{Capitolo 23: Hide and Seek - Part 2}

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▲⸾WARNING⸾▲

⸨Questo capitolo contiene una breve scena dove sarà presente del sangue e descrizioni piuttosto dettagliate⸩

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La nostra lunga e silenziosa camminata avvolta nella più totale oscurità continua senza sosta. Ogni tanto decido di accendere per pochi secondi la torcia del mio telefono in modo da poter dare una rapida occhiata in giro per riuscire a orientarmi. Naturalmente non posso tenere attivo il fascio di luce troppo a lungo perché potremmo essere avvistate in qualsiasi momento da uno di quei mostri, dobbiamo fare affidamento sui nostri dispositivi elettronici soltanto quando siamo estremamente sicure di essere sole altrimenti per noi due la partita giungerà al termine. Lo scantinato è veramente gigantesco, ma non è troppo in profondità siccome, secondo alcune mie stime, sotto ai nostri piedi è presente il soffitto del Funtime Auditorium. Al solo pensiero mi ritorna in mente quel raccapricciante incubo che ho fatto l'altro giorno, ma purtroppo ora mi trovo in una situazione ben diversa siccome questa volta non potrò svegliarmi nel mio amato letto per riuscire a sfuggire da qualsiasi androide che cercherà di aggredirmi.
Con passo felpato continuiamo ad avanzare mentre drizziamo le orecchie per prestare la massima attenzione a ogni singolo rumore, ma nei sotterranei non si riesce a udire proprio nulla se non la quiete più totale. A volte si tende a pensare che la parte spaventosa è sapere dove si trova il mostro quando ti sta cercando, ma a parer mio non esiste cosa più terrificante di non avere la più pallida idea di dove si nasconda perché potrebbe saltarti alla gola in qualsiasi momento e tu non puoi prevederlo in alcun modo. Mi terrorizza il fatto che altri dieci androidi siano qui sotto con noi, una valida opzione potrebbe essere quella di tornare indietro e tentare di uscire da questo posto per raggiungere il nostro ufficio, ma entrambe sappiamo benissimo che quelle stupide lattine non avranno sicuramente lasciato l'uscita incustodita e quindi provare a scappare sarebbe ancora più pericoloso che riuscire a trovare un riparo effettivo quaggiù.
Da quando abbiamo messo piede nei sotterranei ci siamo inoltrate parecchio, tanto che dovremmo trovarci addirittura tra la seconda pizzeria e l'attrazione degli orrori, è ironico pensare che diversi minuti prima abbiamo dovuto percorrere quella stessa strada ma con qualche metro di differenza in fatto di altitudine. Improvvisamente inciampo su uno strano oggetto e, per mia sfortuna, perdo l'equilibrio finendo a terra. L'impatto con il suolo non è stato molto violento e nemmeno troppo rumoroso siccome sono riuscita ad attutire la caduta usando le mie braccia. Un disgustoso odore disturba fortemente il senso dell'olfatto, attivo la torcia del mio telefono e, esattamente a pochi centimetri di distanza dal mio viso, mi ritrovo il volto del cadavere di un povero cameriere. Faccio un rapido scatto all'indietro mentre balzo in piedi schiaffandomi velocemente una mano sulla bocca per soffocare un urlo. Tengo ancora il mio telefono con una presa ferrea mentre il fascio di luce rimane puntato sulla carcassa che a malapena ha iniziato la prima fase di decomposizione. Nella parte in alto a sinistra del suo torace è presente un foro di notevoli dimensioni e sicuramente è opera del ragazzo dai lunghi capelli verdi siccome l'altro giorno aveva tra le mani proprio il suo cuore. Si vede perfettamente che la cassa toracica è completamente spaccata, non è rimasta nemmeno una costola intatta e lo sterno è praticamente rotto in due. Dal buco scavato nella camicia e nella carne si riesce a intravedere il polmone sinistro che sembrerebbe quasi essere perforato da una delle tante costole scheggiate. La carnagione della vittima è terribilmente pallida tanto che si riesce a vedere perfettamente buona parte delle vene, inoltre sotto al suo corpo è presente una pozza di sangue che ha perso tutta la sua intensa colorazione scarlatta in quanto si è seccato sul pavimento dello scantinato. Molto probabilmente sono presenti altre ferite considerevolmente profonde su tutta la sua schiena e non oso immaginare il dolore che abbia patito questo poveretto mentre gliele infliggevano. Per concludere in bellezza questa tetra descrizione il volto del cadavere è anche privo dell'occhio destro, attorno all'ormai vuota cavità sono presenti diverse gocce di sangue che ora si sono seccate sulla sua pallida pelle e che gli hanno rigato di scie rosse tutto quel lato del viso.
Distolgo lo sguardo da quell'agghiacciante visione e spegno seduta stante la torcia del telefono. Clara afferra seduta stante il mio polso per poi trascinarmi dietro a una pila di scatoloni usando un passo molto rapido ma anche estremamente silenzioso. Se ha compiuto un gesto del genere il motivo è per forza uno solo, restiamo in silenzio e, infatti, pochi secondi dopo i miei pensieri vengono confermati non appena sento delle voci terribilmente familiari.

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