontato di ciò che è successo qualche anno fa con lui.. dell'incidente e-" Mi interrompe.

"Cosa?!" Sembra stupirsi delle mie parole.
Poi un dubbio mi sorge.

"Tu lo sapevi?" Chiedo, anche se è una cosa un pò scontata. Cameron e Madison sono legati in un modo pazzesco. È più improbabile che lei non lo sappia.

"Beh.." È l'unica cosa che esce dalla sua bocca.

"Sapevi anche che era la sorella di mio padre?" Continuo e dopo pochi attimi di silenzio risponde.

"Si.." Afferma per poi riprendere a parlare.

"Magari adesso starai pensando al fatto che avrei dovuto dirtelo, ma questo è un tasto dolente per Cameron. Che ha sempre cercato di tenere alle spalle e non oso immaginare come si senta in questo momento. Lui non ci teneva a mostrarti questo lato della sua vita.." Quando finisce, le mie labbra non si muovono neanche di un millimetro. Sento solo il solito grosso vuoto dentro di me.

"Comunque, qualsiasi cosa ci sia adesso fra voi due, cerca di seguire il tuo cuore. Non fare dei suoi sbagli la ragione del vostro dolore." Conclude e un'altra lacrima riga la mia guancia.

"Ci vediamo." Mi saluta dolcemente.

"A dopo." Riattacco e appoggio il telefono sul comodino. Voglio riposare e riflettere un pò prima di riprendere con i libri.

Il mio fottutissimo 394 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora