{Capitolo 13: Something went wrong}

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Mancano solo una manciata di secondi all'inizio della nostra quarta notte e sento di avere l'adrenalina alle stelle. Rieccoci di nuovo qui pronte per affrontare altre sei lunghe ore di pura agonia, forse definirci preparate è un tantino eccessivo siccome non saremo mai realmente in grado di gestire interamente il nostro turno di lavoro in completa lucidità. Faccio un bel respiro profondo mentre mi rigiro tra le mani la torcia nera che abbiamo sempre a nostra disposizione e che non intendo assolutamente lasciare incustodita. È ironico pensare che anche un piccolo e banale utensile come questo sia in grado di salvarti la vita, un fascio di luce è in grado di tenere lontano da noi una minaccia mortale armata di uncino e di artigli affilati come coltelli da cucina. Ovviamente, pensandola in questo modo, non possiamo nemmeno tralasciare l'importanza delle nostre tanto amate maschere, infatti anche un pezzo di plastica è in grado di salvarci da una morte possibile improvvisa.
A mezzanotte in punto ha di nuovo inizio la nostra solita e straziante routine, il ticchettio dell'orologio segna lo soccorrere di ogni secondo, di ogni singolo istante da quando il nostro turno è cominciato. A causa del silenzio l'unico suono udibile è proprio quello della lancetta che si sposta in continuazione a ritmo perfettamente regolare e naturalmente il frustrante ticchettio è accompagnato dall'inquietante melodia della Music Box di Puppet. Sono stufa di sentire quell'irritante motivetto, è sempre così dannatamente uguale e ascoltarlo per sei ore consecutive mi fa costantemente venire la nausea. Per mia fortuna, se così si può dire, ho altro su cui concentrarmi ossia sorvegliare i tre ingressi che conducono nel nostro ufficio. Io e Clara abbiamo altro a cui pensare, però ci è comunque difficile ignorare completamente la musichetta del carillon, ogni tanto, anche quando mi trovo a casa, mi sembra di sentirla ancora rimbombare senza sosta nella mia testa e questo rischia di portarmi a un crollo nervoso.
Nel giro di una decina di minuti tutti gli androidi hanno già lasciato le loro postazioni e attualmente stanno vagando indisturbati per le grandi stanze della pizzeria. Naturalmente loro possono avventurarsi ovunque e fare come gli pare, dopotutto, dal loro punto di vista, loro sono i veri padroni di casa mentre noi siamo solo dei semplici ospiti che tra diverse ore leveranno il disturbo. Non mi sto lamentando della mia sistemazione, in fondo non ci tengo particolarmente a vagare per i corridoi di un posto macabro come questo, ho smesso di amare il genere horror da quando ho iniziato a lavorare qui e infatti ho perso tutto il mio senso dell'avventura. Non posso biasimare i ragazzi che vorrebbero passare una notte qui dentro, loro non conoscono il vero lato di questi mostri e un tempo anch'io ero un'amante dei brividi disposta addirittura a inoltrarsi in un bosco a mezzanotte.
Mi lascio scappare l'ennesimo sospiro di rassegnazione non appena riusciamo ad allontanare Toy Chico dal nostro ufficio, è già la terza volta che si fa vedere e naturalmente ce ne saranno ancora molte altre. Devo a malincuore confessare che la determinazione di questi mostri di latta è veramente ammirevole, ovviamente questo è anche dovuto al fatto che non hanno nient'altro di meglio da fare se non dare il tormento a noi due, però nonostante i loro continui fallimenti si rifiutano comunque di gettare la spugna.
Picchietto ripetutamente l'unghia dell'indice contro il tavolo in legno cercando di far rilassare i miei poveri nervi che sono più tesi di una corda di violino. Sono da poco le tre del mattino e mi sembra che sia già trascorsa un'eternità da quando abbiamo iniziato il nostro turno, possibile che sia passato così poco tempo? Davvero siamo realmente soltanto a metà del nostro lavoro? Non vedo l'ora di tornare a casa per potermi fare una bella dormita, ieri mi sono nuovamente svegliata di soprassalto a causa di un tremendo incubo che aveva come protagonista Funtime Freddy e i suoi assistenti. Quei due fastidiosi conigli sono stati impossibili da sopportare, mentre l'orso bianco era a dir poco terrificante, la sua forte voce rimbombava in continuazione per tutta la stanza e cercare di capire da dove provenisse è stato molto difficile.
A un tratto la mia attenzione viene catturata dalla lampadina che illumina il nostro ufficio, il piccolo oggetto di vetro inizia a lampeggiare come se avesse l'intenzione di spegnersi da un momento all'altro. Mi auguro con tutto il cuore che si tratti solo di un problema passeggero che smetterà a breve. Non possiamo lavorare avvolte dalle tenebre e facendo affidamento soltanto su una torcia, per quanto ci sia sempre stata utile non siamo in grado di completare la notte contando solamente su di lei. Quella stramaledetta lampadina deve rimanere accesa, non è mai capitata una cosa simile e non mi capacito del fatto che stia succedendo proprio in questo momento. Io e Clara alziamo i nostri sguardi verso l'alto, siamo troppo basse per arrivarci e provare ad avvicinarci per tentare di capire quale sia il problema è fuori discussione dato che non riusciremmo ad arrivare ad un'altezza simile. L'unica cosa che ci resta da fare è sperare che il guasto si risolva da solo. Dopo due lunghi e interminabili minuti passati con il viso rivolto verso la lampadina quest'ultima si ristabilizza smettendo di lampeggiare. Non appena mi assicuro che tutto sia tornato come prima riabbasso lo sguardo e torno a guardare il corridoio situato esattamente di fronte a me.

«Presa!», esclama una voce con malato ed estremo entusiasmo «tu adesso vieni con me».

Due forti mani afferrano violentemente i miei poveri avambracci stringendoli in una morsa a dir poco micidiale. Quello che mi ritrovo di fronte mi fa mancare un battito, forse anche più di uno, gli occhi color smeraldo di Toy Bonnie mi fissano con fare famelico mentre la sua stretta si fa sempre più forte facendomi scappare un mugolio di dolore. Non ci posso credere, non può essere successo realmente, non sta succedendo realmente. Ho fatto un errore madornale a farmi distrarre da quella stupida lampadina, non ho controllato i condotti di ventilazione e di conseguenza il ragazzo dai capelli azzurri è riuscito a entrare tranquillamente nel nostro ufficio. Usare la maschera adesso sarebbe inutile, tentare di scappare è impossibile e non posso fare altro se non maledirmi mentalmente per aver commesso un errore così banale. Improvvisamente mi sento trascinare giù dalla scrivania mentre le urla di paura di Clara invadono le mura del ristorante. Io sono troppo spaventata per poter fare qualcosa, non riesco a reagire, non riesco a pensare, non riesco a gridare, mi sento come paralizzata e i pochi movimenti che sono in grado di fare li compio per obbligo del coniglio che mi trascina con forza attraverso il lungo e oscuro corridoio. Con la coda dell'occhio intravedo una macchia rossa passare a una velocità disumana al mio fianco, inutile dire che mi è bastato sentire un altro urlo di Clara per capire che in realtà quel fulmine color sangue era Foxy. Non avendo più nessuno a respingerlo con la torcia ha avuto anche lui libero accesso al nostro ufficio, la volpe ha un modo orribile di attaccare, infatti inizia a correre all'impazzata nel corridoio per poi fiondarsi a capofitto sulla sua preda. Quel grido significa semplicemente che il rosso è riuscito a prendere anche la seconda guardia notturna. Poco dopo infatti vedo Foxy che cammina verso di noi tenendo tranquillamente Clara sulle sue spalle come se fosse un sacco di patate.
È passato molto tempo dall'ultima volta che sono riusciti a prenderci, in genere questo capitava durante le nostre prime settimane di lavoro quando eravamo ancora delle giovani ragazzine inesperte e disorganizzate. Purtroppo è accaduto di nuovo, ho abbassato la guardia nel momento sbagliato per concentrarmi su un problema secondario, ma seriamente mi sono fatta distrarre da una lampadina? Con tutte le difficoltà che dobbiamo affrontare qui dentro durante i nostri molteplici turni notturni io ho deciso di dare la precedenza a una cosa così stupida.
Purtroppo so perfettamente dove Toy Bonnie mi sta trascinando, lo sappiamo benissimo entrambe. La Parts and Service room ci aspetta e non sto parlando di quella presente in questa pizzeria, assolutamente no, il viaggio sarà più lungo del previsto siccome ci stiamo dirigendo nel primo locale dello stabile. Speravo di non dover più rivedere quei tre psicopatici almeno per un po' di tempo, ma a quanto pare il destino ha avuto altri programmi per noi, programmi molto ma molto dolorosi.

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Fine del capitolo!
Spero vi sia piaciuto :)
Lo so non ho un cuore, purtroppo per voi mi diverto un sacco a terminare i capitoli in questo modo, so essere più sadica dei nostri amici robotici ;)
Forse no, non con quello che succederà a breve, che cosa potrà mai accadere?
Siete pronti? Secondo me no.
Jasmine e Clara non lo sono sicuramente!
Al prossimo capitolo 👋
Ciaooo 🎶

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