cap.9

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AVVISO: Ciao fanciulle e fanciulli. Scrivo questo piccolo messaggio per avvertirvi che ieri, o meglio stanotte, durante i festeggiamenti di Halloween un raptus di follia mi ha fatto venire in mente una piccola storiella, tuttavia non tra Herm e Sev, ma tra Hermion e Lucius. Non mi odiate, non tradirei mai la nostra bellissima coppia, ma anche la coppia Herm e Lucius mi intriga e ogni tanto mi fa partorire qualche idea! La pubblicherò oggi tra poco, il titolo è "la nostra storia" se vi va di passare a dargli un'occhiatina! Per ora aggiorno con il nuovo capitolo, si sta entrando finalmente nel vivo della nostra storia! Ringrazio sempre chi vota e/o commenta, vi abbraccio virtualmente! :D Ellis.

P.s. dal prossimo capitolo aggiungerò anche delle foto. Infatti ho il terrore di non riuscire  a descrivere bene ciò che ho nella mente e per questo mi aiuterò con delle immagini. Ovviamente scriverò anche il sito da dove sono prese, non voglio violare nessun copyright!

CAPITOLO NONO – DISPETTI

Ero nel letto ormai da parecchi minuti, ripensavo a quello che aveva fatto Piton, davvero un fottuto bastardo, dissi a bassa voce. Mi ricordai che prima di entrare nel suo ufficio mi ero ripromessa di pensare a qualcosa di nuovo per farlo innervosire. Si, credo che sia proprio arrivato il momento di pensare a qualcosa. Dissi tra me e me. Quello che aveva fatto lui, e anche di conseguenza quello che avevo fatto io, morderlo fino a farlo sanguinare, aveva decretato l'inizio di una guerra vera e propria, ne ero a conoscenza e, da persona che una guerra l'aveva già combattuta e vinta sapevo che dovevo iniziare a giocare le mie carte. Dovevo pensare a delle mosse. Iniziai a riflettere su tutte le cose che nei giorni a venire avrei potuto fare per farlo infuriare.... Mmmm, vediamo, pensiamo a cosa lui odia di più...a parte tutto il mondo certo e i grifondoro...quindi vabè per quello già basto io. Fammi pensare....a cosa lui tiene di più? A parte la sua privacy...le pozioni....si sicuramente è la sua passione e direi anche la sua vita dato che non né ha praticamente. E quindi....per un pozionista così fissato, cos'è più importante? Beh direi le scorte, gli ingredienti....e quindi....certamente il laboratorio personale...e detto ciò, se io fossi un pozionista misantropo senza vita sociale, psicotico, con acclamati disturbi emotivi, cosa odierei più al mondo? Beh, che qualcuno entrasse nel mio laboratorio per esempio.....e che qualcuno....mettesse a soqquadro il mio laboratorio!!!! TROVATO, BINGO! Esclamai a voce alta saltando dal letto! La mia prima mossa sarà questa, ora aspetterò un paio d'ore, in modo da essere sicura che tutti stiano dormendo e non ci sia nessuno in giro per il castello, poi mi intrufolerò nel suo amatissimo laboratorio privato e lo metterò tutto in disordine, così domani quando entrerà e vedrà il macello USCIRA' FUORI DI TESTA! Ora devo solo aspettare un po' di tempo che utilizzerò per mettere a punto il mio piano. Difatti non posso usare la magia, sarebbe molto più sbrigativo certo, ma una spia abile come lui, che ha fatto quel lavoro per anni, sentirebbe la mia scia magica da chilometri di distanza, devo quindi fare tutto il lavoro a mano e ci vorrà tempo. Farò a mano quindi, non voglio utilizzare la magia non per non farmi beccare, tutt'altro, lascerò anzi un chiaro segnale del fatto che sono stata io, lui deve sapere, ma per sfruttare a pieno l'effetto sorpresa, se non sospetterà di nulla entrerà come se nulla fosse e solo in quel momento si accorgerà del caos! Sorrisi perfidamente mentre mettevo a punto il piano. Finito di elaborare la mia personale vendetta mancava ancora un'oretta da attendere e mi ritrovai seduta sul letto con la schiena appoggiata alla parete e fissare il vuoto lasciando la mente a vagare libera tra idee e immagini. Subito mi tornarono in mente le sensazioni e le emozioni di poche ore fa, quando lui era dietro di me, mi tornò in mente il calore del suo corpo...avevo sempre immaginato fosse freddo e spigoloso, invece mi ero accorta essere caldo....quasi, accogliente. E poi le sue mani....quelle mani che non mi ero mai soffermata a guardare più di tanto. Mi attraevano da morire. Le dita lunghe e affusolate....mi davano l'idea di essere forti, nonostante non avessi mai visto le sue braccia, quel poco di pelle del polso e dell'avanbraccio che avevo potuto vedere quando aveva alzato il braccio per indicarmi la scrivania aveva rapito il mio sguardo, facendomi accendere come una torcia. Senza pensare a quando la sua mano era sulla mia pancia...non avevo mai permesso a nessuno di sfiorarmi dopo quanto successo con Bellatrix durante la guerra, soprattutto su quel punto dove c'era quella scritta maledetta. Ma ora che ci riflettevo bene, il contatto con lui non mi aveva infastidita, non mi aveva provocato ansia o rabbia, tutt' altro...mi sentivo protetta....era una strana sensazione di calore...fisico ed emotivo. Poi quando le sue dita mi avevano sfiorato il capezzolo...al solo pensiero ora mi sento così terribilmente eccitata. Queste emozioni nuove sono destabilizzanti, belle e dolorose allo stesso momento. La sensazione di cadere mi fece ridestare immediatamente dai miei pensieri... merda, mi stavo per addormentare! Non posso permettermi di addormentarmi ora, maledetti pensieri, maledetta attrazione, maledetti sentimenti, maledetto Piton! Sbattendo un pugno sul letto mi alzai, dovevo stare in piedi o sarei crollata di nuovo, coccolata da quelle emozioni...decisi che intanto mi sarei iniziata a vestire. Aprii l'armadio tirando fuori i legghins neri sportivi, la felpa nera che usavo per box con il cappuccio, le scarpe da ginnastica per camminare il più silenziosamente possibile e mi diressi verso il bagno per cambiarmi. Mi tirai via il pigiama e con calma, avendo ancora un po' di tempo, mi infilai i vestiti, legai i lacci delle scarpe, feci una treccia ai capelli per non averli davanti agli occhi e mi tirai su il cappuccio. Mi diressi in camera prendendo dal baule il fodero della bacchetta e lo legai in vita, li dove lo tenevo durante la guerra.... Mi bloccai e mi vennero in mente le immagini della battaglia.... Smettila, Hermione, non hai tempo per pensare a questo ora. Mi rimproverai malamente, dandomi una svegliata. Andai verso il comodino recuperando la mia bacchetta e la infilai nel suo fodero, lasciandola stesa sul fianco destro. Guardai l'orologio che segnava l'una e 8 di notte. Bene penso che a quest'ora stiano proprio dormendo tutti, credo sia arrivato il momento di andare. Mi incamminai verso la porta, la aprii cercando di chiuderla il meno rumorosamente possibile e, attraversata la sala comune vuota illuminata dal fuoco del camino, uscii dal buco del ritratto, svegliando la signora grassa che mi tirò qualche imprecazione davvero colorita. Scesi i gradini lentamente, cercando di non svegliare i quadri che dormivano, o mi avrebbero scoperta subito. I corridoi erano abbastanza illuminati, le grandi finestre facevano filtrare la luce della luna e le fiaccole facevano il resto. Camminai per qualche minuto, strisciando attaccata al muro il più silenziosamente possibile. Passai davanti le porte della sala grande, continuai fino ad arrivare alle scale che conducevano ai corridoi dei sotterranei. Iniziai a scendere lentamente, ma più scendevo più la luce veniva meno. Non vi erano finestre infatti e le sole fiaccole non bastavano ad illuminare il mio cammino. Tirai fuori la bacchetta. Lumos, sussurrai il più piano possibile e la punta della bacchetta si illuminò, quel tanto che bastava per farmi vedere dove mettevo i piedi. Percorsi i corridoi dei sotterranei, faceva freddo e ogni tanto si sentivano cigolii e rumori inquietanti...non avevo paura ma un brivido mi corse giù dalla colonna vertebrale fino ai muscoli delle gambe che tremarono leggermente. Mentre camminavo le immagini della battaglia mi tornarono in mente, davanti agli occhi apparvero flash di quella notte, la distruzione che mi circondava, i cadaveri qua e là, i fasci di luce degli incantesimi lanciati.... BASTA. Mi urlai nel cervello.... Odiavo quando i pensieri prendevano il sopravvento su di me. Dopo qualche passo ancora trovai finalmente la porta dell'aula di pozioni. Sapevo che c'era un' entrata che portava al suo laboratorio privato non solo dall'ufficio ma anche dall'aula dove insegnava pozioni. Abbassai la maniglia della porta, sperando con tutta me stessa che non cigolasse, lentamente sentii scattare la serratura e la porta si aprì. Non aveva cigolato, il fato era dalla mia parte. Entrai e sempre con altrettanta cura cercai di richiuderla il più silenziosamente possibile. Illuminata dalla luce della mia bacchetta camminai fino alla fine della stanza, dietro la cattedra, a lato della grande libreria che quel bastardo mi aveva fatto spolverare da cima a fondo c'era una piccola porta di legno scuro. Abbassai la maniglia ma la porta non si aprì. Ovviamente, non potevo sperare che il "sonopiùfurboditutti" Severus Piton lasciasse il suo prezioso laboratorio aperto alla mercè di tutti. Mi misi un dito sotto il mento e riflettei per qualche secondo. Provai con l'alohomora ma niente, non poteva essere così semplice. Ricordavo di aver letto da qualche parte, su qualche libro della sezione proibita anni fa, di un incantesimo più potente. Cercai di farlo tornare alla mente. Feci un passo indietro e tentai. La serratura scattò. Si, cazzo! Gioii dentro di me. Abbassai la maniglia e aprii la porta. Non ero mai stata li dentro. Mi trovai di fronte qualche gradino che scendeva ancora. Feci un paio di passi avanti e prima di scendere tutti gli scalini chiusi la porta silenziosamente. Scesi le scalette e mi ritrovai in una stanza non molto grande quadrata, non riuscivo a vedere bene la mia bacchetta faceva troppa poca luce. Cercai di intercettare dove fosse l'altra porta, quella che conduceva ai suoi alloggi privati, per vedere se fosse chiusa. Mi avvicinai alla parete scrutandola, così feci con l'altra ed al terzo tentativo la trovai. Quando la vidi, all'idea che dall'altra parte ci fossero le sue stanze una strana sensazione al basso ventre mi pervase.... Per Merlino ma ti pare il caso di provare ora certe cose? Pensai scuotendo la testa. Una volta costatato che la porta era chiusa e che quindi non si potesse vedere la luce da fuori mi girai. Spensi la bacchetta riponendola nel fodero. Lumos Maxima, pronunciai, non troppo forte e tutto intorno a me si illuminò. Le 6 fiaccole appese alle pareti si accesero dandomi la possibilità di guardare per bene. La stanza era piena di ingredienti, riposti accuratamente sugli scaffali che contornavano il perimetro della stanza su quasi tutti i lati. Al centro un grosso tavolo di legno scuro con sopra dei libri un paio di calderoni e delle ampolle. Le scaffalature erano stracolme di ogni genere di ingrediente. Nonostante fosse praticamente uno scantinato vi era una pulizia ed un ordine maniacale. Mi avvicinai allo scaffale posto alla mia sinistra e notai che sulle ampolle non era presente neanche un granello di polvere, né nelle mensole stesse. Mi avvicinai ad un mobile posto di fronte al grande tavolo e notai tutti gli attrezzi riposti accuratamente, ognuno nel proprio scompartimento, perfettamente puliti e lucidi. C'erano mestoli di ogni tipo, colore e materiale, un paio di mortai, coltelli di ogni grandezza. Ossessivo compulsivo. Pensai. Mi girai e vidi accanto all'altro scaffale uno stipetto, non molto grande, color marrone chiaro. Mi avvicinai curiosa di sapere cosa ci fosse dentro. Lo aprii e all'inizio non capii. Una comune strega o un comune mago non avrebbe minimamente saputo cosa fossero quegli oggetti, ma io si, essendo una nata babbana con due genitori dentisti. Cosa cazzo ci farà con questi? Pensai inquietata mentre tiravo fuori il contenuto di quell'armadietto. Diversi bisturi nelle apposite bustine, ago e filo da sutura, garze bende e pinze di varie grandezze. Forbici e Forbicine. Rimasi qualche minuto a contemplare quegli oggetti non riuscendo a darmi una spiegazione del perché un mago avesse bisogno di oggetti medici babbani e soprattutto come fosse a conoscenza della loro esistenza, come fosse in grado di utilizzarli, ma soprattutto perché gli servivano. Dopo un paio di minuti mi riscossi dai miei pensieri. Svegliati, dai, sei qui a compiere un lavoro, non dormire in piedi! Il mio cervello mi ricordò cosa fossi venuta a fare. Richiusi quello stipetto rimettendo istintivamente dentro il contenuto e mi voltai verso gli scaffali. Sorrisi malignamente iniziando a prendere ogni ampolla, fiala, fialetta mi si parasse davanti, staccando le etichette e cambiandogli di posto. Andai avanti così per una buona ora, facendo il meno rumore possibile. Passai agli attrezzi da lavoro sposandoli e infilandoli ovunque mi capitasse. Dopo un'ora e mezza mi voltai a vedere il risultato della mia opera. In quella stanza regnava il caos. C'era disordine ovunque, gli sarebbe venuto un infarto l'indomani. Sorridendo contenta del mio operato strappai un pezzo di pergamena che era sul tavolo e con una piuma nera che era appoggiata ad un piedistallo d'argento feci la mia firma con sotto un cuoricino. Lasciai la piuma accanto al pezzo di pergamena e mi incamminai verso l'uscita. Nox! Sussurrai prima di uscire e le fiaccole si spensero. Feci tutto il percorso all'indietro e, così come ero arrivata tornai alla torre, prendendomi gli insulti della signora grassa come l'ora precedente. Arrivata in camera mi tolsi e vestiti e mi infilai il pigiama. Erano le 3 passate. Mi infilai nel letto con un'espressione soddisfatta e divertita e mi addormentai quasi subito.

Normal Rebel, Hermione Granger-Severus PitonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora