3.

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Fuori è una bellissima giornata, ma io sono ancora stravaccata sul letto. Mi frullano ancora in testa gli eventi di ieri...

Rifletto sul modo in cui Noah abbia fatto credere a Marie che noi due andiamo a letto insieme, sul fatto che abbia poi cercato di scusarsi e su quanto dopo pochi minuti sia tornato il solito stronzo.

(Mi ha detto che reagisco sempre in maniera spropositata! Ma come si permette! Forse però non ha tutti i torti. Sono costantemente in uno stato ansioso... Forse è lo stress di tutta la situazione che sto vivendo...)

Sento Noah che si muove in soggiorno.

(Dovrei forse chiedergli di ricominciare col piede giusto?)

Dalla porta di camera mia guardo Noah, che è in bagno, e non so se voglio continuare ad avercela con lui o chiedergli scusa.

(Se gli dico qualcosa però, magari non faccio altro che riportare a galla la questione... Forse è meglio lasciar perdere e voltare pagina?)

Noah si accorge del mio viso affacciato alla porta e smette subito di fare quello che stava facendo.

(Oh-oh... Mi sa che non posso più tirarmi indietro.)

Amy: "Senti... Noah."

Noah: "Sì?"

Amy: "Forse ieri ho un tantino esagerato. Per quella cosa con la mia amica Marie."

Noah: "Oh."

Lui ha un'aria davvero spiazzata, come se non si aspettasse di sentire queste parole.

Amy: "Mi rendo conto che stavi solo scherzando e mi dispiace molto di aver reagito in quel modo."

Chiedere scusa è per me uno sforzo considerevole. Noah invece, sembra minimizzare il tutto e mi mostra il suo solito sorriso, quello che mi fa palpitare il cuore.

Noah: "Ma lascia stare."

Amy: "Quindi siamo a posto?"

Noah: "A postissimo."

Come se mi fossi tolta un peso dal petto, tiro un lungo sospiro di sollievo.
Gli occhi di Noah rimangono fissi su di me, come se stesse pensando a a qualcosa. Rimane a guardarmi abbastanza a lungo da farmi arrossire e vergognare per essere al centro della sua attenzione.

Noah: "Ho fame..."

Amy: "Come, scusa?"

Noah: "Mi sa che vado a fare la spesa. Ti serve qualcosa?"

(Ah... Ha davvero fame... di cibo. Ma certo, Amy, di cos'altro potrebbe avere fame?)

Amy: "Mmm, forse mi servono delle carote."

Noah: "Ottimo! Allora preparati, dai. Usciamo tra cinque minuti."

Amy: "Usciamo?"

Noah: "Beh, per chi mi hai preso? Per un fattorino che consegna la spesa a casa?"

Amy: "Beh, ci sono tanti fattorini qui a San Francisco. Come faccio a sapere che lavoro fai?"

Noah ridacchia tra sè e sè. La considero una bella frecciatina andata a segno. Forse, dopotutto, la nostra convivenza potrebbe funzionare.

(Dovrei chiedergli perchè va a fare la spesa di persona? Mi importa davvero di quello che fa nel tempo libero? Meglio farmi i fatti miei.)

Noah: "Hai la faccia di una che vuole sapere qualcosa..."

Solo coinquiliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora