{Capitolo 18: You don't have a heart}

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Percorriamo il lungo marciapiede allontanandoci sempre di più dalla fermata del bus che si trova nei pressi della famosa Freddy Fazbear's Pizza. Da quando siamo scese dal mezzo di trasporto che ci ha condotte in questo luogo nessuna delle due ha più aperto bocca, gli unici suoni che si possono udire sono i motori delle macchine che sfrecciano lungo la strada, il parlottare delle persone che incrociamo sul marciapiede e la musica proveniente dal grande locale collocato in fondo alla strada. Entrambe ci stiamo preparando psicologicamente a quello che avverrà tra meno di due ore, sento già di avere l'adrenalina a mille e questo non va assolutamente bene. La nostra prima necessità è la calma, bisogna mantenere il sangue freddo per evitare di farsi prendere dal panico e perdere la concentrazione. Se non si è perfettamente lucidi non si riesce a ragionare e io, che devo occuparmi di tenere quei due mostri alla larga dal nostro ufficio, devo tranquillizzarmi a tutti i costi per evitare di commettere qualche altro stupido errore. Mi è già bastato dimenticare di controllare i condotti di ventilazione la scorsa settimana per guardare una lampadina, direi che non è proprio il caso di ricadere in un tranello così banale e sciocco.
Raggiungiamo il grande stabile e, arrivate a questo punto, siamo costrette a dividerci dato che Clara ha un'altra mansione da svolgere nella parte centrale dell'edificio. La bionda dovrà rifornire per l'ennesima volta il Prize Corner, ma non con dei giocattoli, bensì con bibite e snack e mi auguro con tutto il cuore che spostando le varie casse non le ritorni il male che aveva alle spalle. La sottoscritta invece si dovrà occupare di riempire pile su pile di noiose scartoffie e quindi passerò tutto il tempo che ho a disposizione prima dell'inizio del mio turno a scrivere su un'infinita quantità di fogli. La mia amica varca la soglia dell'edificio e, prima di entrare nella seconda pizzeria dello stabile, mi fa un cenno del capo in segno di saluto. Successivamente entro anch'io nella struttura usando la porta d'ingresso dell'attrazione dell'orrore, fortunatamente il posto non è così pieno come lo era la sera precedente e quindi è più tranquillo del solito. Svolto l'angolo e raggiungo il mio ufficio, ma non faccio nemmeno in tempo a vedere la mia scrivania che una voce mi fa sobbalzare per lo spavento.

«Buonasera zuccherino» mi saluta Springtrap mentre fuma una sigaretta standosene comodamente svaccato sulla mia sedia tenendo le gambe sulla scrivania.

Non può essere vero, nonostante la notte non sia ancora iniziata il ragazzo dai lunghi capelli verdi si trova già nel mio ufficio e la cosa più sconvolgente è che se ne sta seduto al mio posto come se nulla fosse. A causa di quella stupida sigaretta rimarrà un'insopportabile puzza di fumo nella stanza e le due povere idiote che la dovranno sopportare saremo io e Clara. Per mia fortuna, se così la possiamo definire, è presente soltanto uno dei due androidi, molto probabilmente l'altro si starà occupando dei clienti, com'è giusto che sia, a differenza del suo amichetto scansafatiche e nullafacente. Non oso muovere un passo verso la sua direzione, finché quel mostro di latta non uscirà da questa stanza io non inizierò a occuparmi dei moduli che devo compilare. C'è un limite a tutto e io non posso lavorare se Springtrap è nel mio stesso posto, anche se il locale non è ancora chiuso e non può farmi del male io non intendo restare nell'ufficio insieme a quella belva assassina.

«Tu non dovresti lavorare?» domando dopo aver accumulato una sufficiente dose di coraggio per riuscire a tenere un discorso con lui.

«E tu non hai un po' più di fantasia per pormi le domande?» controbatte il coniglio soffiando il fumo fuori dalla bocca.

«L'attrazione degli orrori è ancora aperta, ci sono dei clienti che sono qui solo per vedere voi due», spiego cercando di convincerlo ad andare via «inoltre ho anche del lavoro da fare e mi serve la scrivania».

«Quando me ne importerà qualcosa te lo farò sapere», commenta facendo roteare gli occhi prima di fare l'ennesimo tiro con la sua sigaretta «ti ricordi quando ti ho parlato di quella cosuccia che riguardava il nuovo posto dove l'avrei spenta se qualcuno in particolare mi avesse ancora disturbato?» aggiunge mostrandomi il mozzicone che tiene tranquillamente tra due dita.

FNaF VR: Help WantedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora